Il Pride nazionale 2009 a Genova, l'EuroPride 2011 a Roma

Arcigay, Agedo, Azione Trans, Famiglie Arcobaleno, ribadiscono la loro volontà di promuovere con forza i valori di dignità, parità e laicità che costituiscono i fondamenti della loro azione sociale. In questo contesto il Pride nazionale è la migliore occasione per sollecitare ed aiutare l’emersione della visibilità lgbt in tutto il paese. In questi anni il Pride ha percorso migliaia di chilometri toccando diverse città del nord, del centro e del sud Italia. Intendiamo mantenere questa felice intuizione sociale e politica, che tra l’altro ha determinato un’impetuosa diffusione delle reti lgbt in tutta Italia.

Per queste ragioni
il Pride nazionale 2009 si terrà sabato 13 giugno a Genova. Genova è medaglia d’ora alla Resistenza, già capitale europea della cultura, e storicamente laica, abituata all’incontro fra popoli, culture, individualità differenti. Per questo fin d’ora invitiamo tutta Genova a partecipare alle iniziative e al corteo del Pride nazionale.

Le reti nazionali lgbt registrano l’attribuzione da parte dell’Epoa, associazione degli organizzatori di Pride europei, alla città di
Roma dell’Euro Pride 2011.Consapevoli dell’importanza di questo appuntamento nella capitale, sottolineano la necessità che siano condivisi l’impegno organizzativo e le proposte politiche.

2 commenti:

  1. Bene, interessante. Sono felice per tutte e due le decisioni.

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  2. COMITATO GAY E LESBICHE PRATO

    All’attenzione dei gruppi e delle associazioni
    gay e/o lesbiche
    e/o bisessuali
    e/o trans
    che compongono
    il Movimento GLBT italiano
    e di tutti/e/* i/le singoli/e/* che si impegnano nel Movimento GLBT

    OGGETTO: valutazione sulla proposta di Arcigay per un Pride 2009 a Genova.

    Salve a tutti/e/*. Ci presentiamo: siamo il Comitato Gay e Lesbiche Prato, associazione gay e lesbica operante a Prato da oltre due anni, formatasi grazie all’iniziativa del suo fondatore già attivo in altre realtà di Movimento GLBT in Toscana, ed oggi punto di riferimento della comunità gay e lesbica della nostra città e delle zone limitrofe.

    In questi anni grazie alla collaborazione di uomini e donne omosessuali che hanno supportato a vario titolo le iniziative dell’associazione, il gruppo è cresciuto sia nel numero dei/delle partecipanti, sia nel numero e importanza degli eventi (culturali, ludici o più prettamente politici) che si sono realizzati nella nostra città. L’obiettivo primario che abbiamo perseguito è sempre stato quello di migliorare la qualità di vita di gay, lesbiche, trans, bisessuali di Prato e provincia lottando contro l’omofobia e il pregiudizio.
    Abbiamo così cercato di creare occasioni di dialogo e di incontro tra la comunità gay e lesbica e la città favorendo la conoscenza reciproca e l’approfondimento di tematiche in Italia troppo spesso emarginate e distorte o addirittura strumentalizzate a fini politici.

    Ebbene movimenti locali come il nostro in Italia ne esistono molti, che spesso con fatica e poche risorse, ma con grande determinazione cercano di lottare contro l’indifferenza dei politici, il pregiudizio della gente, le piccole o grandi discriminazioni che i gay, le lesbiche, i/le trans e i/le bisessuali si trovano ancora oggi a subire in questo Paese.

    Oltre a queste associazioni sin dagli anni ‘80 in Italia è nato un gruppo che si è dato una organizzazione nazionale appoggiato dall’ARCI e gravitante all’interno del mondo politico della sinistra italiana. Tale associazione e cioè l’Arcigay, essendosi strutturata a livello nazionale ed avendo trovato il modo di finanziarsi attraverso una sorta di tesseramento praticamente obbligatorio da parte di tutti coloro che in Italia desiderano frequentare i cosiddetti locali gay (bar, circoli, saune, discoteche ecc.) senza il quale in questo paese il 90% dei locali sarebbe precluso, ha di fatto svolto un ruolo politico/istituzionale che sicuramente va oltre la reale rappresentatività di persone impegnate concretamente nell’associazione per conseguire gli obiettivi di lotta contro l’omofobia e per i diritti di gay, lesbiche e trans.
    Insomma le migliaia dei cosiddetti soci di Arcigay non sono soci effettivi che partecipano all’attività dell’associazione, ma sono semplicemente le migliaia di gay che in Italia come in ogni altro paese dell’Occidente frequentano locali gay per svago, divertimento, incontri, sesso, tempo libero. Molti di loro sanno a malapena cos’è Arcigay, ma sono soci semplicemente perché questo è l’unico mezzo per poter accedere ai locali, che sono formalmente circoli privati Arcigay, ma di fatto sono semplici esercizi commerciali con fini di lucro.

    Tali premesse sono importanti per capire alcune situazioni che si sono venute a creare ultimamente all’interno del Movimento GLBT italiano in modo sempre più evidente.
    Le decisioni di Arcigay sulla scelta delle città italiane in cui far svolgere il Pride, sulle modalità di manifestazione e anche su alcuni indirizzi politici del Movimento, non sono stati condivisi e partecipati dal Movimento GLBT nazionale nel suo complesso, ma solo da Arcigay.

    E’ ovvio che Arcigay possa prendere legittimamente le proprie decisioni e fare le proprie scelte, ma non può parlare a nome del Movimento GLBT italiano in quanto non ne ha la rappresentatività.

    Il Comitato Gay e Lesbiche Prato, così come le altre associazioni e gli altri gruppi che operano in molte realtà locali in tutto il Paese, non sono state interpellate sulla scelta della città di Genova quale sede del Gay Pride Nazionale 2009.

    A questo proposito la nostra associazione ha da sempre sostenuto che la sede ideale e “naturale” del Pride Nazionale fosse la città di Roma, capitale politica del Paese, posta al centro dell’Italia e sede del Vaticano.

    La visibilità di una manifestazione di questo tipo nella Città Eterna e il conseguente impatto mediatico dovuto anche alla presenza delle principali reti televisive nazionali e delle testate giornalistiche più importanti sono di gran lunga maggiori che in qualsiasi altra città italiana. Solo questa motivazione giustificherebbe tale scelta, soprattutto in un momento politico come questo in cui i movimenti “scomodi” e portatori di valori e idee non “omologati” e sovente antitetici con quelli della Chiesa Cattolica e della Destra razzista e omofoba sono sempre più emarginati e far sentire la propria voce nel fracasso assordante del conformismo dilagante diventa sempre più prezioso e importante.
    Peraltro l’esempio delle nazioni a noi più vicine ci conforta, dal momento che in tutti i principali paesi europei i Pride nazionali si svolgono ogni anno nella capitale con grande partecipazione di cittadini/e/* e con elevato impatto mediatico conseguente.
    Ultimo aspetto da considerare, ma non di secondaria importanza, è il fatto che in Italia la capitale è anche situata al centro geografico del paese: ciò facilita la partecipazione da ogni regione sia del Sud che del Nord evitando possibili discriminazioni e disparità che potrebbero nascere per questo motivo e garantendo un afflusso di partecipanti sicuramente più cospicuo.

    D’altra parte, come avviene in gran parte dei paesi europei, siamo favorevoli anche a Pride locali o regionali da decidere in comune accordo con le associazioni presenti sul territorio da tenersi in un paio di località di volta in volta diverse ogni anno. I Pride locali hanno certamente una loro validità, che è soprattutto quella di incoraggiare e stimolare le realtà gay, lesbiche, trans, bisessuali locali a crescere e a “venir fuori” sostenute da una associazione nazionale come Arcigay e da tante realtà locali come la nostra.

    Portare le idee e i principi innovatori del Pride nella provincia può sicuramente aiutare tante persone omosessuali ancora “velate” a venir fuori e a sentirsi meno sole anche in realtà difficili o semplicemente periferiche. Nondimeno i/le cittadini/e/* di tali zone avrebbero un’occasione di conoscere gay, lesbiche, trans, bisessuali alla luce del sole contribuendo a far cadere pregiudizi e luoghi comuni purtroppo ancora presenti soprattutto nella provincia italiana.

    Fatte queste considerazioni, il Comitato Gay e Lesbiche Prato intende sottolineare che il Pride Nazionale di Genova, indetto da Arcigay per il prossimo anno, se si farà, non è un Pride Nazionale ma è il Pride di Arcigay a cui potranno aderire altre associazioni se lo riterranno opportuno oppure potranno solo partecipare senza adesione o anche non partecipare affatto.

    Come abbiamo detto, la decisione di Arcigay è stata presa senza contattare, per quanto ne sappiamo, alcun movimento, associazione, gruppo GLBT italiano; per questo non si può definire nazionale.
    Tale aggettivo potrebbe essere usato qualora ci fosse stato un consenso di partenza se non di tutto, perlomeno di gran parte del Movimento GLBT italiano come ci si attende da ogni sistema democratico che si rispetti.

    Come Comitato Gay e Lesbiche Prato ci teniamo a precisare questi aspetti, non per sminuire il ruolo di Arcigay in questo Paese o per rivalità di bottega, ma per rappresentare la realtà del Movimento GLBT italiano per quella che effettivamente è, e cioè una realtà plurale, ricca e variegata. Chi parla a nome del Movimento GLBT nazionale dovrebbe essere consapevole di questo, ricercando il consenso prima di prendere decisioni e non dopo, a cose fatte.

    Saluti a tutti/e/*



    COMITATO GAY E LESBICHE PRATO

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Il grande colibrì