Il Tribunale della Storia

"E allora, mi dica, cos'ha combinato?" chiese l'uomo con la toga nera e il farfallino rosso, mentre si trastullava con il martelletto.

"Beh... Io non saprei! Io non ho fatto proprio niente di male" risposi perplessa.

"Sì, sì, va bene... Lei non ha fatto niente di male? Avrà pur fatto qualcosa di male - non le sembra? - se l'abbiamo fatta venire qui. Usi un po' di logica, per favore!".

"Ecco, dice bene! Mi avete fatta portare qui, quindi saprete bene il perché! Siete voi il giudice, dovreste anche dirmi di cosa sono accusata, sarebbe anche l'ora! Io sono certa, anzi: certissima di non aver commesso alcun reato".

"Reati, non reati... Ma le sembra questo il problema? Non lo sa che è l'amore la legge universale dell'universo, la forza che muove tutto, persino le stelle? Sa che le galassie sono più di 100 miliardi, che il sole ci mette 225 milioni di anni per compiere un'orbita completa intorno al centro dell'universo e che la stella più vicina al Sole dista più di 40 miliardi di chilometri? Tutto grazie all'amore, signora mia! E lei mi parla di reati? Mi creda, non importa nulla quello che si fa o non si fa, basta volersi bene...".

"A dire il vero ci sono le leggi, la necessità di garantire una convivenza pacifica e civile..." provai a replicare, ma il piccolo uomo seduto sul banco fece finta di non sentirmi e, avvolgendosi meglio nella sua immensa toga, proseguì il suo discorso: "Sì, basta volersi bene. E io, glielo dico senza offesa, bene a lei non ne voglio. Ora capisce il senso di questo processo?".

"Sinceramente no, mi sembra tutto assurdo, mi sento un po' confusa, quasi smarrita...".

"Le sembra forse un processo farsa?" esclamò quello strano individuo, scattando all'improvviso in piedi, indignatissimo. Nonostante l'altezza dei tacchi e la foltissima parrucca riccia che creava una sconfinata nuvola arancione attorno al suo capo, quello strano giudice continuava ad apparire così fisicamente piccolo da sembrare inoffensivo. Suscitava quasi tenerezza, faceva venire in mente certi bambini capricciosi e viziati. Temevo scioccamente di ferirlo e così non osai affrontarlo di petto: "No, ecco, vedete...".

"Che poi, signora mia, lei cos'ha fatto di buono nella vita? Me lo dica, su, perché è dall'inizio che sproloquia e non viene mai al punto! Palazzi, tv, cabaret, discariche, dossier... Cosa'ha fatto di buono, me lo dica!".

"Beh, io, ad esempio, ho difeso i diritti...".

"E dove stanno ora questi diritti? Me li mostri! Io non ne vedo manco uno nel raggio di chilometri... Se vuole le posso fornire binocoli, monocoli, telescopi, microscopi, lenti di ingrandimento e teleobiettivi, così, anche se fossero finiti su Alfa Centuari, 40.850 miliardi di chilometri di amore da qui, li potremmo vedere. Ci sta, ci sta? Oppure ammette che 'sti benedetti diritti si sono squagliati al Sole, 225 milioni di anni per un'orbita completa? Mi sa che mica me li ha difesi così bene, signora mia, eh!".

"Ma avete presente chi ho avuto al mio fianco? Avete presente la loro dignità, la loro coerenza?" provai a difendermi.

"Oh sì, sì, quelli, non mi ci faccia pensare!" gracidò scoppiando in risate così potenti da sconvolgergli la faccia, da crepare la densa maschera di cerone bianco e far vacillare pericolosamente il naso rosso precariamente attaccato al suo naso vero. Ripresosi un attimo, mi chiese in tono indagatore: "Ma senta, senta, lei quando è nata?".

"Nel 1947...".

"Porca orchidea, però, se li porta proprio bene gli annetti suoi! Proprio bene, perbacco! Perché non mostra una tettina, magari qualche annetto glielo posso pure scontare...".

"Ma che cosa dice?" sbottai innervosita: "Che razza di corte è questa?".

"E' il tribunale della Storia, bella mia...".

Little Prince(ss)

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