Il Pride di Genova spacca il movimento arcobaleno e il Pd. E Bagnasco invece...

La scelta di tenere il Gay Pride nazionale a Genova il prossimo 13 giugno sta provocando un (mezzo) terremoto.

Nel movimento *qtblg, perché, rispettando una tradizione di cui sarebbe meglio non andare troppo fieri, la manifestazione è stata indetta da Arcigay e da tre altre associazioni senza consultare tutte le altre realtà del movimento stesso. Le quali, a quanto sembra, non sono state avvertite neppure con un'e-mail, ma hanno scoperto il tutto a mezzo stampa...

Si lamenta, ad esempio, il Mario Mieli. Il quale avrebbe pure ragione, ma dimentica però che, a quanto sembra, negli stessi giorni stava lavorando al progetto dell'EuroPride a Roma senza avvisare (e, soprattutto, chiedere la partecipazione di) niente e nessuno. E siamo così arrivati al paradosso che il progetto dell'EuroPRide a Roma ha avuto la quasi unanimità: unica astensione quella del Cig, cioè dell'Arcigay di Milano.

Ovviamente ora è guerra di comunicati stampa. Sì, perché lo stereotipo vuole che i gay passino il tempo solo a scopare, insidiare poveri eterosessuali ingenui e sculettare. Magari! In realtà, tanti di loro passano molto più tempo a scrivere comunicati stampa che legge solo la zia, quando non è troppo impegnata nel torneo condominiale di rubamazzetto. Ognuno trova la felicità in quello che più lo aggrada, giustamente.

Ma la scelta dell'Arcigay ha creato un mezzo terremoto anche a Genova, anche perché proprio il 13 giugno si tiene nel capoluogo ligure la sfilata del Corpus Domini. Il presidente della Provincia Alessando Repetto parla di "manifestazione provocatoria" (e allora?). Il suo vice Massimiliano Costa aggiunge: "Rispetto le persone, ma ostentare esageratamente situazioni diverse come si fa durante il Gay Pride è un fatto negativo. Data la concomitanza con il Corpus Domini, il minimo che può fare il sindaco è spostare la data della sfilata omosessuale". Il senatore Claudio Gustavino rincara: "Come genovese non posso essere orgoglioso che il Gay Pride si svolga nella mia città".

Il fatto che potrebbe sorprendere i cuori puri è che sia Repetto sia Costa sia Gustavino non sono di An o dell'Udc (partiti che comunque, rassicuratevi, hanno espresso il loro tradizionale sdegno), ma sono esponenti del Partito Democratico. "Essere del Pd non significa aver abolito il buon senso. Far sfilare transessuali e travestiti è solo una provocazione" chiarisce, per fortuna, Gustavino.

Quindi destra e centro-centro-centro-(sinistra?) potrebbero unirsi in una coalizione trasversale anti-Pride. Mentre quei furboni della Curia si mostrano più possibilisti: Angelo Bagnasco, arcivescovo della città e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha fatto il finto tonto: "Il Gay Pride si è già svolto a Roma nell'anno del Giubileo e non sono contrario alle manifestazioni del pensiero quando avvengono con modalità corrette senza recare offesa. Quanto al problema della data, si troverà un accordo" [Corriere].

Sì sì, sono come sempre i più furbi.

Little Prince(ss)

Leggi anche:
* Ancora problemi per il Pride di Genova: il prefetto lo sfratta e Arcigay acconsente
* Il Pride nazionale 2009 a Genova, l'EuroPride 2011 a Roma

5 commenti:

  1. Non credo che il comportamento del Mieli sia stato scorretto. Avendo avviato già negli anni scorsi tentativi di ospitare l'EuroPride per arrivare poi quest'anno ad ottenerlo. Il Mieli spiega come si è arrivati a questa conquista e non mi sembra che le altre associazioni si possano lamentare.
    Si fanno come al solito notare Arcigay Milano che si astiene e Arcigay nazionale che annunciando il genovapride ''registra'' la vittoria di Roma. ''Registrare'', che tristezza!

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  2. In realtà il Mieli riguardo all'EuroPride ha chiesto l'aiuto, l'impegno e le lettere di sostegno di tutte le associazioni e di rappresentanti politici. http://www.queerway.it/dblog/articolo.asp?articolo=1111

    Sul Pride nazionale e sul quello europeo: http://www.queerway.it/dblog/articolo.asp?articolo=1155

    Sul PD:
    http://www.queerway.it/dblog/articolo.asp?articolo=1152
    http://www.queerway.it/dblog/articolo.asp?articolo=1156

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  3. Sui retroscena non so cosa dire, non li conosco direttamente e ognuno ha la sua versione. Ma non credo che il punto cruciale sia questo, davvero.
    Quello che, personalmente, troverei corretto sarebbe aprire un dibattito prima nelle singole associazioni e poi tra le associazioni su progetti e proposte. Sì, non discutere di scelte già fatte o di candidature, ma di progetti e proposte. Alle scelte già fatte si risponde col dito medio, alle candidature si dice sì o no, sui progetti e le proposte si discute più seriamente e costruttivamente.
    Alle altre realtà *qtblg (associazioni e persone) sono state chieste solo lettere di sostegno o si è impostato un progetto di candidatura in collaborazione con gli altri?
    Chi è al di fuori delle beghe interne al movimento non solo non è coinvolto, ma non può far altro che pensare che Arcigay è una dittatura e che il Mieli è solo interessato al "titolo di maggiore e più importante associazione GLBT italiana scalzando de facto l'Arcigay" (cito queer boy).
    La bella figura non la fa né Arcigay né il Mario Mieli. La fa Bagnasco, con le sue frasette da finto liberale.

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  4. Va aggiunto che l'Arcigay ha scelto la data proprio per "offendere" i cattolici genovesi legati da sempre al corpus dominis.
    Poi sono d'ccordo con quello che hai scritto su quest'ultimo commento: coinvolgeteci veramente, invece di uccidervi sulle formalità!

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Il grande colibrì