Lo Stato è assente, la politica è collusa. E i bambini non ballano contro la mafia.

"Colpa dello Stato assente"
di Stefania Divertito (Metro)

La casa-museo Peppino Impastato ora apre anche la domenica: "Ci stiamo occupando anche di immigrati", ci racconta Marina Montuori, una delle responsabili del luogo antimafia per eccellenza.

Un dissesto comunale che sfiora un miliardo di euro, e questo episodio [i bambini costretti dai genitori a non partecipare al Dance Attack antimafia; ndr] che racconta più di mille relazioni antimafia. Cosa sta succedendo a Catania?
Succede che l'antimafia non è un movimento condiviso da tutti e il potere politico è colluso.

Parole forti, eppure dal teatro è arrivato un bel segnale.
Certo, ma non basta. In passato manifestazioni antimafia erano organizzate da Cuffaro e da chi come lui ha avuto rapporti con la mafia.

Possibile che le famiglie abbiano ritenuto così pericoloso un balletto in piazza?
Quei bambini vengono da quartieri a rischio: lì la mafia al posto dello Stato dà lavoro ai loro padri, ai loro fratelli e forse anche a loro. Non mi meraviglia la reazione delle famiglie.

Eppure quei bambini che piangendo hanno in qualche modo reagito al diktat delle famiglie potrebbero essere una buona notizia.
In quel pianto non c'è ancora la cultura mafiosa. Si dice che la verità è dei folli e dei bambini: bene, per costruire si deve partire da questa età. Ma senza ipocrisie. Se nel loro quartiere non c'è neanche la fermata dell'autobus, come possiamo offrire un'alternativa alla mafia?

Leggi anche:
Alemanno, la mafia, la Chiesa: ecco il paese che non balla

2 commenti:

Il grande colibrì