Da Pio La Torre a Vincenzo Magliocco: all'aeroporto di Comiso l'anti-mafia non vola

"Conscio del pericolo cui andava incontro, ma orgoglioso di essere annoverato tra i pionieri dell’Italia imperiale, chiedeva, con generosa insistenza, di partecipare ad ardita impresa aeronautica intesa ad affermare, col simbolo del tricolore, il dominio civile di Roma su lontane contrade non ancora occupate. Minacciato nella notte da orde di ribelli, rifiutava la sicura ospitalità di genti amiche e preferiva affrontare con lo scarso manipolo di eroici compagni l’impari combattimento per difendere fino all’estremo sacrificio la bandiera della Patria".

Con questa motivazione il regime fascista prima concesse la medaglia d'oro al valore militare e poi dedicò l'aeroporto di Comiso (in provincia di Ragusa) a Vincenzo Magliocco, generale di brigata palermitano morto nel 1936 durante la campagna d'Etiopia. Sì, proprio durante quella guerra fondamentale nella politica aggressivamente imperialistica del fascismo e nell'avvicinamento tra Mussolini e Hitler. Imprese compiute, però, col simbolo del tricolore...

Anche Pio La Torre, a cui l'aeroporto di Comiso, in occasione della sua riconversione da militare a civile, è stato dedicato l'anno scorso, era un palermitano. La Torre, uno dei membri più famosi del PCI e uno degli esponenti più importanti della lotta anti-mafia nella storia italiana, è stato ucciso da Cosa Nostra nel 1982 [Pio La Torre]. Insomma, un tizio terribilmente fuori moda. Un nome "di scarso gradimento", come lo ha definito delicatamente Giuseppe Alfano, sindaco di centro-destra di Comiso, che ha deciso di ripristinare il nome originale dell'aeroporto [Corriere].

Un comportamento da seguire, quello di Alfano. Prendiamo, ad esempio, l'aeroporto di Palermo - Punta Raisi, dedicato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, nomi che trasmettono "un messaggio negativo", almeno secondo Gianfranco Miccichè, presidente di Forza Italia dell'Assemblea Regionale siciliana. Ecco, perché non gli danno il nome dello stalliere Vittorio Mangano? In fondo, come ci insegna Marcello Dell'Utri (Forza Italia pure lui, guarda te il caso...) e come confermò anche Silvio Berlusconi, anche lui fu "a suo modo un eroe"...

Little Prince(ss)

Leggi anche:
Antonio Ingroia: Il letargo, non del tutto innocente, della politica contro la mafia

8 commenti:

  1. La puntualizzazione su Magliocco era doverosa. Ma non mi aspetto grandi levate di scudi dai cosiddetti antifascisti democratici. Ormai manca solo l'imprimatur costitutivo, per conclamare il nuovo fascismo, visto che tante piccole azioni fasciste si stanno sommando l'una dopo l'altra e nessuno "se ne accorge".

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lo Stato Maggiore dell'Aeronautica non ha nulla da obiettare al Tg1 che etichetta Magliocco
      "Gerarca fascista" ?

      Elimina
  2. sono una comisana cresciuta con un aeroporto chiamato "magliocco" e per il giorno dell inaugurazione mi ha sorpreso molto, non solo a me ma anche ad altri comisani, udire un nome differente.

    RispondiElimina
  3. Beh, esistono anche le buone sorprese, no? Carrà docet.

    RispondiElimina
  4. A me non sorprende affatto la sorpresa "di molti comisani", quel sindaco qualcuno deve averlo votato. Dai che presto avrete un bel paese pieno di eroi bombardatori e dove la mafia non esiste. Povero sud

    RispondiElimina
  5. Io sono un sospetto pro-magliocco, poiché svolgo la professione di sottufficiale dell'Aeronautica. Devo dire, però, che se la scelta tra i due nomi cominciasse oggi, non avrei dubbi, sceglierei "Pio La Torre", un martire della lotta alla mafia. Vincenzo Magliocco era un ufficiale pilota della più fascista delle FF.AA., l'Aeronautica, dove militavano pure i figli e il genero di Mussolini, nonché vari gerarchi, tra i quali Muti, segretario del PNF, e Balbo, uno dei quadrunviri. L'Aeronautica fu lo strumento più importante, efficiente e micidiale che il governo fascista ebbe per la riconquista della Libia (un'altra pagina infame della storia coloniale italiana)prima e per la conquista dell'Etiopia dopo. Magliocco non era un militare di leva forzatamente chiamato alle armi, ma un volontario, un ufficiale di carriera che, ovviamente, con la sua scelta condivise le colpe del fascismo. Non dimentichiamo: in Etiopia gli stormi dell'aviazione italiana, tra i quali il 14° da bombardamento del col. Magliocco, bombardò con esplosivo e con gas, uccidendo soldati etiopi ma anche civili, distruggendo villaggi di paglia e ustionando e mutilando migliaia di persone. Ricordiamo che secondo alcuni storici, furono 700.000 i morti tra gli etiopi. Secondo gli storici italiani furono 300.000, comunque un numero enorme.
    Io posso anche pensare che il comportamento di Magliocco fu conforme all'epoca storica, ma non intitolerei mai neppure un vicolo ad un uomo che è stato strumento di un genocidio.
    Il solo dubbio che ho in merito sta nel fatto che l'aeroporto è già stato intitolato 70 anni fa.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. con lo stesso metro allora revochiamo le medaglie d'oro al valor militare concesse nella 2^ gurerra mondiale fino all'8 settembre '43

      Elimina
  6. @ Domenico:
    TI ringrazio molto di questo commento, che fa ottimamente il punto della questione.

    RispondiElimina

Il grande colibrì