Animal play: oggi divento cavallo, cane o gatto? - Sesso animalesco per davvero! (2° parte)

Dove eravamo rimasti...
* 1° parte - Animal play: umiliarsi, immedesimarsi, elevarsi

PONY PLAY

Lei è docile, ma ancora splendidamente selvaggia,
Un sogno da dominatrice, una fantasia da padrone,
E si muove con tale eleganza e stile,
Una fusione di bestia e di femminilità.
Roberta Angela Dee

E' un rapporto del tutto particolare quello che intercorre tra il fantino (o “trainer”) e la sua ponygirl o il suo ponyboy (detto anche “equus eroticus” nell'ambiente della dominazione femminile). E' un rapporto che si sviluppa come gioco di immedesimazione, quasi mai di umiliazione.

Il cavallo è un animale fiero e nobile, è un animale da accudire con rispetto e con orgoglio. "I cavalli sono caparbi e dominanti e, al tempo stesso, obbedienti e sottomessi. Essere potenti, ma subordinati, in un dolce mix che dà alla testa: è questo il paradosso di trasformarsi in un cavallo" spiega una ponygirl.

Sì, trasformarsi in un cavallo significa entrare in una dimensione talmente ricca di contrasti da apparire, ad uno sguardo superficiale, del tutto paradossale. Ci viene incontro una ragazza-cavallo, che ci offre, con parole chiare e suggestive, una sorta di bussola per muoverci nel mondo del pony play: “Il pony play è un gioco bestiale, ma non una bestialità; è disciplina, ma non abuso; è sottomissione, ma non schiavitù; è obbedienza, ma non servitù; è deumanizzazione, ma non degradazione”.

E' un gioco che si dipana su una linea sottile, ma che può aprire orizzonti vastissimi: “Quando lascio che il cavallo che è dentro di me venga fuori, raggiungo una libertà nella mente e nel corpo che è difficile descrivere. E' fantastico, dà un senso di pace, di energia, di grazia, di potere, di movimento e di orgoglio” racconta un'altra ragazza.

Ed è un gioco che si basa fondamentalmente su quella che Paul Reed, editore della rivista specializzata Equus Eroticus, definisce “delega di potere”: “Quello che trovo eccitante nel pony play è la delega di potere: una persona offre ad un'altra il diritto (o il privilegio, o l'onore) di dominare. Posso far fare quello che voglio alle donne-cavallo: posso farle girare a destra o a sinistra o posso passare il tempo a spazzolarle o qualsiasi altra cosa”.

Il pony play non implica sempre rapporti sessuali. "Nel mio caso no" spiega ad esempio un ponyboy: "Il pony play è uno scambio di potere, una sfida, una prova di resistenza, come il sollevamento pesi”.

In ogni caso, il ruolo del cavallo può essere svolto in modi molto diversi.

I ragazzi-cavallo in genere si muovono a quattro zampe e vengono cavalcati (a volte indossano vere e proprie selle); le ragazze-cavallo, invece, di solito rimangono in posizione eretta, con le braccia o tese a forma di L o immobilizzate dietro la schiena (ma attenzione alle cadute!). I cavalli il più delle volte rimangono nudi, ma possono anche indossare perizomi, body in lycra o persino complesse bardature. Non è poi raro l'utilizzo di butt-plug con code attaccate o di maschere in cuoio, costosissime, ma molto utili per l'immedesimazione. Comunque, l'unico attrezzo realmente necessario è il morso (bit gag) e le briglie, che possono anche essere sostituiti da pezzi di corda, molto più economici, ma anche molto più scomodi.

Esiste poi l'oggetto più particolare di tutti: il calessino. Sì, perché alcuni "cavalli umani" in posizione eretta vengono utilizzati per trainare veri e propri sulky (i carretti a due ruote usati nelle gare di trotto) per portare a spasso il padrone o per partecipare a gare di corsa, organizzate a volte in fattorie appositamente attrezzate per il pony play (ne esistono soprattutto in Inghilterra). Trainare il proprio padrone su un carretto, soprattutto durante le gare, richiede uno sforzo fisico notevole e può essere anche pericoloso. Per questo si consiglia l'utilizzo di scarpe molto comode (e non degli stivali che terminano con zoccoli da cavallo, venduti da alcuni sexy shop), di ginocchiere imbottite e di protezioni per le mani. Inoltre, sono da utilizzare i modelli di calesse che prevedono l'attaccatura ai fianchi, perché quelli che invece si fissano alle caviglie possono procurare gravi danni alle gambe.

Il fantino, spesso, utilizza la divisa e il frustino da dressage.

DOG TRAINING

Il rapporto che si instaura tra il padrone e il “cane umano” (quasi sempre di sesso maschile), a differenza di ciò che accade ad esempio nel pony play, è un rapporto tra un essere superiore e un essere inferiore: il padrone ha il controllo totale del suo cane, al quale è richiesta assoluta disciplina e completa sottomissione.

Diventare un cane non significa solo “uscire dall'umano”, ma anche degradarsi (ma i cani sono esseri inferiori solo in questo gioco, non nella realtà!). Non è un caso se i giochi di ruolo che prevedono la presenza di un “cane umano” sono quasi sempre giochi di umiliazione e non di immedesimazione. Anzi, il più delle volte l'immedesimazione non c'è: nel gioco chi viene sottomesso non “diventa” un cane, ma rimane una persona costretta a comportarsi come un cane.

Il cane rimane nudo, a volte indossa un butt-plug con attaccata una coda o guanti a sacco che gli impediscono l'uso delle mani. Molto costose sono le maschere di cuoio che riproducono il muso di varie razze canine; alcune maschere impediscono a chi le indossa di emettere suoni con la bocca, altre invece permettono di abbaiare e latrare.

Mal'oggetto simbolo del dog training è il collare, con annesso guinzaglio. Si possono acquistare i collari e i guinzagli in vendita in qualsiasi negozio di articoli per animali, con l'accortezza di scegliere i materiali più morbidi, se si vogliono evitare segni permanenti sulla pelle. Attenzione inoltre a non tirare mai il guinzaglio con troppa forza: la gola umana è molto delicata, certamente molto più delicata di quella di un cane!

Per rendere più realistica la situazione, c'è chi ama utilizzare anche cuccie e gabbie e regalare al proprio cucciolo ossa di gomma e altri giocattoli per cani. Molto usate sono anche le ciotole, in cui il “cane umano” può mangiare gli avanzi del pasto del padrone o anche vero cibo per cani. Questa è un'esperienza che può apparire a molti disgustosa, ma che su alcune persone ha un impatto molto forte, come racconta un cucciolo: “Credo che il cibo abbia un ruolo molto potente nella mente di un cane. La prima volta che lei mi fece mangiare un pezzetto molto piccolo di cibo secco per cani è stato uno dei momenti più preziosi della nostra esplorazione del mondo della dominazione”.

KITTEN PLAY

Se negli ambienti feticisti e sadomaso sia il pony play che il dog training sono stati fortemente codificati, ciò non è avvenuto per il kitten play, il gioco erotico in cui una ragazza (i maschi sono molto rari) impersona un gatto. Forse ciò è dovuto anche alla natura libera e selvaggia del gatto, che certo male si adatterebbe a qualsiasi schematizzazione: il gatto è l'animale che cerca le tue coccole e che ti snobba, che ti graffia e che ti fa le fusa. E' l'animale che non ha un padrone, ma solo un compagno umano.

E allora ogni rapporto tra un uomo e una kittengirl segue modalità sue proprie ed irripetibili. E ogni "gatto umano" ha comportamenti diversi: alcuni indossano orecchie da gatto o addirittura lenti a contatto da gatto, altri no. Alcuni sono più coccoloni, altri più selvatici. E non sono rari i gatti che camminano su due zampe o quelli che un po' miagolano e un po' parlano...

Quello che è certo è che il kitten play sarà sempre un gioco di immedesimazione, mai di umiliazione o di sottomissione: d'altra parte sarebbe inutile dare ordini a un gatto, animale troppo orgoglioso per obbedire a un semplice essere umano. Se proprio vogliamo fargli fare qualcosa, proviamo a convincerlo a suon di coccole e regalini, no?

Il gioco è diffuso soprattutto in Giappone, a causa anche della forte influenza esercitata dai manga, molti dei quali popolati da gattone antropomorfizzate molto sexy. E così fare all'amore con un gatto diventa un desiderio comune, come spiega quest'uomo: “Beh, quando fai sesso con una gatta fai le stesse cose che faresti con una non-gatta. In più però ci sono i 'miao-miao', le leccate e il suono del campanello del suo collarino. Dopo aver fatto l'amore mi piace addormentarmi mentre la gatta, sotto le coperte, lecca via il 'casino' che ha provocato o mi lecca le dita dei piedi”.

Ma una gatta non si limita a fare questo: si fa accarezzare mentre guardi un film, ti fa le fusa mentre leggi un libro, ti si struscia contro i pantaloni mentre lavori alla scrivania. Sempre se ne ha voglia...

2 commenti:

  1. Apperò, simpatica o simpatico?

    RispondiElimina
  2. IO SONO UN DOGPLAY,HO LA MIA PADRONCINA CHE MI PORTA OVUNQUE,MI HA COPRATO PER I MIEI BISOGNI LA PALETTA,LA MUSERUOLA,LA CIOTOLA DOVE IO MANGIO,RACCOGLIE I MIEI BISOGNI,MI LAVA,GIOCO CON LA PALLA DI PEZZA,ECC..LA MIA PADRONCINA E' UN PO TRISTE PERCHE' VUOLE CHE IO MI RIPRODUCA CON UNA CAGNOLINA SCHIAVA.SE' C'E IN GIRO UNA SCHIAVA CAGNA MI SCRIVA!GRAZIE!BAU!BAU! BOBBY!

    RispondiElimina

Il grande colibrì