Politica e blog secondo Cristiana Alicata, giovane lesbica che crede nel PD e spiega perché

Cristiana Alicata, 34 anni, è una blogger, una militante politica del Partito Democratico (candidata non eletta alle ultime regionali) e un'attivista del movimento lesbico, gay e transessuale. Un'interessante incontro di idee e identità, che vi proponiamo con questa intervista.

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Il PD non riesce a proporre un'alternativa credibile alla destra, si ripete ormai come un mantra. E, visti i risultati elettorali, il mantra dice il vero. E però il centro-sinistra ha perso anche dove ha avanzato proposte di buon governo, come nel Lazio e nel Piemonte...

Piemonte e Lazio erano due storie diverse. Una governatrice uscente e capace, del PD, e una candidata non del PD, molto capace, ma candidata in una Regione dove il consenso del governo regionale non poteva essere paragonato a quello della Bresso.


Il problema allora dove sta? Nel PD, nella sinistra, nell'elettorato, nella cultura italiana...?

In questi anni mi sono fatta un’idea: siamo bravi nell’amministrare, ma non siamo bravi a dirlo. Bresso ha perso in un luogo, la Val di Susa, dove non siamo stati in grado di spiegare il senso della TAV e nemmeno opporci, forse, all’idea di TAV del centro destra. Nel Lazio abbiamo perso per roma-centrismo: a Roma abbiamo vinto, nelle altre province è stata evidente una mancanza del centro-sinistra.

Il tema vero, secondo me, sta nel fatto che abbiamo perso il coraggio di essere noi stessi. Abbiamo inseguito certi temi, dimenticato altri. Trascurato i confini - i risultati parlano di vittorie nei centri urbani e débâcle nella parte provinciale, vedi anche l’Aquila - perché siamo poltronari, abbiamo perso la voglia di stare in mezzo alla gente, di sentirci cittadini. Quindi i cittadini vedono in noi una classe di burocrati, mentre nella destra hanno visto professionisti divenire amministratori.

Abbiamo troppi disoccupati della politica da piazzare, dobbiamo effettuare il ricambio prima che sia troppo tardi, consentire alla società di sentirsi rappresentata. Questo aumenterà anche la partecipazione alla vita del partito. Spesso sembriamo dei marziani presi dalle dinamiche interne, avulsi sia dai grandi temi che dalle buche per strada. Sui primi abbiamo paura di dire la nostra, le seconde le abbiamo trascurate.


Militi in un partito che appare troppo moderato e poco laico. Ad esempio, sul tema dell'omofobia, l'episodio di Udine, dove il PD si è scagliato contro alcuni manifesti che ritraevano baci tra coppie dello stesso sesso, non dimostra grande coerenza...

La storia di Udine è stata molto incresciosa, ma la levata di scudi di tanti del PD ha fatto capire che non c’è più spazio né silenzio davanti a certi scivoloni. Aggiungo che solo alcuni consiglieri, e non tutto il PD di Udine, hanno perpetrato la sciocchezza di votare con la destra. Il PD di Udine è anche un grande sindaco ed è il luogo di Debora Serracchiani, segretaria del PD-FVG, che si è sempre dichiarata a favore di matrimoni ed adozioni. E fino a prova contraria un segretario rappresenta tutto il partito!

Vedremo alle prossime elezioni se i consiglieri saranno riconfermati dal loro partito. Oggi, per la legge, rendono conto solo agli elettori. Stiamo costruendo, spero, un partito forte e solido proprio per evitare i personalismi degli eletti e le derive singole.


Qual è il rapporto tra il tuo impegno politico e movimentista e il tuo blog?

Non c’è alcuna disconnessione. Come ti dicevo prima, cerco di esercitare lo sforzo di essere cittadina e contemporaneamente politica. Conoscere le dinamiche di partito non significa dimenticare i problemi della società. Sarebbe molto bello che questo esercizio fosse fatto da tutti. Politici e cittadini.


Una personalità politica, secondo te, come dovrebbe gestire il proprio blog, per avere un ruolo concreto nella formazione della pubblica opinione senza cadere nel rischio dell'autoreferenzialità della blogosfera e della distanza dal territorio?

Credo che ogni cosa vada usata con la giusta moderazione. E’ indubbio che siamo nel 2010, abituati a velocità diverse, a volte con spazi urbani enormi da coprire. Il blog può essere uno strumento di comunicazione che non abdica alla vita politica di strada. Secondo me un politico moderno deve avere le suole consumate, ma leggersi la posta elettronica e apparire, anche via web, con lo sguardo orizzontale.

In più, ti confesso che quando vivi le notizie e poi le leggi storpiate sui giornali o addirittura non le trovi, scopri che i blog o Facebook coprono quella parte di notizie che dà fastidio a tutti gli editori, anche quelli che ti aspetteresti stiano dalla nostra parte, a sinistra.


Però la "blogosfera di sinistra" riesce ad essere ancor più litigiosa dei partiti: i post dedicati a insultare altri blogger o altri politici di sinistra sono molti più di quelli che avanzano proposte costruttive...

Non mi cimento in dibattiti personali, cerco sempre di commentare metodi e approcci. Sì, so che alcuni blogger che si contendono i primi posti delle statistiche si beccano ogni tanto. Io leggo tutto ciò che mi capita e sono abituata a dimenticare chi scrive. Cerco sempre la forza dell’idea e se viene da qualcuno che non mi sta molto simpatico non faccio finta di nulla. Dovremmo essere tutti così sul web, nel luogo dell'open-source ideologico: democratici fino allo stremo.


Dopo decenni in cui il tema della sessualità ha trainato il cambiamento sociale, oggi - pornografia e ammiccamenti pubblicitari e velineschi a parte - sembra sparito dal dibattito politico e culturale italiano, persino dal dibattito interno al movimento *qtlgb. Come si è arrivati a questo, secondo te?

Forse la sessualità è sparita dal dibattito, ma pregna qualsiasi cosa, anche e soprattutto nell’abuso del corpo della donna. Io dico che per superare l’eccesso degli anni Settanta siamo tornati indietro al punto di partenza e non ci siamo fermati nel punto giusto.

Personalmente vorrei vivere in un Paese in cui il sesso sia considerato una cosa sana e bella da fare in modo consapevole. In Italia c’è troppo senso di colpa intorno al sesso, così tanto che questa cultura del fare e non dire, del machismo dominante, fondata sul dominio di tette e culi, degenera nella violenza che appare come un’esplosione di qualcosa di troppo trattenuto. Forse è venuto il tempo di una nuova liberazione che non significa sfrenatezza. Significa solo, spesso, essere liberi di esprimersi nella propria camera da letto. Sono certa che l’inferno, se esiste, non esiste per queste cose.


Little Prince(ss)

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4 commenti:

  1. No, nel Lazio avete perso perché avete devastato la sanità, chiuso gli ospedali, siete incapaci di reagire alla propaganda della destra, e pure perché Marrazzo andava coi viados: ne aveva tutto il diritto -volendo ignorare la sua famiglia- ma in un Paese puritano e bigotto come questo è stato il coplo di grazia. Imparate a perdere. Il resto qui:

    http://laicitta.blogspot.com/2010/03/la-messa-e-finita.html

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  2. Caro Felipe,

    la sanità romana e laziale è stata distrutta dalla giunta Storace , seppur con molti limiti Marrazzo nel Lazio aveva governato bene.

    Il PD deve imparare a perdere ma tu devi imparare a informarti bene (oppure anche tu sei incapace di reagire alla propaganda della destra visto che ti sei bevuto la storiella della sanità ?)
    Fred

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  3. Guarda, non so dove vivi tu, io vivo a Roma e certe cose le vedo coi miei occhi. Per esempio se devi fare una risonanza magnetica urgente o ti fai ricoverare oppure ti affidi alle conoscenze, sempre se ce le hai, sennò puoi pure morire che l'appuntamento te lo danno dopo mesi e mesi. E proprio in questi giorni è venuto fuori che c'é una percentuale che supera -e di parecchio- il 50% di esenti dal ticket, in questa regione. Di cose che non vanno ce ne sono parecchie, da queste parti, non è questione di propaganda, credimi.
    Eppoi, se vogliamo andare indietro, prima di Storace (che è stato uno dei peggiori, forse sarà superato solo dalla Polverini) c'é stato Badaloni; ed è meglio che non ne parliamo.
    Il PD è indifendibile.

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  4. Il cognome Alicata fu motivo di furore ancora bambino, considerato prodigio, pensandoci forse poteva esser vera la cosa, per il motivo che mi fu provocato, se ad 11 anni, si é capace di intervenire in dibattito in grande teatro, e provai la prima volta quel sentimento dal chiederm, Mario Alicata, quanti anni avevo e facendomi i complimenti, in cui motivo del mio furore, poiché non considerai valido argomento. Forse che tu sia una nipote o Alicata per "caso", certo non averti
    sminuità, almeno per l'atmosfera che mi ha permesso di comunicarti con piacere tanto. Ciao

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Il grande colibrì