La favola della buonanotte

C'era una volta una lacrima che senza dire nulla a niente e a nessuno senza nemmeno avvertire il dotto lacrimale decise di uscire dall'occhio perchè voleva vedere il mondo con i suoi di occhi depositati al suo interno fra il legame tra l'idrogeno e l'ossigeno così uscì sgorgando dalle pupille di quell'occhio che già si può dire che la lacrima mentre lentamente e senza dare troppa attenzione su di sè scendeva lungo la guancia già sentiva la mancanza del calore dato dalle altre lacrime ma questo durò poco perchè la sua curiosità comunque riusciva a farla passare mentre iniziava a vederlo il mondo e si accorse all'inizio che era proprio come se lo era immaginato con tutti i suoni colori note bagliori tutto veloce continuava ma senza una vera e propria aritmia ma quelle aritmie da farti perdere il sonno quello che la lacrima ormai arrivata a livello delle labbra non aveva mai avuto e che mai avrebbe desiderato perchè il desiderio l'unico era li davanti ossia il mondo come lo aveva immaginato ma era enorme e vasto e sul bordo del mento poteva vedere quanto enorme fosse così tanto che i suoi atomi decisero che era tempo di fermarsi e restare sul mento perchè li c'era più stabilità certamente meno rispetto alla guancia anche se da li scendeva in linea diseretta o diseredata ma era quello il bello e forse era quello a farle vedere il mondo così bello ed era proprio bello la parola che la bocca pronunciò facendo muovere i muscoli guanciali e il mento mentre faceva su e giù con la lacrima che aveva paura di cadere e sapeva che se cadeva avrebbe fatto un salto enorme così grande che poi a terra si sarebbe disciolta sul pavimento come una goccia di pioggia di cui nessuno si ricorda mai ma che anzi la malediciamo e la lacrima di questo aveva paura ora anche se il mondo le appariva sempre bello sempre pieno di luci colori tonalità amarante e diamantine e marzapanine come quel dolce che quel sassofonista si sta degustando mentre è in pausa con il sax che fa avanti e indietro avanti e indietro assieme al movimento del torso del sassofonista che si accorse della lacrima e la salutò con la mano mentre mangiava e poi le chiese come andava se si sentiva triste ma la lacrima disse no non mi sento triste ma il mondo è così bello e così grande e guarda me che sono in bilico su questo mento ma tu non sei piccola rispose il sassofonista e iniziò a suonare il sax così che la musica fece girare ancora il mondo fermandolo poi facendolo ripartire poi fermandolo poi facendolo ripartire la tua musica è così bella disse la lacrima mentre piangeva e si accorgeva che mentre le sue lacrime scendevano lei diventava più grande si appoggiava al mento scendeva dal mento e diventava la lacrima mentre il mondo riprendeva a girare mentre il sassofonista decise di scomparire lasciando in piedi il suo sax buttandosi dentro e trasformandosi in pioggia

Milesmood

1 commento:

  1. Anche questo post "deve" molto alle Cosmicomiche di Calvino. Complimenti.

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Il grande colibrì