Profughi eritrei in Libia, ecco l'interessamento dello Special Rapporteur Onu sui Migranti

Il mondo non si cambia a suon di appelli da firmare, lettere da inviare, utopie da inseguire. O forse sì. Forse possiamo fare davvero qualcosa almeno per salvare le decine e decine di profughi eritrei, alcuni dei quali respinti dall'Italia, finiti questa estate nei campi di concentramento libici, a patire la fame, la sete e la violenza dei carcerieri, e che rischiano di essere rimpatriati in Eritrea, dove li attenderebbero altri lager e altre violenze...

La loro vicenda, sebbene avesse suscitato l'interesse della stampa a luglio, era di nuovo piombata nel silenzio. La lettera di sostegno promossa da questo blog e dal Gruppo EveryOne, insieme all'azione dell'Agenzia Habeshia e dei Radicali, ha rotto questo silenzio, ottenendo in poche ore un primo importante risultato.

Lo Special Rapporteur delle Nazioni Unite sui Migranti, la massima autorità mondiale per quanto riguarda le problematiche umanitarie legate alle migrazioni, ha contattato i co-presidenti del Gruppo EveryOne, per fare il punto sulla drammatica situazione umanitaria dei profughi eritrei in Libia.

La situazione è così riassunta dal Gruppo EveryOne: "Sono 205 i profughi già internati a Mishratah e Al Braq, molti dei quali respinti dall'Italia e oggi in attesa di espulsione, perché il permesso di soggiorno valido 60 giorni accordato loro dal governo libico a fine luglio sta per scadere; vi sono altri 16 giovani ragazzi e quattro ragazze eritree arrestati a Bengasi qualche giorno fa e detenuti rispettivamente nelle carceri di Frnash Sebaa Algedya e Kuifia (presso Bengasi). Un ragazzo è mutilato a una gamba, mentre un altro soffre di gravi problemi psichici. Nessuno dei due riceve assistenza".

L'associazione per i diritti umani, inoltre, ha confermato alle Nazioni Unite come nessun profugo eritreo in Libia abbia potuto inoltrare domanda di asilo politico o di protezione umanitaria. La richiesta avanzata con urgenza da EveryOne, da NoirPink, da Habeshia e dai Radicali, a cui chiunque può aderire tramite la lettera di sostegno, è quella di reinsediare nell'Unione europea i profughi, per salvarli dalle dure persecuzioni che subirebbero in caso di rimpatrio in Eritrea.

La lettera è stata pubblicata anche Luigi De Magistris, noto euro-parlamentare dell'Italia dei Valori, sul suo sito e da alcuni blog, tra cui Informare è un dovere, Attualizzando, SLec e Le coordinate Galat(t)iche. E' ovvio che, nonostante l'importante risultato ottenuto, siamo solo all'inizio di una battaglia molto difficile: occorre davvero l'impegno di ciascuno di noi, occorrono ancora tante mail e tante lettere...

Little Prince(ss)

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3 commenti:

  1. complimenti per il risultato, nel corso di questo fine settimana proverò a mobilitare le mie piccole risorse (blog, alla-fonte.it etc) e gli amici per tenere viva la notizia e l'attenzione

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  2. Davvero complimenti per l'impegno e la passione e grazie per il servizio di sensibilizzazione su questi temi, NoirPink

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  3. Vi ringrazio per la segnalazione relativa alla vicenda dei profughi eritrei che avete pubblicato sul mio blog.

    Cercherò di condividerla e diffonderla tra gli amici.

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Il grande colibrì