Dylan Dog ed il re delle mosche: con Belzebù l'indagatore dell'incubo torna alla vita

Da chimico un giorno avevo il potere
di sposare gli elementi e di farli reagire,
ma gli uomini mai mi riuscì di capire
perché si combinassero attraverso l'amore,
affidando ad un gioco la gioia e il dolore.
(De Andrè, Un chimico)

Finalmente è tornato alla vita. Senza trasformarsi in uno zombie - cosa che, parlando di Dylan Dog, potrebbe starci benissimo. Dopo tanti albi dal soggetto improponibile (vedi "Gli artigli del drago") o carini, ma con un indagatore dell'incubo trasformato in semidio (l'affronto supremo compiuto in "Il modulo A38"), ecco una bella boccata d'aria fresca con "Il re delle mosche", soggetto e sceneggiatura di Giovanni Di Gregorio (che ci aveva lasciato a dicembre con l'insignificante e sciattissima storia di "Cose dell'altro mondo").

Un Dylan Dog spaesato ed in crisi amorosa, tornato ad essere quel moralista un po' palloso ma tanto umano che ci piace tanto, una giovane chimica che cita De Andrè ("Guardate il sorriso, guardate il colore / come giocan sul viso di chi cerca l'amore: / ma lo stesso sorriso, lo stesso colore / dove sono sul viso di chi ha avuto l'amore?"), un cattivo che sembra uscito fuori dalla migliore tradizione disneyana (uh, come stanno storcendo il naso i puristi!), la meravigliosa citazione dell'"Orlando Furioso" in un sogno ricco di poesia, la copertina metafisica... Tutto questo ci fa quasi dimenticare la qualità discontinua dei disegni di Luigi Piccatto e ci fa tornare a sperare in un futuro dylaniato...

Little Prince(ss)

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1 commento:

  1. anche io sono appassionato di DD, e devo dire che le storie mi continuano a piacere quasi tutte.
    certo, quasi, del resto DD è un Wu Ming da nazione fumettara.
    per restare in tema, un Frankenstein di cui resta ben poco dello Sclavi originario, e quindi è normale che qualità delle storie e dei disegni barcollino e a volte balbettino incoerenti come il mostro di Mary Shelley.
    Concordo col tuo giudizio sull'ultima storia, che in fondo è una critica (psicologica più che sociale) dell'umanità organizzata gerarchicamente.
    e il nostro paese ne è sempre più un fulgido esempio un paese dove ormai le leggi le fanno letteralmente nani e ballerine, un paese dove Milly Carlucci si permette di chiedere interventi normativi su internet...
    dove la carfagna rappresenta le italiane e la gelmini disegna la nuova Istruzione Pubblica.
    e nessuno dice nulla, al più borbottiamo e poi alziamo le spalle, sperando che nessuno venga a rompere i cojoni proprio a noi...
    l'atteggiamento del 99% dei tedeschi sotto il nazismo...

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Il grande colibrì