Nel (cog)nome del padre. Difendiamo le tradizioni tribali dall'attacco delle madri!

Magari a qualcuno la sentenza della Cassazione secondo la quale i bambini potranno prendere il cognome della madre era sembrata una cosa scontata e senza enorme importanza.

Per fortuna lo psicoterapeuta Federico Bianchi di Castelbianco, intervistato oggi su Metro da Fabio Paravisi, ha lanciato il suo grido d'allarme in difesa della nostra tradizione, del nostro italico Dna culturale.


Non ha senso. Cancellare il cognome del padre fa venire meno il senso dell'identità, l'appartenenza alla tribù. Un bambino ha bisogno di un punto di riferimento, e quel riferimento dev'essere il padre.


Problemi in arrivo?
Nasceranno conflitti enormi, diventerà un'arma di ricatto per chi deve subire il proprio cognome in secondo piano.


In Spagna il doppio cognome esiste da sempre, gli spagnoli non sembrano particolarmente squilibrati.
Si va verso una società di single e noi cosa facciamo, allunghiamo tutto? Una cosa dev'essere chiara: il cognome del padre prima di tutto.


Insomma, l'imposizione del solo cognome paterno è un atto di sottomissione della femmina la marito da sempre, perché cambiare adesso? Per questo non possiamo che essere d'accordo con Bianchi di Castelbianco (a proposito di cognomi:più bianco non si può...): salviamo il maschio dall'umiliazione di vedere il proprio cognome in secondo piano. Salviamo l'onore paterno e, come dice questo psicoterapeuta illuminato, "l'appartenenza alla tribù". Perché è proprio questa l'Italia che vogliamo: un paese tribale.

Little Prince(ss)

3 commenti:

  1. Che cada al più presto questo regime patriarcale..

    RispondiElimina
  2. certo, non possiamo essere che tutti d'accordo.
    proporrei anche il ritorno alla forma nuziale preriforma del '71: la moglie segua e obbedisca al marito. e ovviamente la potestà sui figli è proprietà esclusiva del padre.
    anzì, forse il XX secolo è troppo poco tribale: propongo che l'emancipazione non avvenga alla maggiore età, ma solo alla morte o abdicazione del padre-capoclan. e valga ovviamente solo per i figli maschi, primogeniti.
    i figli e fratelli, cadetti (e la loro prole) possano emanciparsi solo su autorizzazione del capo tribù.
    le femmine invece mai: passeranno tutta la vita rinchiuse nel gineceo e verrano usate come merce di scambi per siglare trattati tra i diversi clan, suggellati da matrimoni combinati dai capoclan.

    non vorrette mica cambiare qualcosa, col rischio di traumatizzare i bambini, vero?

    RispondiElimina
  3. Quella Ragazza che passava di qui11 aprile 2012 alle ore 20:41

    Se trovate qualche errore di battitura è perché sto scrivendo velocemente.. non sopporto la puzza di maschilismo!

    Non sono affatto d'accordo con voi. "salviamo l'onore paterno".. ARE YOU FUCKING KIDDING ME? Ma quale onore paterno! Gli uomini sono quelli che si ubriacano davanti ai proprio figli, o che stuprano, picchiano le donne, sono pedofili.. e la madre invece che se il marito la lascia, oltre a stirare, allattare, lavare gli indumenti, cucinare, spazzare (ecc.ecc.) ha meno onore della figura paterna??!

    Ma stiamo dando i numeri?? Se una bambina o un bambino cercano un leader, una figura da seguire, quella dev'essere per forza la figura materna. Vi devo ancora spiegare il perché? Non penso ce ne sia bisogno.

    RispondiElimina

Il grande colibrì