Nontiscordardiloro: Marco Cappato e Katia Zanotti per il testamento biologico

Mentre il tema del testamento biologico sembra aver perso importanza nel circo mediatico che tutto mastica e sputa senza mai digerire nulla, continuiamo a proporvi nuove riflessioni, legate alla campagna NONTISCORDARDIME, per cercare di capire davvero di cosa si sta discutendo in Parlamento. Oggi ospitiamo Marco Cappato, segretario dell'Associazione Luca Coscioni e tra i più noti attivisti radicali, e Katia Zanotti, deputata della Repubblica dal 2001 al 2008 prima nei DS e poi in Sinistra Democratica.

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Cara concittadina, caro concittadino,

le scelte sulle cure sono sempre scelte difficili. Quelle alla fine della vita sono anche drammatiche. Proprio per questo è importante impedire che qualcuno decida al posto nostro senza il nostro consenso. Il testamento biologico serve a impedire abusi e violenze. Va difeso da questa legge contro il testamento biologico.

Marco Cappato

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Care concittadine e cari concittadini,

sono assai preoccupata della sottovalutazione della portata politica del ddl sul testamento biologico in discussione in queste settimane alla Camera, per come nel suo impianto si ricollega al rapporto tra libertà, responsabilità individuale e Stato. Da questo punto di vista, come da altri, a partire dall’articolo 1, è un testo di legge assolutamente irricevibile e dannoso, voluto da un centro-destra che come al solito pretende di incarnare valori e morale di una parte invadendo lo spazio della decisione, limitando l’autodeterminazione e la possibilità di scelte autonome delle persone, compresa quella di decidere come morire.

Il problema che sollevo riguarda la politica e l’esercizio della sua autonomia, esercizio da tempo ormai decisamente affievolito e fiaccato, anche in aree della sinistra purtroppo, innanzitutto quella presente in Parlamento.

Alla politica spetterebbe di ribadire l’irrinunciabilità di principi costituzionali che sanciscono la libertà personale e il diritto alla salute; spetterebbe il compito di affermare che il prolungamento o meno della vita sono valori in quanto assecondano il progetto di vita di una persona; spetterebbe di fare chiarezza fra due alternative: divieto assoluto o sostegno alla responsabilità individuale; spetterebbe appunto di esercitare una sua professione di libertà a sostegno della libertà di scelta delle donne e degli uomini di questo Paese.

Se la politica non è momento decisivo, nel quale si formano saperi e pratiche su temi così rilevanti, si riduce davvero ad un ambito piccolo, svuotato e scarnificato che tuttavia pretende arrogantemente di decidere per noi, su di noi, che cosa è “meglio” per tutte e tutti noi. Mi sembra che in questo momento siamo in tantissime e tantissimi a patire per una politica che vive una gravissima perdita di senso.

Katia Zanotti


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2 commenti:

  1. Ma dobbiamo ancora perdere tempo con queste cose mentre il mondo va a rotoli? Pensiamo alle cose serie per favore!

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  2. @ l'anonima: Sì, dobbiamo ancora perdere tempo con queste cose. Se poi la tua vita e la tua morte, la tua libertà e la tua facoltà di decidere le ritieni cose poco serie lo ritengo un fatto molto triste..

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Il grande colibrì