Per il tribunale di Catanzaro sono gli omofobi, non i gay, i cattivi genitori

Sono passati pochi giorni dalla sentenza di Bologna con la quale si proclamava che "il semplice fatto che uno dei genitori sia omosessuale non giustifica - e non consente di motivare - la scelta restrittiva dell'affidamento esclusivo". Scelta che invece trova piena giustificazione, ci spiega una ancor più recente sentenza di Catanzaro, nel caso in cui uno dei genitori sia omofobo.

Il problema è l'omofobia, non l'omosessualità. La scoperta dell'acqua calda, forse, ma un passo avanti di civiltà importante in un paese come questo. Nel silenzio omertoso della nostra politica (da destra a sinistra, dentro e fuori il Parlamento), è ancora una volta la tanto vituperata magistratura a tentare di ridare una dignità democratica all'Italia.

La vicenda è semplice: il Tribunale dei Minori di Catanzaro ha negato l'affido condiviso del figlio a un padre che aveva manifestato forti pregiudizi e volontà discriminatorie nei confronti delle persone omosessuali. "Trattasi, sicuramente", scrivono i giudici, "di una condotta che dovrebbe essere estranea al genitore, il quale deve educare il figlio verso la tolleranza, la cultura della diversità e l’avversione verso ogni forma di odio razziale, motivo di censura non solo nelle sedi civili ma anche penali".

Come ha sottolineato il presidente nazionale di Arcigay Aurelio Mancuso: "La sentenza interviene su tre livelli in modo formidabile: quello dello sganciamento da equiparazioni inaccettabili tra omosessualità, ricostruita come assolutamente normale, e comportamenti invece irregolari (tossicodipendenze); quello del ruolo della famiglia rispetto all’impegno, verso i figli, ad un’educazione improntata all’affermazione della dignità delle persone e dei loro orientamenti sessuali; e quello del ruolo dei servizi sociali nel garantire, nei differenti contesti sociali, il rispetto della realizzazione identitaria delle persone, e che nel caso specifico, come sottolineato dalla sentenza, viene meno per inadeguatezza dei servizi sociali coinvolti".

Little Prince(ss)

8 commenti:

  1. Penso sia una sentenza choc che se fosse attuata davvero su tutti i genitori divorziati creerebbe un mare di bambini "orfani"!

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  2. e il rispetto della libertà d'opinione del genitore? non si può più decidere con quale morale educare i propri figli?

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  3. La morale è cosa diversa dal pregiudizio e dal razzismo.
    Guai a confondere le cose!

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  4. @anonimo

    il paragone è semplice e immediato:
    la legge italiana non vieta il razzismo, vieta l'incitamente alla violenza per odio razziale.
    una sottigliezza, che permette al giudice di considerare incitamente alla violenza razzista, zenofoba e anche omofoba (almeno secondo i trattati europei ratificati dal parlamento italiano)
    il genitore ha un'assoluta libertà d'opinione, ma nella educazione dei figli il giudice ritiene ci siano dei limiti differenti.

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  5. rispondo all'anonimo confermando quanto detto su queerblog a proposito di questa notizia: se l'affidamento fosse stato tolto per il semplice pregiudizio omofobo del genitore, questa sarebbe una sentenza ingiusta (al pari del togliere un figlio a un genitore solo perché omosessuale senza guardare le sue reali capacità genitoriali), se invece questo genitori usava instillare il suo pregiudizio omofobico nel bambino - cosa che mi pare di capire abbia fatto - per far si che questo odiasse la madre, allora ci troviamo di fronte a una condotta illecita, che denota la sua incapacità genitoriale, in quanto un genitore non deve mettere il bambino contro l'altro genitore, e quindi la sentenza è più che giustificata.

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  6. ma questo post è vostro o di queerblog?

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  7. @ anonimo II:
    Il post è scritto da noi. NoirPink - Modello PANDEMONIUM ha pubblicato la notizia un giorno prima di QueerBlog. Capita, per fortuna, che una notizia venga circoli e venga pubblicata su più blog, no?

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  8. Hanno parlato tanto della sentenza di Bologna, ma di questa di Catanzaro no. Grazie per l'informazione!

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Il grande colibrì