Poi, in punta di piedi mi avvicinerei, allungherei una mano davanti al suo naso, per far scorrere il suo alito caldo sulle mie dita, sul palmo della mano, sul profilo del pollice. E me ne andrei così, dopo aver solo sfiorato il suo fiato, dopo aver solo osservato il suo corpo con attenzione, pazienza, curiosità. Dopo aver compreso il senso che ha di sé. Dopo aver sceverato le ombre del suo abbrutimento dalle ombre della notte.
Vorrei solo capire se riesce a dormire e come riesce a dormire, se si sveglia nel cuore della notte, se digrigna i denti, se i muscoli del volto si rilassano, se compare su quel viso un sorriso naturale, se urla e piange e suda e si dimena come cercando di fuggire da se stesso. Vorrei solo capire come sono i suoi sonni - i sogni restando imperscrutabili. E non me ne fregherebbe nulla delle sue compagne da letto, se fossi nella camera di Silvio Berlusconi.
Little Prince(ss)
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