Nazismi gay? - Capitolo 1 - Nazi è sexy?

Eravamo rimasti che...
Nessun dubbio: il nazismo è una delle ideologie più aggressive e inumane mai nate su questo pianeta. Anzi, a quanto ne so, è proprio l'ideologia più aggressiva e inumana. Anche se il nazismo ci ha insegnato che al peggio davvero non c'è mai fine...

Sulla presunta omosessualità di alcuni leader nazisti si è già scritto molto. Spesso in opere dallo spessore storiografico praticamente nullo. Il libro più famoso e citato è "The Pink Swastika" di Scott Lively e Kevin Abrams, in cui i due autori, appartenenti all'estrema destra nord-americana (ma che piacciono tanto anche ai revisionisti di estrema sinistra...), affermano che il nazismo sarebbe il prodotto di una sorta di "setta omosessuale" (per chi sa l'inglese, consiglio la lettura di: The annoted Pink Swastika).

Quello che vogliamo indagare qui, invece, è la realtà attuale dei gay che "diventano" nazisti. Per gioco, per sesso o per convinzione.

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Premessa

Capitolo 1 - Nazi è sexy?
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Reinhard Heydrich. Braccio destro di Himmler nella Gestapo, molto apprezzato da Hitler, fece rapidamente carriera e divenne uno dei principali gerarchi nazisti. Nel 1941 fu nominato governatore del Protettorato di Boemia e Moravia, terrorizzando la popolazione con esecuzioni continue e feroci repressioni. Fu lui a organizzare la conferenza di Wannsee in cui si decise come attuare la cosiddetta “soluzione finale”.

Reinhard Heydrich, conosciuto anche come “der Henker” (il boia), è stato anche l'ufficiale nazista ad indossare l'uniforme nel modo più sexy. Almeno questa è l'opinione espressa in un sondaggio dagli iscritti di un un sito internet di gay feticisti del nazismo. Hitler, in questa “strana” classifica, deve accontentarsi del quarto posto.

L'erotizzazione del nazismo non è certo una novità. Né una prerogativa degli omosessuali. Senza scomodare il recentissimo scandalo di un festino orgiastico che ha visto protagonista Max Mosley o gli "stalag" (i fumetti porno-nazi israeliani), potremmo parlare di cinema e ricordare “La caduta degli dei” di Luchino Visconti, “Il portiere di notte” di Liliana Cavani, “Salò o le 120 giornate di Sodoma” di Pier Paolo Pasolini, “Salon Kitty” di Tinto Brass... Tutti film che hanno fatto discutere e che hanno trovato grandi appassionati tanto quanto nette stroncature (come, ad esempio, il giudizio di Roger Ebert sul film della Cavani: “Un desecrabile intento di titillare un'area oscura della nostra mente, servendosi delle memorie di persecuzione e sofferenza”).

Questi film ispirarono un vero e proprio filone della pornografia eterosessuale che prese il
nome di “nazi-(s)exploitation”. Nel giro di pochi anni vennero girate decine di film negli Stati Uniti, in Inghilterra, in Francia, ma soprattutto in Italia, paese in cui nacquero perfino due case di produzione specializzate nel “porno nazista”: la Fulvia e la Sefi. A quanto racconta chi ha visto quei film (la cui vendita è stata proibita in alcuni stati), la trama di queste opere è sempre la stessa: in campi di concentramento femminili, soldati nazisti violentano e seviziano le prigioniere (esattamente il contrario di quanto avviene negli stalag, in cui sono soldatesse del Reich a torturare detenuti ebrei di sesso maschile). I titoli di questi film sono davvero sorprendenti: “Le deportate della sezione speciale SS”, “Le lunghe notti della Gestapo”, “Holocaust – I ricordi, i deliri, la vendetta”... E quest'ultimo titolo potrebbe forse essere quello più disturbante, se non ci fosse un altro porno dal nome “Lager di sterminio”.

Nessuna casa di produzione porno gay si è mai specializzata in questo genere di pornografia. Anzi, a quanto ci risulta, nessuna delle principali case pornografiche gay ha mai prodotto nulla di paragonabile (se ci sono smentite, vi prego di segnalarle nei commenti). Ciononostante, anche alcuni uomini omosessuali hanno subito e subiscono una sorta di “fascino erotico” nei confronti del nazismo – o meglio, nella maggior parte dei casi, nei confronti della sua "estetica" – nonostante il fatto che questa ideologia abbia condotto alla morte di migliaia di omosessuali (oltre a milioni di ebrei, rom, persone diversamente abili, oppositori politici, ecc...).

Quali sono i motivi che stanno alla base di questa fascinazione? La seduzione del potere, in cui il potere supremo viene identificato con la capacità di sterminare milioni di persone? Una volontà sado-masochistica portata alle estreme conseguenze? Il millenario connubio tra eros e thanatos? Omofobia interiorizzata? Il fascino del male e del proibito?

Dobbiamo esprimere o no un giudizio morale su questa forma di feticismo? E cosa cambia quando questi giochi da privati diventano collettivi, con siti internet dedicati, web-community organizzate, serate...?

E infine la domanda più importante: tutto ciò può insegnarci qualcosa sui meccanismi che governano l'eros umano in generale?

Cercheremo di capire qualcosa di tutto questo, scoprendo chi sono i feticisti del nazismo.

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