E’ un mondo difficile (e di vita incerta)


E forse circondato dalla più folle pazzia. Guardandomi attorno che vedo se non una continua e affannosa ricerca di qualche cosa che non si sa bene cosa sia l’importante è che mi faccia evadere da me stesso? Dalla politica ai rapporti umani, dalla cultura all’amore e via lungo sentieri impervi e sempre più difficili. L’Io, quello che per secoli di storia è stato conquistato a suon di sangue e guerre, di battaglie politiche e di ribellioni illuministiche, è un affare in disuso. Non conta più molto quel qualcosa che ci rende indivisibili, retti, eterni e soprattutto liberi. Per carità del cielo! A parlar di Io si rischia di fare la figura degli egoisti utilitaristici iper-ostili che si bardano di menefreghismo a fronte di un mondo che deve essere solidale in maniera prescrittiva.

L’Io, che parola assurda verrebbe da dire guardando il pianeta Terra, con tutte le sue infinite sfaccettature, le sue complicazioni, travagli, intrecci sempre più fitti, sangue che viene sparso, gente che muore, diritti calpestati e doveri non rispettati, poveri che muoiono di fame e freddo, ricchi che muoiono di infarto e di colesterolo troppo alto, guerre, terrorismo, terre rubate, il razzismo in tutte le sue declinazioni, la violenza sulle donne, identità non rispettate e identità nemmeno riconosciute, epidemie e tutto il corollario medico-sanitario, l’amore che non è amore, il narcotraffico, il contrabbando di armi, bambini soldato, traffici di organi e di esseri umani, corruzione, montagne di spazzatura, alluvioni e terremoti, pedofilia e pedopornografia, la minaccia dell’armageddon nucleare, l’innalzamento dei mari e il surriscaldamento del globo terrestre, le specie in via di estinzione, il problema delle fonti energetiche e così tante altre cose che questa infinitesima parte di una piccola introduzione ai mali del mondo non riesce a coprire. Per questo, con un mondo che va in sfaceli, può sembrare anacronistico pensare all’Io. Dopotutto, è l’individualismo sfrenato ed estremo che si suppone sia alla base di quel grande almanacco che è “I casini del mondo“.

Eppure, l’Io non è solo Il faut cultiver notre jardin, ne è avidità, egoismo, affarismo, asocialità. L’Io è qualcosa di più che non vale la pena liquidare rifugiandosi in moltitudini sempre più particolaristiche, in relazioni che non meritano nemmeno un minuto di tempo della vita, sprecando il tempo alla cazzo di cane. Senza Io non c’è l’altro, ed è assieme all’altro che formo l’Io, ascritto da qualsiasi categoria perché di autentica c’è solo la vita che va senza fermarsi. Senza Io non si può pretendere che qualsiasi altro si fermi e ci dia incondizionatamente tutto l’amore del mondo, perché questa non è realtà ma sogno, e i sogni vanno bene finché non c’è quella fottutissima sveglia a suonare DRIN DRIN DRIN.


Tuttavia, è sempre bello rimanere nei sogni, scappando dalla realtà, dimenticandosi di prendersi le proprie responsabilità e rifugiarsi in un io anonimo, che sia un gruppo da cui meccanicamente si prendono indicazioni su come pensare, agire, classificare il mondo, elaborare la propria vita, o che sia la speranza di un’arca della salvezza dalle infinite forme, quale che sia l’amore eterno, la speranza che un domani le cose andranno meglio, lo faccio domani, sono gli altri che sbagliano, la colpa è sempre degli altri. Passività che va a braccetto con negligenza, menti fottute ricucite dagli scaricabarile, dove il sogno e l’utopia angosciosa di un mondo perfetto vengono spacciati nel traffico degli impegni del domani. Soprattutto, paura della solitudine e desiderio di scacciarla per sempre, anche a costo di scambiare un mignolo teso per un braccio e pretendere in cinque minuti tutto l'amore del mondo.


L’Io appunto non è egoismo, non è ego. L’Io è quel briciolo di consapevolezza indispensabile per rapportarsi al mondo, il senso di responsabilità che deriva dall’aver compreso la bestia e l’orrore che ciascuno fa. La volontà di interrogarsi, ragionare, curiosare perché stanco dei limiti del sogno, stufo dell’anonimato, repellente alle categorie, nauseato dalla soluzione che arriva dal cielo. Non si scappa da noi, pena il decadimento di tutto. Perché senza Io non c’è altro e senza altro non c’è Io.

Milesmood

4 commenti:

  1. tanto duro quanto reale, ..in fondo non si impara a non avere paura, si può solo avere coraggio di avere paura

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  2. Interessante, non del tutto condivisibile. Buon lavoro!

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  3. Io invece condivido proprio tutto! Grandi parole, reali, dure, ma purtroppo la triste realtà! Tra l'altro parole accompagnate in modo impeccabili ed elegante da immagini splendide! Condivido anche con le parole di @Michela: si può solo avere coraggio di avere paura, direi un grande coraggio per affrontare una realtà che si presenta ogni al nostro cospetto in modo sempre più deleterio per Noi, per l'intera umanità, una Vita che vediamo scorrere, troppe volte ci nascondiamo, e qui condivido con le parole di Milesmood: "Guardandomi attorno che vedo se non una continua e affannosa ricerca di qualche cosa che non si sa bene cosa sia l’importante è che mi faccia evadere da me stesso?" Già evadere da tutto per non vedere, per non volere ascoltare, per non guardare ed osservare realmente quello che ci accade attorno, questo lo definerei puro egoismo, che purtroppo attanaglia sempre più adepti in questa nostra "pseuda" civiltà! Infine Milesmood conclude con le seguenti parole:
    "L’Io appunto non è egoismo, non è ego. L’Io è quel briciolo di consapevolezza indispensabile per rapportarsi al mondo, il senso di responsabilità che deriva dall’aver compreso la bestia e l’orrore che ciascuno fa. La volontà di interrogarsi, ragionare, curiosare perché stanco dei limiti del sogno, stufo dell’anonimato, repellente alle categorie, nauseato dalla soluzione che arriva dal cielo. Non si scappa da noi, pena il decadimento di tutto. Perché senza Io non c’è altro e senza altro non c’è Io"
    Parole importanti che arrivano dritte al cuore, all'anima, ma soprattutto parole che devono far riflettere!!!
    I miei più sentiti e vivi complimenti per questa tua grande testimonianza, per questa tua esemplare riflessione!

    Odette Hasenfratz

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  4. La realtà è proprio questa. Oltre a scrivere e parlare con le persone di più non si può fare, le persone cambieranno solo quando lo vorranno.
    Ormai questa società è costruita su pilastri totalmente sballati privi di fondamenta.
    Babbo natale o la befana giusto per citarne i più buffi ma non per questo meno insidiosi, e poi avidità, competitività agressività brutalità ecc ecc
    Difficile cambiare le carte in tavola dalla sera alla mattina e non necessariamente bisogna farlo.
    In fin dei conti siamo un piccolo pianeta insignificante, chissa quanti altri pianeti uguali al nostro ci sono la fuori e che probabilmente meritano molto di più della nostra misera esistenza che NON è al centro dell'universo. Detto questo consiglio a tutti di divertirsi il più possibile, ovviamente senza far danni altrui e di gettare la sveglia dalla finestra.
    Un'abbraccio a tutti voi.

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Il grande colibrì