Penso às vezes que nunca sairei da Rua dos Douradores.
E isto escrito, então, parece-me a eternidade.
Fernando Pessoa
Prima di Carlos - prima di incontrare Carlos, voglio dire - non avevo mai fatto caso al fatto che i mulatti non hanno quasi un pelo. Era meraviglioso far scorrere la mia lingua sulla sua pelle morbida e glabra. La sua pelle sembrava quasi essere stata creata apposta per essere percorsa da una lingua. La sua pelle, che conosceva la lingua dell'America latina e dell'emigrazione, del sudore e del sale, ignorava del tutto il senso della parola attrito.
Ho conosciuto Carlos ad uno sportello dove si faceva assistenza agli immigrati. Gli si dava cibo, informazioni, cure mediche di base. C'ero andato per accompagnare Angela, una compagna di università. Angela era una giovane dirigente di un partito di sinistra, impegnata in non so quante attività di volontariato. Era solita lamentarsi di noi suoi coetanei, mammoni in casa dei genitori e poco attivi nel sociale. Suo padre le aveva dato uno dei suoi appartamenti in città e le sganciava una paghetta mensile che superava il mio stipendio da call center.
Non mi piaceva parlare di politica con Angela: aveva sempre troppe risposte. Carlos, invece, le faceva solo domande, con il suo buon italiano che si trasformava in una morbida cantilena. "Perché dici che Emma non vince le elezioni?" le chiese un giorno. "Perché è di destra". "Ma non è in prima fila per noi immigrati?". "Sì, però...". "E anche per i carcerati, no?". "Sì, ma...". "E per i gay?". "Beh, sì...". "E in economia vuole quel che han fatto i governi di sinistra, ma con più ammortizzatori, no?". "Sì, ma lei è di destra, ultraliberista e guerrafondaia!". E allora Carlos sorrideva, con quelle sue labbra morbide che gliele avrei mangiate.
Quando la Bonino perse, Angela e i suoi amici passavano il tempo a dire che loro lo avevano detto. E che il PD non era capace di costruire un'alternativa, che la sinistra era mezza morta, che la spirale mafio-fascista del berlusconismo era ineluttabile e inarrestabile: i condoni, le intercettazioni, la scuola, la Costituzione, i sondaggi... Più li sentivo e più mi montava l'angoscia, perché senza dubbio era tutto vero. Non è che andassi lì per sentire loro, a dire la verità, andavo solo per accompagnare Carlos. Lo guardavo lavorare e l'angoscia se ne andava via.
Ogni angoscia spariva sotto quelle mani morbide che mi carezzavano il viso, accanto a quelle labbra morbide che mi baciavano, con quella lingua spessa e morbida che mi esplorava la bocca con la calma di un desiderio che pareva avere mille anni davanti a sé, tra le sue mani che stringevano morbidamente i miei fianchi mentre mi dava ritmicamente l'amore...
"Angela, non sai quant'è bello far all'amore con Carlos..." confessai una volta, non so neppure io perché, mentre osservavo il mio uomo preparare i pacchetti con gli alimenti, clandestino per i clandestini. Angela mi guardò gelida: "Non sono qui per parlare di queste cose. Sono qui per far politica, io". Una volta mi disse anche: "Cerca almeno di non ostentare tutta questa felicità, visto che qua sta cascando il mondo". "Ma tu non conosci altri orizzonti, altri linguaggi, altri mondi oltre ai tuoi?" le chiesi allora. Lei mi guardò come si guarda uno fuori di testa. E si girò dall'altra parte.
Sì, Angela mi considerava davvero fuori di testa, lo so. Però quella mattina ebbe il buon pensiero di chiamarmi. "Hanno preso Carlos" disse. "E dove l'hanno portato?". "In via dei Doratori" rispose e chiuse. Cazzo, non avevo mai sentito nominare quella strada! Corsi giù per le scale con la disperazione che mi batteva come un tamburo nel petto. Spalancai il portone, senza sapere se correre a destra, se correre a sinistra, quando il mio sguardo angosciato cadde sul cartello "Via dei Doratori". Quella via dal nome sconosciuto era la via in cui abitavo e non me ne ero mai accorto?
Era una strada larga, senza automobili né in transito né in sosta, priva di segni di vita a parte una piccola folla di persone che urlava a bassa voce e agitava cartelli. C'era anche Angela tra loro. "Angela, dov'è Carlos?". "Lascia perdere e mostra le palle, mostra la tua indignazione!". "Sì, ma prima voglio vedere Carlos!". "Non ne vale la pena, Berlusconi ha vinto, il PD non è un'alternativa credibile e la sinistra è morta! Lotta con noi, prendi un cartello!". "Ma che me ne frega, io voglio lottare per Carlos e con Carlos accanto!" le urlai. E fu allora che vidi la voliera.
Era una voliera grande, circondata da militari dalla faccia feroce. E dietro le sbarre dure della voliera ecco il morbido corpo nudo di Carlos. Gli andai incontro, fendendo la folla di manifestanti. I militari mi scaricarono addosso tutti i loro fucili ad acqua e l'acqua mi sciolse i vestiti. Mi ritrovai nudo davanti alla porta della voliera e non c'era alcun lucchetto e così la aprii e feci uscire Carlos. "Sei libero ora" gli dissi. Lui mi sorrise e con la sua voce-cantilena ribatté: "Noi non siamo mai stati prigionieri". Ci prendemmo per mano e attraversammo quella strada completamente deserta.
Penso a volte che non uscirò mai da questa Rua dos Douradores.
E se lo scrivo, mi sembra un'eternità.
Little Princess
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* "Il decreto è il più grande cartellone elettorale di tutti i tempi, in un certo senso, capisci?"
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Il messaggio simbolico è potentissimo e complesso (quante cose evochi!)... è un peccato che pochi lo leggeranno e ancora in meno ne capiranno davvero il senso...
RispondiElimina"Noi non siamo mai stati prigionieri". Ci prendemmo per mano e attraversammo quella strada completamente deserta.
RispondiEliminaQuesta è il segreto.
Little Princess spero,ma ne sono contento, anche Tu attraversi quella strada completamente deserta.
Nella Rua dos Douradores ce ne sono altri.
Grazie
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Per la parte piu' politica:
La fame,le violenze,le morti sono sempre esistite:oggi le chiamano "Diritti Umani" per crearsi un posto di lavoro,una carriera politica o una via per sbrogliare i propri conflitti interiori,ma sopratttutto per i partiti per immagazzinare fondi e giustificarsi nel populismo politico.
Infatti i poveri,anziani, malati,i ,le guerre ,le mine anti uomo,antibimbo ecc sono sempre li e sono sempre e sempre di piu' poveri,malati,torturati ecc
Per quanto riguarda la Bonino niente da eccepire come una Socialdemocratica Scandinava:Socialdemocrazia che ha già fatto il suo tempo e i suoi danni in scandinavia.Certo per l'Italia metterebbe un po' di onestà,ma giusto un po.
Dello spirito e rabbia radicale della maestra Adele Faccio non ha nulla.,infatti la grande signora borghese Adele non avrebbe mai fatto carriera politica.come le figlie dei contadini;morta povera ed ignorata e che non ha mai posseduto un conto corrente bancario