Chi ha rubato l’otto per mille?
di Lino Duilio (Europa, 3 ottobre 2008)
Anche quest’anno si provvederà a distribuire la quota dell’otto per mille che i cittadini destinano, con la propria scelta fatta sul modulo per la dichiarazione dei redditi, alle diverse confessioni religiose, per le proprie finalità, o allo stato per quanto stabilito dalla legge, vale a dire calamità naturali, assistenza ai rifugiati, fame nel mondo e conservazione dei beni culturali. L’ammontare delle risorse da ripartire per il 2008, secondo i calcoli fatti, ammonta a quasi un miliardo di euro, l’89 per cento dei quali andrà alla chiesa cattolica.
Ma quanto va allo stato? Sulla base delle scelte fatte nei vari anni, è statisticamente rilevato che la cifra destinata allo stato si aggira intorno ai 90 milioni di euro l’anno, somma che dovrebbe figurare nello stanziamento previsto per l’otto per mille statale. Ora, a guardare la disponibilità di bilancio, per il 2008 risultano appena tre milioni e mezzo di euro. Perché questa differenza? Forse che i cittadini hanno deciso di destinare quasi tutto alle diverse confessioni, in specie alla chiesa cattolica? Non proprio, anzi. Le dichiarazioni attestano che, a fronte di un aumento del numero di coloro che “destinano” l’otto per mille, diminuisce il numero di coloro che scelgono le chiese ed aumentano quelli che scelgono lo stato.
Come mai, allora, quella cifra così bassa? La spiegazione sta nel fatto che il governo Berlusconi ha definanziato il Fondo per l’otto per mille, utilizzando la quasi totalità delle risorse per la (parziale) copertura dei mancati introiti dell’Ici, imposta che, come sappiamo, è stata abolita.
Più in particolare, con il decreto di giugno sull’Ici sono state “sottratte” al fondo risorse per 60 milioni di euro, che la Finanziaria per il 2007 aveva appostato per l’otto per mille statale.
Sono rimasti, così, gli spiccioli di cui prima, che il governo propone di utilizzare per alcune calamità naturali: sette interventi in tutto! Da annotare che il fondo era stato già azzerato nella precedente legislatura a maggioranza berlusconiana, ed era stato il governo Prodi a ricostituirlo gradualmente: 45 milioni per il 2007 (effettivamente distribuiti), 60 milioni per il 2008. Con il decreto di giugno, Tremonti ha colpito ancora, potremmo dire.
Il risultato è che, a fronte di un numero crescente di cittadini che decidono di destinare allo stato la propria quota dell’otto per mille, le risorse relative spariscono: un comportamento poco corretto ed al limite della legittimità costituzionale! Delle 808 domande ammesse, poi, al finanziamento con parere favorevole (sulle 1168 presentate), come già detto solo sette potranno essere soddisfatte: un numero irrisorio.
Adesso la questione è all’esame della commissione bilancio della camera, che dovrà dare il suo parere, peraltro non vincolante.
Farà almeno qualche rimostranza l’attuale maggioranza dinanzi ad un comportamento del governo oltretutto recidivo? Abbiamo seri motivi per dubitarne.
Nessun commento:
Posta un commento