Meno male che c'è il principino: il televoto di Sanremo oscura il voto illegale alle Regionali

L'Italia trema. Poteri forti sono in agguato. Il paese è nei guai. Il dubbio essenziale e atroce non fa dormire la notte e viene lanciato e rilanciato da chi crede davvero nella democrazia: e se il televoto di Sanremo fosse stato truccato? Truffe, intrighi, sabotaggi, complotti, oscure trame e maneggiamenti maligni: le persone di buona volontà evocano gli scenari più furfanteschi e cospiratori.

E si spera che abbiano pure ragione, pur di non arrendersi all'idea orrorifica che agli italiani possano davvero piacere le stonature reazionarie del principino (ah, cari vecchi tempi in cui per andare in tv si doveva almeno fare lo sforzo di dare via il culo...). Il dramma democratico del televoto-sì/televoto-no invade prime pagine e schermate dei giornali e dei blog di sinistra, l'angoscia si raggruma nero su bianco in analisi politiche, sociologiche e filologiche.

Meno male che sappiamo resistere alle sirene del berlusconismo che, con il loro canto ammaliatore, annichilente e omologante, vorrebbero trasformare tutto in canzonetta, in apicelliana smandolinata, in motivetto goliardico, in ossessivo ritornello (comunisti-toghe-rosse-evasione-tette-culi). E che resistendo a queste sirene capiamo bene che il problema democratico è lì, tutto lì, solo lì.

Il problema di cui discutere e contro cui combattere è il televoto a Sanremo, non il voto in Italia. Non perdiamo tempo come chi denuncia trame che non hanno neppure bisogno di ammantarsi di tenebra, che vengono svolte alla luce del sole, tanto non se ne fotte nessuno: disinformazione assoluta, ostacoli insormontabili nella presentazione delle liste, leggi elettorali modificate all'ultimo... Fatti denunciati da tempo dai Radicali. "Ma tanto io non voto per loro" dicono i difensori della democrazia, chini sulle tastiere a scrivere di Sanremo, chini sui giornali a leggere di Sanremo. Ma meno male che c'è Carla Bruni, no?

Little Prince(ss)

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3 commenti:

  1. Un pretesto vale un altro per non parlare delle cose. E anche parlare di Berlusconi, ormai, funge allo scopo. Un buon modo, per Repubblica, di non mettere mai in prima pagina le candidature impresentabili a governatori in Campania, Calabria, Basilicata ed Emilia-Romagna.

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  2. meno male che ogni tanto si riesce a parlare di qualcosa che non sia il deprimente discorso berlusconi and company.
    l'importante è non abbassare troppo la guardia.

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  3. Se ho ben inteso la Bonino ha iniziato uno sciopero della fame.Credo che questo tipo di illegalità ponga il cittadino di fronte alla propria inutilità rispetto a quanto altri, in stanze chiuse al pubblico, decidono per loro. L'iniziativa della Bonino forse riuscirà a svegliare qualcuno? Io non escludo nulla a priori ma non credo aiuterà a dare crismi di regolarità a queste elezioni....

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Il grande colibrì