Pépita, Laura, Kitty e l'utero artificiale di Caroline Fournier e Nathalie Haziza

Chissà quanti hanno ironizzato sulla forma fallica delle “lava lamp”, quei bizzarri soprammobili luminosi (vedi la foto a lato) che, fino a oggi, sembravano servire solo a consumare energia elettrica, contribuendo a prosciugare le sempre più scarse risorse del nostro pianeta... E invece c'è poco da scherzare. Grazie alle lunghe (due settimane...), laboriose e soprattutto serissime ricerche della neo-laureata neurologa Kitty, abbiamo scoperto che questi oggetti misteriosi, in realtà, sono nientepopodimeno che uteri artificiali per lesbiche in cui è possibile fecondare per partenogenesi una cellula uovo con un'altra cellula uovo, riproponendo per la specie umana un esperimento giapponese sviluppato con l'utilizzo di ignare topine.
Divertente, leggero, surreale e delirante (ma lo spunto di partenza è reale e non immaginario), il corto francese “Pépita, Laura, Kitty e l'utero artificiale”, diretto e sceneggiato dalle esordienti Caroline Fournier e Nathalie Haziza e presentato al Festival Mix di Milano, racconta il desiderio di maternità – e la sua realizzazione – di una giovane coppia lesbica che vive in una roulotte sperduta in un mondo rurale abitato solo da donne (oltre alle due ragazze e all'amica pioniera della medicina, anche una madre custode di un “terribile” segreto, una sorella dispettosa e una gatta che tarda a miagolare...). Un mondo in cui certi dettagli fisici, che altri definirebbero "mostruose mutazioni genetiche", suscitano solo tenerezza o sex appeal.
Ma perché al cinema si vedono delle lesbiche così sorridenti, serene e spensierate quasi solo nei corti, mentre nei lungometraggi sembrano sparire?

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la scheda IMDB:
http://www.imdb.com/title/tt1139387/

Little Prince(ss)

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