Non è un paese per vecchi dei Fratelli Coen

"Ecco, la settimana scorsa hanno scoperto una coppia, in California, che affittava camere ai vecchietti, poi li ammazzava, li seppelliva in giardino, e intascava le loro pensioni. Ah, e prima li torturava, non so perché, forse il televisore si era guastato. E la cosa è andata avanti finché, testuali parole, «i vicini si sono allarmati quando hanno visto un uomo scappare con indosso solo un collare per cani». È impossibile inventarsi una notizia così, provaci, non ci riesci.
Questo c'è voluto per attirare l'attenzione di qualcuno: scavare fosse in giardino era passato inosservato."

Tratto da un romanzo di Corman McCarthy, Non è un paese per vecchi è l'ultimo film dei fratelli Coen.Certamente, di primo acchito si pensa a questo film come ad un western: le praterie, gli sceriffi, valigette piene di soldi, omicidi. In realtà, oltre questa lettura troppo semplice, c'è un mondo metaforico.
Llewelyn Moss (Josh Brolin) è un saldatore che vive con la moglie Carla Jean (Kelly MacDonald) in un paese sperduto verso i confini col Messico. Un giorno, trova accanto ad un cadavere una valigia contenente una montagna di soldi, ossia il denaro scomparso durante un conflitto armato tra due bande di trafficanti di droga. Per Moss inizierà una fuga, sia da alcuni trafficanti rimasti vivi, ma soprattutto dovrà scappare da Anton Chigurh (Javier Bardem), un killer silenzioso, senza scrupoli, armato con un fucile ad aria compressa, che decide la vita e la morte delle sue vittime attraverso il gioco del testa o croce. Nel suo cammino, pur senza incontrarlo, Moss avrà dalla sua parte un vecchio sceriffo, Ed Tom Bell (Tommy Lee Jones), che tenta di indagare sui responsabili della strage, e che sarà impegnato in un confronto con tutto quello per cui lotta, messo di fronte ad una brutalità che diventa sempre più terrificante.
Attorno ai personaggi si muove il deserto, il vuoto, le palle di fieno tipiche della prateria. Il luogo ideale per affrontare le proprie paure, o il proprio destino, se il destino esiste. Ogni personaggio è in sé la rappresentazione di un'idea. C'è l'avidità, l'ostinazione, il pentimento, la solitudine, la paura, la vecchiaia, la morte. E, soprattutto, c'è il personaggio, Chigurh, l'alfiere della violenza, il vero protagonista, colui che è in grado di portare a compimento ogni destino, affidandosi al Suo caso. Invincibile, si ritiene immortale ed immune a tutto. E' il giocoliere della vita, capace di spezzarla a suo piacimento. Ma solo alla fine, chissà se lo capirà, si rende conto che anche lui non ha un destino, che è vittima lui stesso del caso. Ed è questa la molla della vita: il caso. Dove ogni azione compiuta volutamente nasce perchè il caso ha portato a determinare quel gesto. Moss che ruba, Chigurh che uccide, Bell che riflette.
Il tutto mentre il mondo continua a girare, mentre la violenza assume il ruolo del caso. E diventa un paese non più gentile, un paese inadatto per i vecchi, per l'appunto, capaci solo di ripensare il passato. Il presente è solo presente, non c'è più tempo per la memoria, perchè diventa troppo macchiato di sangue. E il fallimento nasce da li, proprio dall'incapacità di fermare tutto quel rosso. E la speranza giace solo alla fine di un sogno....


Milesmood
Video: Una delle scene più belle del film

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