Il matrimonio negato ai paraplegici e la grande estinzione dei cattolici

Il vescovo di Viterbo rifiuta di celebrare le nozze di una coppia. Lui è paraplegico, non può garantire potenza procreativa [Messaggero].

La notizia colpisce davvero molto.

Non tanto perché fa scoprire che ora la Chiesa se la prende pure con le persone diversamente abili (o forse in Vaticano preferiscono chiamarle “disordinatamente abili”, ricalcando la definizione degli omosessuali come “moralmente disordinati”?). Insomma, un odio in più qua, una fobia in più là... alla fine che differenza fa? Il fatto che all'antisemitismo, alla misoginia, all'islamofobia, all'omofobia, a tutte queste amenità che hanno caratterizzato la storia millenaria della Chiesa, si aggiunga pure l'handifobia (parola davvero brutta, ahimè...) non è che cambi molto le cose, in fin dei conti.

No, quello che crea sgomento (beh, insomma, più che altro una sorpresa un po' sbigottita, a dire il vero) è immaginare una giovane coppia cattolica che decida di sposarsi.

Come ben sappiamo (e come questa tristissima vicenda ci ricorda), per la Chiesa il matrimonio è finalizzato solo ed esclusivamente alla procreazione. Dunque, la Chiesa considera un vero e proprio non-sense il matrimonio tra persone che, per qualsiasi ragione (impotenza, paraplegia, omosessualità...), non possano procreare. E di conseguenza esclude dal matrimonio queste persone.

Il matrimonio cattolico è un sacramento. E quindi va preso molto sul serio. Non è cosa su cui scherzare, giocare o “provare e poi chissà”. Immagino quindi che ogni pia coppia cattolica debba essere richiamata alla necessità di accertarsi, prima di sposarsi, che entrambi i componenti siano potenzialmente in grado di generare prole, al fine di evitare di utilizzare un sacramento senza che si possano produrre le finalità per le quali esso è concepito. Insomma, è importante accertarsi con adeguata sicurezza della fertilità dei promessi sposi. E questo si può fare con semplici esami clinici.

Ora, io non sono né un teologo né un medico, ma mi sembra che una grande minaccia si profili all'orizzonte. O forse sono io a sbagliarmi (e quindi ringrazio tutt* coloro che saranno così gentili da segnalare nei commenti ogni tipo di errore o di imprecisione presente in questo post).

Dicevo... Io di come la teologia affronta il tema delle analisi sulle cellule uova non so praticamente nulla. So qualcosina di più sui “cugini” spermatozoi. E proprio attorno a questi birichini nasce l'intoppo.

Per determinare clinicamente la fertilità del maschio biologico, a quanto ne so, non si può fare a meno della “materia prima”: lo sperma. Sostanza producibile con semplicità e in abbondanza, di solito. Ma i cattolici (quelli che davvero seguono i dettami della Chiesa Cattolica Romana, non quelli che vanno a messa e pregano Padre Pio per hobby) sono abbastanza “insoliti”. E per loro raccogliere quella minima quantità di sostanza bianca utile alle analisi è decisamente complesso.

La soluzione più semplice, la masturbazione, è ovviamente esclusa: è peccato grave e rende ciechi (e poi non si potrebbero più ammirare le splendide scarpette trendy di S.S. Ratzinger?).

L'eiaculazione cattolica può avvenire solo durante una penetrazione pene-vagina. In questo caso, come consigliano i medici cattolici, è possibile raccogliere cattolicamente lo sperma all'interno di preservativi cattolicamente bucati... e che i buchi siano abbastanza larghi, mi raccomando (non è uno scherzo: http://www.zenit.org/article-11294?l=italian).

Tutto bene? Non proprio. Perché l'eiaculazione cattolica può avvenire solo all'interno della coppia sposata.

Ricapitolando: il maschietto della coppia cattolica può produrre (e poi raccogliere) sperma solo attraverso una pratica permessa esclusivamente tra persone sposate. Il problema è che a lui serve raccogliere lo sperma prima di sposarsi!

Non gli rimangono che tre strade:

1) commettere peccato masturbandosi o, peggio, con il sesso pre-matrimoniale;

2) sposarsi senza sapere se si è fertili, quindi rischiando di concludere un matrimonio che va contro alle sue sacre finalità;

3) rinunciare al matrimonio (e con esso al sesso e alla procreazione).

Personalmente, non mi piace pensar male di nessuno. E quindi sono sicuro che tutte le coppie cattoliche siano così pie, coerenti e devote ai dettami della Santa Chiesa da rinunziare alla tentazione offerta dalle prime due alternative. Sicuramente sceglieranno la terza strada, accettando la croce che con amore il Signore offre loro.

E così i cattolici non procreeranno più. Sarà la loro grande estinzione. Dispiace un po', in fondo in fondo. Però questo è il destino di tutti i dinosauri.

Little Prince(ss)

Aggiornamento del 10 giugno:

Don Giuseppe Curri, il parroco di Santa Maria di Grotticello (Viterbo), dichiara a Vittorio Capuano, su "Metro": "Il vescovo ha solo applicato la legge. Ci si dovrebbe indignare con lui se non l'avesse fatto. Il diritto canonico stabilisce questo, lui si è limitato ad applicarlo. In caso contrario, sarebbe stato come se un vigile ti ferma mentre sei senza cintura e poi ti dice: 'Non le faccio la multa'."

A parte il fatto che una disabilità viene paragonata ad un'infrazione (!!), questa dichiarazione fa un po' ridere in bocca a chi dovrebbe applicare, in linea teorica, solo la legge del "ama il prossimo tuo come te stesso". Fa un po' piangere, invece, se si pensa che quel "ha solo applicato la legge" ricorda eventi tragici che hanno avuto come vittime anche le persone diversamente abili.

13 commenti:

  1. Io sono letteralmente senza parole. Che ti devo dire?
    Se Dio ci giudicasse attraverso i parametri della Chiesa Cattolica Romana (ma, credimi, anche la realtà evangelica non è esente da fondamentalismi del genere) ci fulminerebbe tutti, a cominciare da loro, i gerarchi cattolici, i primi a disattendere il giogo che impongono ai poveri fedeli.
    Ora mi domando come possa esistere un concetto di morale così bieca e cieca, che omologa le sue leggi senza tener conto delle specificità di casi, delle persone, dell'ambiente, della cultura in cui le persone si trovano a vivere e attraverso i quali sviluppano la loro sensibilità.
    Esiste una morale cristiana?
    Certo. Ma non la si può imporre per legge, nè con la voiolenza, tantomeno con la superstizione e la paura.
    Ci vuole l'esempio, la compassione e l'amore che sono imposti dalla vita di Cristo: e qui cadiamo in molti. Tutti con gli scheletri nell'armadio. Tutti, ho detto, e ribadisco:tutti!
    A parole siamo tutti maestri. Io parlo per me, ma non credo che ci sia qualcuno di così santo da non aver bisogno della misericordia di Dio.
    Tu non credi. Io ho imparato molto dai non credenti, sai? Non ti stupire se ti dico che grazie a loro mi è capitato di rafforzare le mie convinzioni e la mia fede. Forse perchè sono disincantati vedono le cose in modo più sereno e la loro è spesso un'analisi crudele, per noi credenti, ma veritiera. Poi le speculazioni, ovvio, ci sono anche lì.
    Grazie del commento. Non ti rubo altro tempo. Ciao.

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  2. Siamo figli di Dio... la chiesa è fatta di figli di dio ma pur sempre figli di uomini e per questo portati a sbagliare.
    Non sono in grado di giudicare vista ma mia non conoscenza del caso e non voglio fare una crociata contro la Chiesa perciò a volte mi domando che fine abbia fatto la misericordia umana prima ancora di quella divina che ci viene accordata esclusivamente solo da altri esseri umani.
    Il mio ex marito ha chiesto l'annullamento del matrimonio ed io sto passando un bel periodo.
    Ci si vuole appellare al fatto che io non volevo i figli ( avevo 19 anni) e che sicuramente non avevamo ( o avevo) alcuna maturità per affrontare il matrimonio.
    Perciò l'unicità e l'indissolubilità del matrimonio sono venuti meno e secondo il diritto canonico può tranquillamente riternersi nullo.

    Poi alla chiesa non importerà scoprire ulteriori dettagli: che alla fine sono stata io a lasciarlo perchè l'ho tradito con un altro uomo ( con il quale convivo da anni) e che i problemi erano ben altri legati alla nostra stessa sessualità vissuta da me in modo traumatico.
    Ci può stare tutto ma nessuno può togliere alla mia anima ciò che ho provato e provo tuttora. Ho sbagliato e ho pagato ma nessuno mai si è mai chiesto che cosa ci fosse nel mio piccolo angolo di cuore. La sofferenza per aver sacrificato l'amore più bello di tutta una vita solo per 'ignoranza e la paura della verità.
    Dio giudicherà quello che ho fatto prima degli uomini.
    Nessuno e dico nessuno al di fuori di Dio sà se quel giorno davanti a lui ho mentito...nella mia mente riecheggiano le mie parole, le nostre parole ed io sapevo che sarebbe stato per tutta la vita come sarà anche se non staremo più insieme. Io mi sentirò sempre una moglie, quella donna che non è mai diventata tale solo perchè non le è stata data la possibilità di crescere. Prego Iddio ogni giorno che mi dia la forza per affrontare tutto.
    Il diritto canonico esiste e si usa per regolare il sacro vincolo del matrimonio.... Il diritto ad amare sopra ogni cosa invece è prerogativa di Dio....
    Negare il matrimonio a quel ragazzo è stato un errore....dettato dal diritto canonico che ci vede più come meri contenitori che come esseri che amano, gioiscono, soffrono e proprio perchè esseri umani sbagliano.
    La carità cristiana va oltre affinchè il matrimonio sia atto di donazione verso l'altro.E mille uomini di Chiesa hanno dato mille volte prova di avere oggi un rapporto con la disabilità generoso, spesso eroico e profondamente diverso dal passato. Proprio per questo, però, davanti a un episodio che ferisce due ragazzi già provati dal dolore come quei due sposini di Viterbo, uno si chiede: ma perché?

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  3. Io posso solo constatare quanto dolore sta seminando un'istituzione secolare aggrappandosi a regole sterili (perché l'unica vera sterilità è quella di queste regole) per non riconoscere l'amore che lega due persone (si veda questa vicenda come l'opposizione alle coppie dello stesso sesso). Non tocca certo a me giudicare le scelte della Chiesa. Ma forse ha ragione chi ha detto che essa segue il diritto canonico, ma dimentica il Vangelo.

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  4. ciao, sono di viterbo e conosco le persone coinvolte nella vicenda. la notizia è stata distorta dai mass media e in malafede anche dalla curia che ha rilasciato le dichiarazioni. la curia e il vescovo hanno ripetutamente dichiarato il falso.

    1) non è vero che il ragazzo non può procreare!!! i dottori che lo seguono non l’hanno mai detto. non si sa, punto e basta. quindi il vescovo ne sa meno di tutti.

    2) secondo lo stesso codice canonico, se l’impossibilità a procreare è in dubbio, il matrimonio non può essere impedito.

    è evidente che il vescovo o non conosce il codice canonico oppure ha voluto coscientemente impedire il matrimonio in ogni caso, affidandosi ingenuamente alla presunta ignoranza in materia di tutti. quindi la difesa ad oltranza della sua decisione è quantomeno grottesca e ingiusta. ma quello che interessa mettere in luce è che non si tratta tanto di regole formali religiose non rispettate, quanto piuttosto di mancanza di umanità del vescovo, che, ripeto, con cinismo e disumanità ha negato un momento di felicità a due ragazzi che si amano. ma che ne capisce un vescovo di amore?

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  5. Ho letto la risposta della dottoressa su Zenit. Siccome vado un po' di fretta devo immaginare che non si tratti di uno scherzo. In tal caso devo dire che improvvisamente mi si fanno chiare tante cose, la ragione della guerra infinita di Bush, ad esempio: siamo nelle mani dei fanatici, già lo sapevo, ma fino a questo punto...

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  6. Mah!
    Non riesco proprio ad appassionarmi a questa storia. Politicamente.
    Umanamente invece naturalmente mi riguarda, ma non è che un disastro annunciato. Che bisogno c’è di sposarsi in chiesa? Ma soprattutto che senso ha affidare i propri sentimenti a una religione? Le religioni, e quella cattolica prima di ogni altra, sono dei ricettacoli di contraddizioni violente e nonostante questo la gente continua a prenderle come paradigma della propria esistenza. Il più importante profeta del cristianesimo si immola per amore dell’umanità e i suoi seguaci che fanno? Odiano l’umanità.
    E’ ovvio che credere in un’istituzione di per sé contraddittoria porti prima o poi a una cocente delusione. Le delusioni portano inevitabilmente dolore, e per questo sono totalmente solidale con chiunque ne sia vittima, dopodiché la disillusione può essere un ottimo strumento di crescita personale, se da essa si traggono logiche conclusioni.
    Scusate la crudezza, ma io vorrei che chiunque di noi potesse sposarsi in municipio, paraplegici, campioni genetici, froci o dongiovanni che siano, per avere lo stesso riconoscimento davanti alla società e i medesimi diritti davanti alla legge. Il rapporto con la trascendenza e le religioni è affascinante dal punto di vista umano ma assolutamente irrilevante dal punto di vista politico-rivendicativo. Posso biasimare la Chiesa Cattolica perché discrimina i miei fratelli e le mie sorelle, posso avvertirli di quanto male possano fare le religioni, ma se il rapporto con la mia omosessualità e la triangolazione con l’esercizio della cittadinanza sono questioni di cui dover necessariamente venire a capo perché sono connaturate col mio essere e con l’esercizio dei miei diritti umani, il rapporto con le religioni è basato su dinamiche socio psicologiche di un tipo decisamente differente, che può essere deciso razionalmente o emotivamente, che afferisce esclusivamente alla sfera personale, che non coinvolge minimamente gli interessi collettivi e tantomeno i diritti e le libertà, anzi, la “sottomissione” ai precetti di una religione è essa stessa un atto di esercizio di un diritto costituzionale.
    Marco Volante

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  7. Non sono cattolico. L' idea gretta del sesso della chiesa mi sembra una stupidaggine. Ma sinceramente non vedo perché una persona sana di mente dovrebbe praticare il sadomaso che spara 'sto sito. Se si estinguono i cattolici sopravviverò però se l' alternativa sono i coglioni che si frustano: BAH !!!!!!

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  8. @ schifato:
    Le alternative sono tante, certo qui non si presenta il sadomaso come un'alternativa al cattolicesimo. Comunque si possono frustare anche altre parti del corpo, non solo i testicoli...

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  9. io sono la moglie di un quasi tetraplegico. Sono sua moglie da pochi mesi (ovviamente matrimonio civile ;) ) dopo anni di convivenza more uxorio peccaminosa. Abbiamo due figli grandini (16/13) e tre aborti spontanei alle spalle. Aborti causati da un problema MIO. Ci siamo sposati per poter adottare visto che questa nazione non permette alle coppie conviventi di farlo.
    Al vescovo di Viterbo e al suo superiore dico solo che mio marito mi ha "impiombata" dopo 15 giorni dal primo rapporto....
    I casi sono due:
    o l'unico coniglio riproduttore con lesione c7 è capitato a me...oppure è il caso che si rivedano un po' di statistiche.

    Quindi con che coraggio hanno negato il matrimonio sapendo che la motivazione era oltremodo azzardata!

    Mattamilu@libero.it

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  10. Bei commenti. Che aggiungere, che potrebbero riprovare in un altra chiesa.

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  11. Sembra di essere entrati nella macchina del tempo. Anni fa all'università ho sostenuto l'esame di storia del diritto canonico. Nel medio evo non si conoscevano gli spermatozoi e si pensava che lo sperma contenesse degli omuncoli già formati, per questo non si poteva ... disperdere. E si riteneva che il peccato originale si trasmettesse dal padre al figlio perchè nel supremo attimo il padre provava piacere. Era il piacere a trasmettere il peccato :(
    Leggere ancora oggi teorie sterili che disconoscolo l'amore - e quindi il messaggio di Cristo - per una non meglio precisata superiorità delle funzioni biologiche mi rattrista.

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  12. Naturalmente compatisco (soffro insieme a voi per...) la vicenda e i suoi antagonisti - vescovo, chiesa etc. -, ma visto che di chiesa si parla, e l'autore dell'intervento ammette di saperne poco, posso dire ciò che so (faccio presente di essere laureato in teologia... tutti hanno scheletri nell'armadio, ahahah): questa dell'impotenza come impedimento al matrimonio non è affatto una novità. Da lunghissimo tempo la cosiddetta impotentia coeundi è uno degli impedimenti dirimenti che rendono nullo un matrimonio cattolico. Questo non perché la procreazione sia l'unica finalità (è dagli anni '60 che la chiesa ha cambiato leggermente la forma: la prima finalità è l'amore, la seconda è la procreazione, ma sono da considerarsi unite e inscindibili... Insomma, una frittata rigirata alla bell'e meglio), ma perché in fondo è quella che importa di più al clero - secondo il rigidissimo assioma: l'amore deve essere "materialmente" fruttuoso, se no non è vero amore... No comment -. Un matrimonio sarà nullo se il contraente soffre di impotenza copulativa antecedente al matrimonio e perpetua, relativa o assoluta. Se l'impotenza è dubbia prima delle nozze, il matrimonio non può essere impedito né dichiarato nullo. Invece la sterilità non proibisce né scioglie il matrimonio (perché quantomeno la volontà di avere figli e l'atto procreativo - il su e giù tanto temuto e al contempo venerato dalla chiesa - sono fatti salvi... Ma ci rendiamo conto???). Evidentemente il vescovo in questione pensa che un paraplegico sia automaticamente impotente, quindi dura lex sed lex. RIPETO: mi sono limitato a fare dell'informazione teologica, non sono un sostenitore di queste sciocchezze. Anzi, mi diverte e mi rattrista scrivere di queste cose, così tragiche e comiche al contempo.

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Il grande colibrì