L'antica arte del cunnilingus - Introduzione

Poi a letto penso a te,
la tua lingua metà oceano, metà cioccolata,
alle case dove entri con disinvoltura,
ai tuoi capelli di lana d’acciaio,
alle tue mani ostinate e
come rosicchiamo la barriera perché siamo due.
Come vieni e afferri la coppa di sangue,
mi ricompatti e bevi la mia acqua salata.
Siamo nudi. Ci siamo denudati fino all’osso
e insieme nuotando risaliamo
il fiume, l’identico fiume chiamato Possesso
e si profonda. Nessuno e’ solo.

(Anne Sexton - 11 Dicembre)


Si racconta che Tiresia, vecchio indovino figlio di Evereo, passeggiando su un sentiero di montagna vide due serpenti attorcigliati mentre facevano l’amore. Infastidito dalla scena, prese in mano il serpente femmina e lo uccise. In quel momento, l’anziano si vide trasformato in donna. Per sette anni, Tiresia girovagò per il mondo, provando tutte le emozioni di un corpo femminile, finché un giorno si ritrovò di fronte alla stessa scena dei serpenti. Questa volta, uccise il serpente maschio e subito l’indovino ritornò ad essere uomo.

Passò altro tempo finché la vita non lo portò di fronte a Zeus ed Hera, impegnati in una disputa. Le due Divinità stavano infatti litigando su chi, fra uomo e donna, potesse provare più piacere. Zeus credeva fosse la donna, mentre Hera sosteneva che era l’uomo. L’indovino, dall’alto della sua esperienza, affermò che il piacere era un cerchio composto di dieci parti. L’uomo poteva gustare solo la prima, mentre era la donna ad avere il privilegio di sentire un piacere nove volte più intenso. Con la sua spiegazione diede quindi ragione a Zeus. Hera, arrabbiata per la rivelazione del segreto, rese cieco l’indovino ma Zeus, per contro e per ringraziarlo del suo appoggio, gli diede la facoltà di prevedere il futuro e di vivere per altre sette generazioni.

Nonostante siano passati molti secoli, quello che rimane oggi di quel cerchio del piacere è ancora in gran parte nascosto nel mistero. Arroccata dietro il mito della difficoltà e complicatezza, la sessualità femminile passa da un estremo all’altro. Santa o puttana, lasciando nel vago le mille sfumature di mezzo. Per questo uno dei più grandi meriti del femminismo è stato quello di portare alla ribalta l’aspetto centrale del corpo della donna, dimenticato un po’ da tutti.

Eppure, nonostante grandi proclami, oggi riesce difficile capire il limite di quanto possa essere ritenuto accettabile. Così, mentre le Divinità di Tiresia litigano ancora, i tabù si mischiano ai manuali sull’ABC del sesso, sui dieci modi migliori di provare gli orgasmi con poche mosse nello stesso tempo in cui le contrazioni vaginali diventano artefatti politici. Accanto, ancora paradossi. E se “W la figa” diventa l’inno dei cessi pubblici, semplici parole come vagina, vulva, clitoride o, anche solo semplicemente, mestruazione inarcano un certo senso di pudore negli interlocutori, lasciando un cospicuo margine di preferenza a metafore aviarie e a generiche “cose” che arrivano mensilmente, puntuali o meno.

Ci si vergogna delle proprie fantasie e molte attività erotiche non vengono contemplate come sesso vero ma liquidate in semplici forme di petting. Uno dei casi più evidenti è quello del cunnilingus.

Il cunnilingus, ossia la pratica di stimolazione dei genitali femminili attraverso l’uso della bocca e della lingua, è una delle forme erotiche più antiche. Il termine deriva dal latino cunnilinctus, da cunnus, ossia vulva, e lingere, leccare. Il significato è quindi abbastanza evidente. Tuttavia, alla pari di sua sorella fellatio, questa pratica è sempre stata vista in modo ambiguo a seconda delle civiltà e delle culture. Sporcizia o assaggio di estasi. Non molto diverso da oggi.

Sebbene sia stato proprio grazie al femminismo che c’è stata la riscoperta del cunnilingus, e nonostante siano ormai molte le donne che dicono sia qualcosa di eccezionale, c’è ancora molta reticenza a riguardo, specie da un punto di vista più prettamente maschile. Si possono fare molte ipotesi a riguardo, a partire dalla fissità dell’identità di genere per proseguire lungo quel famoso cerchio e il piacere nove volte più grande. Tutto è legato se si parla poi di genere. Ancorarsi alle proprie maschere fa sempre comodo: vuol dire non cambiare, non mettersi in discussione, non riformularsi sotto una nuova luce. Per questo, qualcosa che mette al centro della scena il piacere femminile è sotto certi aspetti sporco, perché semplicemente ribalta. Tutti gli altri motivi son solo chiacchiere.

A questo proposito, si è pensato di fare una piccola inchiesta sul cunnilingus: a partire dalla anatomia e fisiologia dei genitali femminili per passare alla storia e agli scritti dedicati a questa arte. Infine, qualche giochino da fare e avvertimenti per possibili trasmissioni di malattie sessuali. Sempre con l’augurio della gioia, del rispetto e, soprattutto, del piacere.

Milesmood

I prossimi capitoli:
* 1° parte - Geografia femminile
* 2° parte - Femminismo, autocoscienza del corpo e di genere e letteratura

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