Torna la porno-tax: come finanziare le seghe di Sandro Bondi con i soldi dei cittadini italiani

Ci mancava davvero. Ogni tanto spunta, brucia come un fuoco di paglia e si spegne... Ma, sotto la cenere, è sempre pronta a tornare.

Stiamo parlando della porno-tax, idea frutto della mente del forzidiot... ehm, del forzitaliota Vittorio Emanuele Falsitta, ovvero del nuovo piccolo Messia: il suo sito personale contiene solo questa scritta: "On. Vittorio Emanuele Falsitta. Cittadino: vuoi che lo Stato rappresenti bene il tuo orgoglio di essere italiano, il che, anizitutto, significa governare con giustizia, forza e rispetto? Pensaci bene perché questo implica sacrificio. Ma se lo vuoi veramente ricorda il mio nome e seguimi". Stop.

L'idea è stata poi ripresa dalla banderuola dell'estrema destra Daniela Santanchè tre anni fa, per tornare ancora oggi, per la terza volta, alla ribalta.

Non si vuole fare del moralismo, si spiega dalle parti della maggioranza, ma la misura, che prevede un'addizionale del 25% sui redditi che derivano dalla produzione o commercializzazione di materiale pornografico, avrebbe finalità puramente economiche per affrontare la crisi mondiale dei mercati. Addirittura.

Ma la cosa più divertente è questa: come riporta il Corriere della Sera in home page (ma stranamente non all'interno dell'articolo), "spetterà al ministro Bondi stabilire cosa è porno e cosa è 'soft'". Abbiamo capito bene? Avremo un ministro dei Beni e delle Attività Culturali che passerà il suo tempo a visionare riviste, film, trasmissioni tv e opere teatrali porno o "quasi porno", ovviamente a carattere eterosessuale, gay, bisex, trans, lesbico, sadomaso, feticista, zoofilo, ecc...? E come farà a giudicare? Se lo eccita è porno, altrimenti non lo è?

E alla fine dei conti, come potete non essere felici di pagare con le vostre tasse le seghe del simpatico Sandro?


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6 commenti:

  1. Ci avevo pensato anche io al fatto che dovrà essere Bondi a valutare... o forse gli impiegati del ministero, nel qual caso prevedo che nei prossimi mesi fioccheranno migliaia di domande per farsi assumere

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  2. beh... la pelata "glandesca" c'è l'ha. Quando c'è le fisique du role...
    Spartacus

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  3. La tassa si applicherà solo sulle trombate autentiche, non simulate. Solo un governo di mentitori abituali poteva pensare di premiare la finzione sulla sincerità.

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  4. Oltre tutto è una tassa che spingerà certi produttori di film porno a cercare di abbassare i costi di produzione in vari modi tra qui quello di utilizzare attori "molto giovani" e in paesi dove i controlli sanitari sono inesistenti.

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  5. La cosa preoccupante è il testo, riportato anche nell'articolo su Corriere: "OGNI OPERA ... contenente immagini o scene di atti sessuali ESPLICITI e non simulati tra adulti consenzienti". E non credo che quello che rientra in questa definizione sia solo il porno. Alla fine, non è un'ULTERIORE tassa sul porno, ma sul sesso, sulla sua espressione, rappresentazione e fruizione. Se poi si considera la "consensualità", vuol dire che è meno penalizzata una scena di stupro, rispetto a una di sesso... e questo è solo il sintomo dell'ipocrisia schifosa di cui è intrisa la società.
    So*

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Il grande colibrì