L'arcobaleno scaccia la tempesta: combattere l'omofobia, vincere ogni paura... e vivere

La paura è un sentimento umano. La paura è utile in certi momenti. La paura può evitarti parecchi guai. La paura può farti sentire vivo. Ma la paura non può farti vivere. Deve essere un momento, non uno stile di vita...

L'omofobia è una paura che diventa stile di vita. E' vero, non sempre si riesce a cogliere subito la paura che sta dietro l'omofobia e non sempre l'omofobia si manifesta in maniera preponderante come paura. Ma l'omofobo è sostanzialmente quella persona che, nel diverso orientamento sessuale altrui, vede esplodere il proprio disorientamento. Davanti agli occhi dell'omofobo ogni persona transessuale, lesbica e gay è una dimostrazione della falsità del modello dominante di rappresentazione della realtà.

Di fronte a una persona che fa crollare il tuo modo di vedere il mondo, le reazioni possibili diventano due: chi è culturalmente più forte, flessibile e sensibile inizia a interrogarsi sul mondo, sugli altri e su se stesso; chi è culturalmente più debole, goffo e arido cerca in ogni modo di negare e distruggere, distruggere e negare. Incapace di nuotare, si aggrappa proprio al legno che sta affondando. Esiste poi la terza strada, quella dell'indifferenza...

Ma oggi, Giornata mondiale contro l'omofobia, non vorrei parlare di omofobia. Lo fanno già in tanti e lo fanno spesso molto bene. Vorrei parlare, invece, delle paure che ruotano intorno all'omofobia - e alla transfobia - e delle reazioni irrazionali che queste paure producono.

La paura più evidente è quella di rimanere vittime di omofobia o transfobia. Paura razionale e "utile" in alcuni casi, ma eccessiva e controproducente in molti altri. Penso, ad esempio, ai gruppi transgender che rifiutano il contatto con le persone cisgender (cioè le persone non transgender) per paura dei loro pregiudizi. Ovviamente, la mancanza di contatto si traduce nell'impossibilità di dimostrare la pochezza e la falsità di quegli stessi pregiudizi, alimentandoli in un circolo vizioso.

Ma pensiamo anche alla reazione sessuofoba che spesso si oppone contro gli omofobi. Pensiamo a Mara Carfagna, denigrata al Pride di Bologna dell'anno scorso non per le sue improponibili idee, ma per le sue famose foto di nudo. C'è chi ha portato questa denigrazione come unico messaggio politico e lo ha fatto all'interno di una manifestazione in cui gli episodi di nudità abbondano e trovano giustamente piena cittadinanza...

C'è anche la paura della paura dell'omofobia, cioè la paura che gli altri abbiano eccessivamente paura dell'omofobia. Il valore della visibilità diventa rigido e schematico dogmatismo, fino all'incapacità di comprendere le motivazioni dei "non dichiarati", fino a bollare ogni persona che si definisca bisessuale o non interessata alle classificazioni sempre e solo come pavida, repressa. La paura della paura dell'omofobia si traduce spesso, in modo paradossale, in "bifobia" o in "queerfobia".

Poi c'è la paura dell'omofobia interiorizzata: quante persone si costruiscono maschere assurde per dimostrare di aver accettato parti inesistenti di se stesse? Esistono persino attivisti gay che si proclamano ogni due per tre "passive" nel timore che, se dichiarassero che in realtà hanno un ruolo sessuale esclusivamente attivo, potrebbero apparire come "analmente repressi". O potrebbero, più probabilmente, spalancare il vaso di Pandora di mille paure interiori che probabilmente con l'analità nulla hanno a che fare...

Insomma, tante, troppe paure spesso avvelenano la vita delle persone queer, lesbiche, transgender, bisessuali e gay. Occorre contrastare con determinazione il pensiero omofobo, ma anche tutte le paure che gli ruotano intorno. Perché si può vivere fino alla morte o si può morire di paura invece che vivere. "Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola" diceva Paolo Borsellino.

E allora vale la pena affrontare con forza e determinazione l'omofobia, ma allo stesso tempo vivere con serenità e tranquillità quelle cose bellissime che sono l'amore, l'affettività e la sessualità. Con chi si vuole, come si vuole, in quanti si vuole...

Little Prince(ss)

Leggi anche:
* Giorno della Memoria: con ogni colore ci avete ucciso, da ogni colore riprendiamo vita
* In Italia "gay" si dice "frocio": 9 omicidi e 45 aggressioni in un solo anno, denuncia Arcigay
* Omofobia, stalking e pena di morte: i nuovi "compagni che sbagliano", benedetti dal papa

13 commenti:

  1. un bell'articolo

    giusto per puntualizzare una cosetta piccola piccola: io non direi che le persone fuori dagli schemi siano "una dimostrazione della falsità del modello dominante di rappresentazione della realtà", quanto del modello UNICO della rappresentazione della realtà

    ma sono sottigliezze del cavolo ^^

    per il resto sono d'accordo: ci si erige barriere ridicole. alla fine basterebbe prenderla un po' più con calma... e questo vale per razza, religione, orientamento sessuale... quando penso al fatto che ci sono persone che si menano per una partita di calcio mi viene un po' meno la speranza

    RispondiElimina
  2. Purtroppo c'è ancora molta strada da fare per superare questa barriera.

    RispondiElimina
  3. secondo me l'omofobia non esiste, se la sono creata i gay per rispondere alle loro stesse ansie e per tentare di colpevolizzare chiunque dissenta dal loro comportamento - esiste invece l'eterosessualità: da fastidio anche quella? e che sono queste categorie "cisgender"? la didattica gay, che già era inutile, sta diventanto assurda

    (ps. sono anch'io omosessuale, ma non "gay", ho girato il mondo, e un omofobo NON l'ho MAI visto, casomai c'è gente ignorante e senza rispetto, ma averne l'esclusiva come nemici mi sembra egoista, vittimistico e anche paranoico)

    RispondiElimina
  4. @ Anonimo:

    1) E' vero, l'omofobia non esiste. Non esistono neppure le discriminazioni, i pestaggi e la pena di morte. Per dovere di completezza, non esistono neppure guerre, fame e odio. Esiste solo Babbo Natale, non accusabile di omofobia perché porta le automobiline anche alle bimbe e le Barbie anche ai maschietti.

    2) E' vero, trans*, lesbiche e gay provano fastidio nei confronti degli eterosessuali. L'eterofobia imperversa in tutto il mondo. Per fortuna un piccolo numero di Stati democratici sta iniziando a considerare anche gli etero come cittadini come gli altri.

    3) Sei omosessuale, hai girato il mondo e non hai mai visto un omofobo. Se lo dici tu, ci credo (questa volta senza ironia). Ma, non avendo né un'agenzia di viaggi né un negozio di oculistica, non so davvero cosa consigliarti...

    RispondiElimina
  5. l'omofobia non esiste?
    o esistono persone che non hanno nemmeno idea di cosa voglia dire la parola omofobia, eppure ne parlano?

    omofobia è la pena di morte (o il carcere) agli omosessuali, in quanto tali. e questo esiste.

    omofobia è anche vietare che due uomini possano camminare mano nella mano per strada (non è un comportamente sessuale, violento, impudico, eppure in molte parti di questo piccolo mondo è vietato dalla legge, e in molte altre sarebbe pubblicamente condannato, e a volte a rischio di aggressione)

    omofobia è insegnare ai bambini che persone omosessuali, transessuali, siano già solo per questo persone da odiare, allontanare, insultare. magari picchiare.
    i bambini più piccoli, questi comportamenti non li conoscono, perché nessuno glieli ha ancora insegnati.

    omofobia, è semplicemente una forma di razzismo. di sessismo.
    semplicemente. ed esiste.
    se poi a certe persone sta bene essere discriminate, o doversi nascondere per forza*, bè, questo non significa che l'omofobia non esista.


    * con per forza, intendo dire, che sebbene per alcuni possa essere una scelta, personale, e saranno anche fatti loro, se però avessero scelto di non nascondersi sarebbero stati discriminati. ingiustamente, dato che non c'è nulla da nascondere.
    non si sta chiedendo di andare a fare sesso sulle panchine dei parchi o nelle pubbliche piazze.
    si sta chiedendo di non venir picchiati, derisi, licenziati, uccisi.

    RispondiElimina
  6. Io sono omosessuale e vivo tranquillamente e decisamente allo scoperto, non faccio mistero di nulla e con il mio compagno nn ci presentiamo mai come "amici"... siamo una coppia punto e basta... eppure... eppure... insulti immotivati (in assenza di piume di struzzo) per aver camminato sottobraccio al mio compagno, me li sono beccati... l'omofobia ha forme orrende e mostruose in certi paesi, ma nel nostro è anche semplicemente il doversi chiedere in ogni momento: "in che ambiente mi trovo? cosa NON devo fare per non crearmi problemi?". Proporre l'idea che il problema non esiste autorizza quelli che cercano di risolvere i loro conflitti interiori ad attaccarne la personificazione negli altri. E questo mi fa incazzare.

    RispondiElimina
  7. Mah... io ho incontrato solo gente che mi ha amato, se ho subito del male non era certo perchè ero omosessuale ma perchè avevo qualcosa di "rubabile"; la pena di morte è un fatto culturale e non è "omofobia", si deve scendere a patti con una cultura; il carcere è a causa della legge e non dell'"omofobia", si deve cambiare la legge; i pestaggi sono dovuti all'ignoranza e alla violenza ma allora va bene tutto: negro, cinese, ebreo, rom, gay... a qualcuno "diverso" non sta bene, ma esiste la libertà di opinione, che deve essere rispettata, come esistono i diritti umani, che dovrebbero essere rispettati in tutto il mondo. Il rispetto dei diritti è da conquistare per tutti, non solo per i gay, i quali in quanto "vittime" dovrebbero marciare in prima linea per la Palestina, per il Tibet, per tutti quei posti dove i diritti umani di maschi, femmine e omosessuali vengono ignorati.

    Isolare e combattere la pedofilia, quella sarebbe una battaglia vera, che farebbe riconquistare stima al movimento gay. Invece...visto come vanno le cose è più probabile che si inventi una "pedofilofobia" da rieducare. Intendo dire che invece del "rispetto" si va cercando l'"accettazione", e quella mi dispiace ma non l'ho ottenuta nemmeno dalla mia famiglia... come sperare di ottenerla dal mondo intero?

    RispondiElimina
  8. non si parla di vietare la libertà d'opinione.
    nei paesi occidentali si parla di considerare un'aggravante per altri crimini, il fatto che la motivazione sia odio per un "diverso omosessuale". dato che la maggior parte delle legislazioni già prevedono questo in caso di un "diverso colore di pelle", di una "diversa religione", di un "diverso sesso", di un "diverso gruppo etnico", etc...
    introdurre, cioè prendere in considerazione _alla pari_ l'omofobia, con le altre forme di xenofobia, è il senso "interno" ai paesi occidentali.

    il fatto che altri paesi prevedano la pena di morte per gli omosessuali, non può essere considerato semplicemente "fattore culturale": è omofobia. così come è misoginia l'obbligare le donne a stare sottoposte ad un'autorità maschile. non è semplicemente cultura, sono culture d'odio, di segregazione, di paura.

    RispondiElimina
  9. Per l'anonimo: http://queerworld.splinder.com/post/12131246/

    Non ho altro da aggiungere, Vostro Onore.

    RispondiElimina
  10. Povero anonimo omosessuale...

    Soppresso dal vostro queer-radical regime al pari del KGB o di "cosa nostra"

    Dite di essere bravi e aperti invece fate solo il gioco del potere rivoluzionario sesso-dipendente.
    Dopo aver riso per voi mi rimane tanta tristezza: poveretti anche voi.

    RispondiElimina
  11. @Saccente
    "sesso-dipendente"?
    complimenti per la rapidità con cui hai fatto di tutte le erbe un fascio per giudicare tutto e tutti senza ragione alcuna.
    poveretti non solo noi, ma anche te.

    RispondiElimina
  12. [... Penso, ad esempio, ai gruppi transgender che rifiutano il contatto con le persone cisgender (cioè le persone non transgender) per paura dei loro pregiudizi... ] Sono un cisgender, da mesi collaboro attivamente con un'Associazione che si occupa in particolare di tematiche 'T' e sarei curioso di sapere da dov'è uscito quest'ennesimo luogo comune.
    Sono mesi che incontro persone del movimento lgbt e, ribalto la domanda: sicuri che siano loro a non voler incontrare gli altri oppure i cosidetti "normali" che non accettano a prescindere il "diverso"???
    No perchè sul mondo T di cavolate se ne leggono tante e questa mi sembra del tutto gratuita.
    Grazie

    RispondiElimina
  13. @ Anonimo:

    E' proprio il carattere culturale dell'omofobia e della transfobia a motivare la necessità di combattere culturalmente e politicamente questi fenomeni. L'aracnofobia non ha grosse implicazioni culturali e per questo non ci perderei troppe energie per contrastarla.

    Sul fatto che il rispetto dei diritti è da conquistare per tutti, nessuno lo ha messo in dubbio, anzi. Un giretto all'interno del blog credo lo dimostri bene.


    @ Chit:

    Credo ci sia stata un'incomprensione. Quando dico "ai gruppi transgender" intendo dire "a quei gruppi transgender" e non "a tutti i gruppi transgender". La frase in effetti si presta a una doppia interpretazione: ci pongo subito rimedio.

    Comunque purtroppo esistono alcune associazioni t* - a volte anche tra le più importanti - che rifiutano il contatto con le persone cisgender e anche alle persone queer, ecc. Lo dico per esperienza e conoscenza diretta, non per luoghi comuni o per sentito dire.

    La paura è quella di entrare in contatto con persone piene di pregiudizi o che magari sono interessate alle persone t* solo per una "morbosa attrazione sessuale" (il perché l'attrazione sessuale per le persone t* debba essere morbosa rimane un mistero...).

    Alcune delle purtroppo frequenti crisi e scissioni all'interno dell'associazionismo t* sono motivate da tensioni proprio intorno a questo punto.

    RispondiElimina

Il grande colibrì