Terrorismo alla milanese? Basta nuotare per risollevarsi e vivere in pace

Si rientra a casa. Giornata strana questa, cavalcando l’onda di cambiamenti perenni, eterni ad attendermi per rovistare tra le pieghe di un equilibrio mal messo. Il freddo attanaglia tutto e tutti, corpi gelati attorcigliati tra cappotti e sacchetti delle compere di Natale. Ultimi acquisti, primi regali, l’economia galoppa con loro sfottendo il mai estinto Keynes, il buon vecchio John M.

“Ma va là quel tram”, esclama la signora anziana indicando incredula il tram servizio speciale che nemmeno si ferma alla fermata. “Che diavolo fa?” “Ma signora, non vede che è servizio speciale?”, risponde saccente una sciura con manie di moda moscovite. “E che vuol dire?”, dice la prima signora confusa. “Ma si, li prendono le comitive, i turisti, le ditte. Mio cugino ha fatto la sua festa del suo 40imo compleanno così”, afferma rimarcando con foga la sua parentela. “Roba da matti, povera Italia”, si dispera la signora agghiacciata non solo dal freddo tagliente, “Io ste cose le facevo a Parigi, sulla Senna con un bateau rouge, li si che è un capolavoro. Ma chi è quel pirla che organizza una roba del genere a Milano? Robe da disperati, povera povera Italia”. Così, si allontana dirigendosi verso la vetrina del negozio di oreficeria.

Giornata strana questa a Milano. Tra notizie di attentati alla Università Bocconi rivendicati dagli anarchici e accuse di corruzione a Prosperini, assessore regionale del Turismo in Lombardia. Strana giornata accanto agli strascichi di domenica, strana per una città che non conosce più pace. Così, sicuramente si collegherà l’attentato all’aggressione, confondendo ancora terrorismo e squilibri. Il terrorismo vero, come strategia di lotta e guerriglia, si fonda sull’identità di gruppo esasperata. Ma come a nascere dove non c’è nulla se non solo rancore? Strana città per una giornata altrettanto strana. La strumentalizzazione del terrore e della violenza è il fondamento del terrorismo strategico. Azioni di guerriglia psicologica per destabilizzare il clima. Questa è la base per approfittarsi dei congelamenti ideologici, usarli a proprio piacimento e rapportarsi con il resto del mondo. Il terrorismo si basa sulle non azioni. E’ il non fare che genera l’ansia per il futuro, così lo si precede a suon di strategie preventive fallimentari, perché non supportate dagli elementi più basilari di qualunque mossa di sicurezza: le prove di una minaccia incombente. Si traduce in azioni generalizzate e generaliste, capri espiatori, così facili da controllare perchè già di per sé deboli. L’unica arma per combattere il terrorismo è negargli l’unico appiglio su cui si basa: l’ideologia.

Giornata strana a Milano. Rientro a casa, la pesantezza si fa sentire. Notizie che si accavallano a suon di sangue. Può essere che sia arrivato il tempo di stordirsi dallo stordimento. Può anche essere che sia inutile crogiolarsi nelle proprie lacrime di vittima, perché l’intenzione non è quella di morire affogati ma di battere la Pellegrini sui 200. Strana città, di terrorismo e di paure, violenza e odio. Puzza di soldi e di sangue, impennate di vendite di statuine per tristi emulazioni di uno psicotico. Keynes di certo non pensava alla violenza per riferirsi alle strategie di supporto alla domanda per stimolare l’offerta, il vecchio incompreso John M.

Strana serata di silenzio bombarolo e miccette esplose a metà. Silenzio di routine, almeno ieri la neve accompagnava il gelido addormentarsi. Non è certo la fine, non ricomincerà più nulla perché non c’è più niente da recriminare. Solo qualche bracciata di nuoto per continuare a vivere.

Milesmood

2 commenti:

  1. i fatti di questi giorni inquietano. non tanto per i fatti in sè (uno psicolabile che aggredisce qualcuno rimane tale e isolato) ma per le conseguenze. si sta già discutendo la proibizione per legge delle contestazioni.

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  2. Dear Author noirpink.blogspot.com !
    Leave me alone!

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Il grande colibrì