La tua firma sotto una condanna a morte? Iniziamo a pretendere un'informazione umana!

La tragedia è denunciata da più di un mese dalle organizzazioni per i diritti umani e sono passate settimane dal primo e anche dal secondo appello lanciato da questo blog e da Gruppo EveryOne, ma, come sogliono ripeterci per alimentare la nostra rassegnazione, non è mai troppo tardi e pazienza se per un interminabile mese il mondo cosiddetto civile ha chiuso occhi e orecchie davanti a omicidi, stupri, torture, trattamenti che neppure nel più truculento dei film horror...

Poi è arrivato Natale e, come sogliono ripetere anche in questo caso per il nostro rimbambimento collettivo, siamo tutti più buoni e più propensi a ricordarci delle sfighe altrui. Arriva Natale e, soprattutto, i politici sono in vacanza e i cronisti di nera hanno troppo freddo al culo per aspettare ore sotto le finestre di parenti di vittime e presunti assassini. E così rimane qualche paginetta bianca da riempire con le stime sul cenone di fine anno.

Il fatto è che, scritto che si prevede un drammatico calo della spesa dello 0,3% e che incredibilmente la vendita di spumante quest'anno supererà, come in tutti gli anni passati, quella di champagne, rimane ancora qualche spazio bianco. Ideale, appunto, per parlare delle sfighe altrui, in attesa che con l'Epifania tornino Grandi Bordelli e Grandi Coltelli, assassini nel tinello e paginate sulle dichiarazioni del portavoce di Scilipoti.

Ma non lamentiamoci troppo, che forse i Signori della stampa pretendono pure un ringraziamento con inchino per la loro magnanimità manifestata con la pubblicazione in questi giorni di articoli sulla vicenda delle centinaia di profughi nel Sinai prigionieri di bande di trafficanti di esseri umani legate al terrorismo internazionale.

Pazienza se si sono indignati con un mese di ritardo. Pazienza se chi si indigna per il silenzio dei media avesse fino a ieri un bel cerotto sulla bocca. Pazienza se chi si indigna per l'inerzia dei governi finga di non sapere che i governi sono quasi sempre inerti sui temi per i quali l'opinione pubblica è capace di mobilitarsi solo durante una settimana di penuria di gossip politichese.

Sarebbe interessante pubblicare un resoconto di tutte le e-mail che abbiamo scritto per segnalare la situazione dei profughi nel Sinai e per diffondere l'appello di NoirPink e Gruppo EveryOne e che abbiamo inviato più e più volte a redazioni, agenzie, singoli giornalisti, direttori, editorialisti - sì, anche a Tizio, Caio e Sempronio che oggi scrivono con la penna intinta nel calamaio dell'indignazione irrefrenabile...

E sarebbe interessante confrontare numero e date delle e-mail con numero e date degli articoli (non) pubblicati. Non perché i giornali debbano pubblicare quello che segnaliamo noi - ci mancherebbe altro! - né perché credo che le nostre segnalazioni fossero l'unico canale di informazione sulla vicenda a disposizione dei giornalisti. Il fatto, semplice semplice, è che quelle mail sono la prima prova che mi ritrovo sotto mano per dire che la stampa non poteva non sapere. E che il silenzio è stata una precisa scelta editoriale, pienamente consapevole e pienamente condivisa (con l'unica vera e lodevole eccezione di Avvenire).

Forse i profughi africani non fanno vendere molte copie. Forse i giornali non hanno molta voglia di dare retta a un blog che si occupa spesso di sessualità (tema giudicato degno di discussione solo all'interno dei confini territoriali del lettone di Putin) e di una associazione che, diciamolo fuori dai denti, sta sul culo a parecchi per il suo impegno a favore dei rom. Forse, però, avere la puzza sotto il naso di fronte alla sorte di 300 donne e uomini è inconcepibile - e per questo abbiamo scritto e riscritto a giornali di sinistra di centro e di destra.

O forse - e più probabilmente, e più drammaticamente - la realtà è più semplice: non gliene frega nulla. E a noi cittadini e lettori e telespettatori ce ne frega qualcosa, invece? Vogliamo farci ancora imporre il loro silenzio o vogliamo iniziare a pretendere un'informazione più dignitosa? L'Epifania sta arrivando con le sue scarpe tutte rotte e il cappello alla romana: se glielo permetteremo, si porterà via, insieme a tutte le feste, anche tutta l'attenzione sui profughi del Sinai. E chiudere gli occhi significherebbe, che ci piaccia o no, mettere la nostra firma sotto una sentenza di condanna a morte per 300 esseri umani.

Little Prince(ss)

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2 commenti:

  1. è una insopportabile abitudine mandare in onda durante le feste natalizie servizi sui poveri e gli affamati, la letizia ne risente!

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  2. noi si fa quel che si può, ogni piccola voce che si fa sentire aiuta... pretendiamo attenzione, continuiamo a scrivere ad ambasciate e giornali. non ci arrendiamo mica ;)

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Il grande colibrì