Le Olimpiadi cinesi non sono da meno. Queste sono forse le prime, vere, Olimpiadi dove il Dio denaro ha fatto da padrone. Già a partire dalla scelta di farle disputare in un paese dove, fin dall'inizio, già si sapevano determinate cose riguardo ai Diritti Umani. Le polemiche, innescate a pochi mesi di distanza, hanno fatto sentire gli atleti portatori di responsabilità che, forse, non è loro compito portare a livello globale. Responsabilità che sono di natura strettamente economica e politica, che dipendono principalmente da governi e multinazionali, da sponsor. Le responsabilità attribuite agli atleti non sono ne più ne meno che le nostre, non in quanto spettatori di un evento, ma in quanto cittadini. Presto, quando le gare finiranno, chissà quanti si dimenticheranno del tema dei Diritti Umani e del Tibet, magari mentre si decide dove andare a mangiare questa sera, e guarda caso si deciderà il ristorante cinese perchè costa meno. Le polemiche sul boicottare i Giochi in questo senso sono ipocrite. Per addossare su atleti responsabilità, a volte addirittura colpe, per dei nostri sensi di colpa. Se si pensa che il paragone sia esagerato, controlliamo ogni cosa che abbiamo, anche il pc sul quale state leggendo questa pagina. Allora, forse, non sembrerà tanto assurdo.
Ma le Olimpiadi sono altro. Chi ha fatto sport sa di quanto impegno e passione comporti ogni vittoria sofferta, o anche una sconfitta col cuore in pace. Sa del livello di equilibrio col proprio corpo, della sua muscolatura, della sua rifinitezza, e dei suoi limiti. E' proprio questo il bello dello sport. Individuale, dove ciò che conta maggiormente è la fiducia nei propri mezzi, e quelli di squadra, dove l'unione e la fiducia reciproca, il darsi forza a vicenda, sono le cose più importanti. Queste Olimpiadi in questo senso saranno ricordate per gli otto ori di Phelps, il record incredibile, facile, e nemmeno troppo cercato, di Bolt, le lacrime di Cielo Filho, la terza vittoria della Vezzali, la vicenda della Aguero e del suo impegno, la scena di Abrahamian sul podio, e altre ancora.
Certo, poi salgono i dubbi circa i troppi record nel nuoto, gli aiuti dei giudici nelle gare di scherma e di ginnastica artistica a favore delle atlete cinesi e russe. Sperando che i tempi siano frutto dell'impegno degli atleti, gli aiuti non sono certo facilmente identificabili. Poi saltano fuori altre storie, come pubblicato oggi su Repubblica, ma non sul sito, dove viene riportata la notizia di tre ginnaste cinesi che, sebbene siano state scoperte di avere meno di 16 anni, sono state comunque ammesse alle gare. (La partecipazione può avvenire nel caso di avere più di 16 anni). Questo perchè il passaporto riportava come data di nascita il 1992. Vari giornali stranieri, tra cui il New York Times, proprio perchè insospettiti, hanno fatto ricerche scoprendo proprio come siano state modificate le date, poichè si è letto su siti di natura sportiva dedicati alle gare giovanili le vere età delle atlete in questione. Naturalmente, non appena diffusa la notizia, i siti sono stati oscurati e poi, naturalmente, modificati. Un'altra ombra si getta quindi su questi Giochi. Dominati dai soldi, dall'ipocrisia della gente e della politica.
Di spirito olimpico, onestamente, si è visto poco. Uno dei pochi momenti è stato quel fulmine giallo-verde, alto, atletico, che in 9.69 secondi ha riscritto i manuali di come si deve correre per essere perfetti. Lui non ha seguito il manuale e si è solo rilassato, come ha detto.
Come dovrebbe essere ogni sport.
Milesmood
è lo scritto più interessante che abbia letto sulle Olimpiadi di Pechino: complimenti per la capacità analitica
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