Marco Volante: "Al Pride per esprimere liberamente sé stessi"

Marco Volante, 45 anni, è il portavoce milanese del tavolo LGBT del PD. Dal 1996 militante gay a tempo pieno, liberal, fondatore di GayLib, poi approdato ai DS e al coordinamento degli omosessuali del partito, oggi critico costituente del PD. Nella vita sarebbe un avvocato, ma preferisce l’informazione, la comunicazione e le pubbliche relazioni.

Che cos'è, per te, il Pride?
Il Pride è una commemorazione, la più significativa commemorazione per la comunità LGBT mondiale, perché ricorda i giorni di guerriglia urbana scatenata dai soprusi della polizia nei confronti della comunità omosessuale di New York. Il 28 giugno per la comunità LGBT equivale al 1° maggio per i lavoratori e all'8 marzo per le donne.

A cosa serve il Pride? E serve ancora?
Come tutte le commemorazioni il Pride ha una funzione di collante della comunità cui si riferisce e di momento di visibilità dei messaggi di quella comunità. Il Pride serve a riunire la comunità LGBT nel ricordo di un evento storico che ha segnato uno spartiacque tra la vergogna e l’oppressione e l’inizio della liberazione e della presa di coscienza civile da parte delle persone LGBT. Il Pride è anche storicamente un momento rivendicativo, in cui si chiede alla Politica di riconoscere la pari dignità e soggettività giudirica di tutti i cittadini a prescindere dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere e dal modo che hanno di regolare i propri rapporti affettivi.  Pride significa orgoglio, ma anche fierezza, l’opposto di vergogna. Non dobbiamo chiederci se serve ancora ma quanto ce ne serve di più per proseguire una battaglia di civiltà che non sembra dover finire mai.

Secondo GayLib, associazione che hai fondato e di cui in passato sei stato il principale esponente, il Pride andrebbe fatto "in giacca e cravatta": tu cosa ne pensi?
Penso sia giusto che ognuno esprima la propria personalità. Sarei pronto a combattere in ogni sede perché GayLib possa sfilare in giacca e cravatta, se fosse necessario, così come sarei pronto a combattere perché chi vuole vestirsi da caramella possa continuare a farlo, dentro e fuori dal corteo del Pride, che è, e deve restare, il luogo simbolo del culto della libera espressione di sé stessi, l’esatto contrario di quel conformismo in cui molti dei nostri detrattori vorrebbero cacciarci.

Qual è stato il tuo primo Pride? Cos'è cambiato da allora ad oggi?
:-S   Accidenti non ricordo, forse il pride del 96… Comunque il Pride è sempre lo stesso e sarà sempre così. La vera differenza è che anno per anno aumentano le persone che vi partecipano e ci sono sempre più giovani e giovanissimi, il che fa sperare in un futuro ancora migliore.

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