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Crisi dell'inserimento mirato: nella retorica imperante produttività non fa rima con disabilità

Il governo ce lo ripete da tempo, ma ne è convinta pure parte dell'opposizione e ne sono sicurissimi persino alcuni sindacati: il problema più grande dell'Italia è la produttività della forza lavoro. Il Paese ha bisogno di giovani di sana e robusta costituzione (quella con la "c" minuscola, sia chiaro) che pranzino in fretta, evitino di fare pipì troppo frequentemente e non pensino neppure di potersi ammalare (del verbo "scioperare", invece, è meglio che non conoscano neppure il senso).

Ora si riformerà pure la Costituzione (quella che, per adesso, ha ancora la "c" maiuscola): l'iniziativa economica privata dovrà essere liberata da lacci e lacciuoli, a partire da tutte quelle pappardelle sull'utilità sociale, la sicurezza, la libertà e la dignità umana. Formule da cancellare, poco importa se dietro quelle formule ci sia la vita dei cittadini - e anche dei cittadini diversamente abili. D'altra parte è da anni che il sostegno nelle scuole è tagliato con l'accetta perché i soldi vanno investiti in qualcosa di più produttivo, no? Da qui alla retorica di inizio Novecento sui "mangiatori inutili" il passo non sembra così grande...

Non dimenticare lo spazzolino e la carrozzina: ma chi l'ha detto che un disabile non può viaggiare?

Poche ore e tanti partiranno alla volta di montagne innevate, mercatini di Natale, città scintillanti, spiagge assolate all'altro capo del globo. C'è chi poi invece resterà a casa, perché in tempo di crisi non se ne parla proprio di spendere soldi in alberghi, treni, ristoranti e veglioni. E poi ci sono loro, le persone diversamente abili, che, poverine, devono rimanere a casa per forza: pensiamo a loro, questo Natale, alla sorte crudele che impedisce loro di raggiungere le spiagge assolate, le montagne innevate, le città e i mercatini...

Alt! Se è questo che pensate fermatevi un momento a riflettere: siete proprio sicuri che le persone disabili non possano andare in vacanza, in una piacevole, divertente e anche avventurosa vacanza? E siete sicuri che, quando davvero si parano davanti barriere insormontabili, sia tutta colpa della "sorte crudele" e non ci sia lo zampino della generale indifferenza, svogliatezza, pigrizia? Insomma: non ci stupisce più che l'essere umano viaggi nello spazio e siamo ancora a sorprenderci del fatto che una persona in carrozzina possa visitare l'Acropoli di Atene: siamo animali proprio bizzarri, senza dubbio alcuno!

Il cuoio e la sedia a rotelle: il desiderio erotico leather non conosce barriere architettoniche

"Quando ho iniziato la transizione, mi hanno detto che non sarei mai stato accettato e che non mi sarei mai potuto permettere di togliermi la camicia in pubblico": Tyler McCormick racconta così la sua storia. Ma non è certo tipo da piangersi addosso. "Non lasciate che la paura vi crei dei limiti" incita il pubblico che batte le mani in delirio. Partiamo proprio da qui, dal suo trionfo, per raccontare la storia di Tyler, una storia che, attraverso quello strumento straordinario di indagine sulle umane cose che è la sessualità, ha davvero tantissimo da raccontare.

Partiamo da quella folla che applaude Tyler e da Tyler che fa il giro della passerella, con la fascia di International Mister Leather [IML] - sì, il palco è quello della finale del più importante concorso mondiale dedicato agli uomini feticisti del cuoio e certo non è un caso che questa storia si svolga nel contesto del feticismo, di quella forma di sessualità che trascende il corpo per esaltare il desiderio puro e semplice, seguendo un sentiero tortuoso in cui gli istinti più primordiali e le costruzioni più cerebrali si fondono prodigiosamente, in cui tutto (corpo, cuore, mente, cazzo, anima e testa) si fonde prodigiosamente.

Niente cuore per i disabili mentali in Veneto (ma neppure un fegato e un pancreas da trapiantare)

"La possibilità di usufruire del trapianto trova ancora una limitazione nella scarsità di organi disponibili. Ciò rende assolutamente necessario prestare particolare attenzione alla selezione dei pazienti" affermano le linee guida della Regione Veneto. In altre parole, gli organi sono pochi, scegliamo bene a chi darli, perché, adottando un'ottica tanto pragmatica quanto giusta, è meglio usare quegli organi in casi con buone probabilità di ottenere un risultato positivo.

Certo, è crudele pensare di rifiutare un trapianto a coloro per i quali le probabilità di successo sono scarse, ma la crudeltà sta tutta in una cultura che ancora non si è ficcata in testa che donare gli organi è essenziale, non certo in delle linee guida mediche che devono cercare di gestire al meglio una situazione difficile (le donazioni di organi da qualche anno continuano a calare vistosamente).

Malato di SLA? Per lo Stato i 12mila euro per un computer a comando visivo sono uno spreco...

Una malattia autoimmunitaria non è roba da poco: il tuo sistema immunitario inizia a considerare il tuo stesso corpo come un nemico, come un pericoloso e nocivo agente esterno. Ed inizia ad attaccarlo, causandoti terribili dolori e provocando gravi danno al tuo organismo. Una malattia autoimmune, come tante altre forme di malattia o di disabilità, può toglierti tutto. Perché ai mille problemi causati dalla malattia stessa si somma troppo spesso la distruzione della tua vita sociale. Diventi un malato che merita da chi lo circonda - quando va bene - un rispetto impietosito ed una distanza pudica. E si arriva così all'isolamento, alla perdita di qualsiasi ruolo...

Ma tutto questo non è affatto inevitabile: si può reagire e rivendicare il mantenimento del proprio ruolo. Ad esempio,
Gabriella Fogli, autoimmune da alcuni anni, rivendica con un orgoglio solare il suo essere donna, mamma, nonna e - perché no? - rompistatole. Impegnatissima come volontaria ad "aiutare chi è in difficoltà, qualunque essa sia", e a richiamare le autorità al loro dovere costituzionale e morale di rispetto dei diritti delle persone diversamente abili, Gabriella è l'autrice dello scritto sottostante, che abbiamo il piacere e l'onore di pubblicare.

Little Prince(ss)

I picchiatori li armiamo noi? Pordenone e Roma: aggrediti un gay disabile e due albanesi

Mostrare la forza muscolare, i denti, le unghie per dimostrare la propria superiorità. L'uso della violenza è ovvio, essenziale, inevitabile come strumento di confronto e di scontro per moltissime specie animali. Lì dove vige la "legge della giungla" è giusto che si riconosca la superiorità di chi meglio interpreta quella legge.

Altre specie, come l'homo sapiens sapiens, hanno invece dimostrato come la loro mente sia dotata di un potere creatore e distruttore incomparabilmente superiore al loro corpo. Per queste specie, per dimostrare superiorità l'uso della forza diventa semplicemente obsoleto (anche nelle discipline sportive, in cui pure assume spesso un ruolo centrale la forza fisica, quest'ultima è strettamente regolata da una serie di norme che rendono gli sport attività tanto fisiche quanto mentali).

Ciononostante, gli esseri umani hanno sviluppato anche codici di onore che giustificano il ricorso alla violenza fisica e che, in alcuni casi, lo richiedono. Nessun codice d'onore, comunque, è capace di giustificare uno scontro tre contro uno, né, tanto meno, l'assalto di trenta individui contro due, soprattutto se i trenta sono armati e i due indifesi...

Caso diverso dai codici di onore sono quelle forme di regolazione sociale in cui nello scontro non si vuole dimostrare la propria superiorità o il proprio onore, ma in cui, invece, persone dotate di un mandato collettivo sono semplicemente chiamate a difendere la collettività dai suoi nemici. Nessuno si scandalizza se, contro uno scippatore, si mobilitano in tre poliziotti e nessuno definirebbe codardi i trenta carabinieri che circondano due boss mafiosi...

E allora come interpretare i due fatti di cronaca di oggi? Come interpretare l'agguato dei tre uomini di Pordenone ai danni di un gay disabile (per "dare una lezione ai froci") [la Repubblica]? E come interpretare la denuncia (ancora tutta da verificare, ma che ricalca fatti già accertati) di due albanesi che sarebbero stati aggrediti da trenta italiani armati di mazze, bastoni e pistole che vagavano a caccia di rumeni [la Repubblica]?

Come vogliamo interpretare questi uomini violenti? Come degli smidollati, dei "senza palle", applicando schemi di giudizio propri dei codici di onore violenti e liquidando quanto avvenuto come semplici fattacci? O vogliamo andare più a fondo, capendo che questi picchiatori ritengono di possedere un mandato collettivo e di stare agendo in nome e per conto di (quasi) tutti noi?

E allora è compito di ciascuno di noi fare di tutto per togliere loro quel mandato che si vedono ogni giorno riconfermato dalla politica, dalla Chiesa, dai mezzi di informazione e dai nostri silenzi omertosi.



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Giorno della Memoria: con ogni colore ci avete ucciso, da ogni colore riprendiamo vita

Rosso, come il sangue che colava dal naso e dalla bocca di quel piccolo comunista del cazzo che pensava di potersene andare in giro tranquillo coi suoi rasta nella nostra città.

Verde, come la rabbia che ti monta per tutti quei criminali che hanno fatto uscire di galera con l'indulto, invece di farli morire uno addosso all'altro, dopo averli chiusi dentro e aver buttato via la chiave.

Blu, come il livido sulla pelle del rumeno contro cui ci siamo vendicati ieri, che sicuro è stato uno del suo paese di merda a stuprare una delle nostre l'altra sera.

Rosa, come il culo sfondato di quel frocio che limonava col suo amichetto nel parco dove quelli là vanno a battere e che dovrà starsene un po' a riposo dopo che gli abbiamo rotto la bottiglia nel culo.

Marrone, come il fango in cui vivono gli zingari sotto casa, che spero che ci anneghino dentro, con i loro Rolex e le loro auto di lusso e le loro roulotte che certo saran piene di sacchi di soldi, visto tutto quello che ci rubano.

Viola, come la faccia di quel testimone di Geova dopo che gli ho urlato al citofono che se ne vada a fanculo e che la deve smettere di venire a romperci i coglioni ogni santo mese!

Nero, come gli occhi spalancati del corpo rigido di quel barbone che ho scavalcato tra la neve ieri sera. O come i peli della figa della puttana che mi sono sbattuto poco dopo, per poi chiamare la polizia e farla portare via dal nostro quartiere di persone per bene.

Giallo, come le monete di quei bravi mercanti di ebrei, che si sono fatti risarcire i miliardi per morti inventate o ingigantite e con quei soldi si sono comprati le nostre anime e le nostre economie.


27 gennaio - Giorno della memoria
in un mondo che ogni giorno dimentica


Giallo: ebreo

Blu: immigrato, straniero ai lavori forzati

Marrone: zingaro

Nero: asociale, ritardato mentale, malato mentale, alcolista, senza fissa dimora, intellettuale, pacifista, prostituta, lesbica

Rosso: prigioniero politico, socialdemocratico, sindacalista, comunista, liberale, massone, anarchico

Rosa: omosessuale, bisessuale, criminale sessuale

Viola: testimone di Geova, dissidente religioso

Verde: criminale abituale

Con ogni colore ci avete ucciso. Da ogni colore riprendiamo vita.

Little Prince(ss)

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Nelle banche i diversamente abili possono essere solo clienti. Ma a lavorare vadano altrove...

Questa notizia probabilmente non l'avete sentita. No, non perché sia una novità dell'ultimo momento, anzi: sono passati ormai più di dieci giorni. Non l'avete sentita perché nessuno ne ha parlato, perché, a quanto sembra, nessuno si è accorto dell'estrema gravità di questi fatti.

Come comunica Falcri - Intesa Sanpaolo (l'associazione sindacale dei dipendenti in servizio attivo ed in quiescenza di Intesa Sanpaolo), l'Abi (Associazione Bancaria Italiana) "ha proposto un interpello al Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali in merito alla possibilità, per le banche che attivano il Fondo Esuberi, di sospendere l’obbligo di assunzione delle persone 'portatrici di handicap'".

Come giustamente denuncia la Falcri, "è impensabile ed inaccettabile che cittadini già duramente colpiti trovino ancora più difficoltà ad integrarsi nel mondo del lavoro perché anche le porte delle ricche Banche potrebbero chiudersi. [...] E’ inutile produrre 'ricamati' Bilanci Sociali se dietro la carta patinata viene a mancare la sensibilità e la solidarietà verso i più deboli!"

Ovviamente il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali ha mandato l'Abi a quel paese, giusto? E invece no: il ministero di Maurizio Sacconi ha dato parere positivo. Si, avete capito bene: niente portatori di disabilità a lavorare nelle banche! Una decisione presa nel silenzio generale.

Little Prince(ss)

Cacciata dall'asilo. Dalle suore e dallo Stato. Succede a Nuoro a una "bimba" di 24 anni

Alessandra ha 24 anni, ma vorrebbe tornare all'asilo nido. E' una ragazza sorda, muta, cieca. E con un corpo e una mente da bambina di cinque anni. Una vita difficile la sua, come quella dei genitori, un camionista e una casalinga con quattro altri figli, oltre ad Alessandra.

Alessandra ha davvero bisogno di frequentare l'asilo. E infatti da due anni era iscritta ad una scuola materna della sua città, Nuoro. Non è stato facile trovare qualcuno che la ospitasse: per gli asili pubblici Alessandra è troppo grande. Dopo tante risposte negative, finalmente nel 2006 i genitori della ragazza hanno trovato la disponibilità di una scuola cattolica gestita da suore.

Ma quest'anno le suore non vogliono più Alessandra. "Non ci sarebbero spazi adatti alle sue esigenze", raccontano, anche se fino a poco tempo fa quegli stessi spazi erano stati giudicati perfettamente adeguati e in quegli stessi spazi Alessandra aveva fatto incredibili progressi, grazie alla possibilità di stare a contatto con gli altri bambini [Unione Sarda].

Ora mi aspetto che lo stuolo di monsignori che ogni giorno gridano che Eluana Englaro deve continuare a vegetare anche se lei stessa aveva affermato di non volerlo fare e che ogni giorno invocano l'amorevole cura per ogni ammalato (anche per chi quella cura non la vuole!). Mi aspetto che quello stuolo di monsignori vadano in pellegrinaggio a Nuoro per convincere le suore a riprendere Alessandra nella propria struttura. Perché Alessandra, a differenza di Eluana, vive e può fare grandi progressi...

Ma ho aspettative molto più forti nei confronti delle autorità repubblicane. Perché in fondo, da cittadino, devo chiedere attenzione per Alessandra non alle autorità ecclesiastiche, ma a quelle repubblicane. Le quali hanno il dovere di rispettare la Costituzione, compreso l'articolo 32. I cui due commi sembrano scritti apposta rispettivamente per Alessandra e per Eluana:

"La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.
"

Little Prince(ss)

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Debbie Van der Putten, la Barbie con un braccio rotto di Playboy: due parole sulla perfezione

Nella mia infanzia, passavo molto tempo con una mia amichetta, Vanessa. Mi ricordo che lei, molto raramente e solo con altre bambine, giocava con le Barbie (a dire il vero era una versione tarocca di cui ho dimenticato il nome). E ricordo ancora bene che una di queste bamboline, finita contesa tra Vanessa e una cuginetta, a forza di tira e molla si era rotta: le si erano staccate le braccia. Vanessa, a quel punto, avrebbe voluto buttarla e comprarne una nuova. La madre, donna di grande risparmi, si rifutò e le disse di tenersi quella bambola lì. Glielo disse urlando in malo modo, non era una donna dotata di particolare grazia e gusto.

Comunque quel suo "no" ci sembrò totalmente ingiusto (e non era certo motivato dalla volontà di offrire particolari insegnamenti morali). Vanessa si tenne quella bambola rotta e senza più alcuna attrattiva ai suoi occhi. Credo che non ci abbia mai più giocato.

Forse non è politically correct dirlo, ma ho ripensato a quella bambola vedendo le foto di Debbie Van der Putten su Playboy. Bella, elegante, giovane con i suoi 22 anni. Perfetta come una bambola. Senza un braccio, come quella bambola. Ma allora, è anche lei una bambola rotta?

No. Da quando ero bambino a oggi ho cambiato idea sulla perfezione. E mi sembra di capire che la perfezione non passa sempre dal due. Si può essere bellissimi con due braccia, ma anche con una sola o con tre. Si può essere amati all'interno di una coppia, ma anche in mezzo a un'orgia o rimanendo single. Ci si può annoiare guardando RaiDue, ma anche RaiUno, RaiTre e tutte le trashate targate Mediaset.

E a proposito del "due", sotto trovate un bel cortometraggio animato francese, "Queer Attaque" (sulla musica di Danny Elfman per il film "Mars Attacks!" di Tim Burton).

Little Prince(ss)

Il matrimonio negato ai paraplegici e la grande estinzione dei cattolici

Il vescovo di Viterbo rifiuta di celebrare le nozze di una coppia. Lui è paraplegico, non può garantire potenza procreativa [Messaggero].

La notizia colpisce davvero molto.

Non tanto perché fa scoprire che ora la Chiesa se la prende pure con le persone diversamente abili (o forse in Vaticano preferiscono chiamarle “disordinatamente abili”, ricalcando la definizione degli omosessuali come “moralmente disordinati”?). Insomma, un odio in più qua, una fobia in più là... alla fine che differenza fa? Il fatto che all'antisemitismo, alla misoginia, all'islamofobia, all'omofobia, a tutte queste amenità che hanno caratterizzato la storia millenaria della Chiesa, si aggiunga pure l'handifobia (parola davvero brutta, ahimè...) non è che cambi molto le cose, in fin dei conti.

No, quello che crea sgomento (beh, insomma, più che altro una sorpresa un po' sbigottita, a dire il vero) è immaginare una giovane coppia cattolica che decida di sposarsi.

Come ben sappiamo (e come questa tristissima vicenda ci ricorda), per la Chiesa il matrimonio è finalizzato solo ed esclusivamente alla procreazione. Dunque, la Chiesa considera un vero e proprio non-sense il matrimonio tra persone che, per qualsiasi ragione (impotenza, paraplegia, omosessualità...), non possano procreare. E di conseguenza esclude dal matrimonio queste persone.

Il matrimonio cattolico è un sacramento. E quindi va preso molto sul serio. Non è cosa su cui scherzare, giocare o “provare e poi chissà”. Immagino quindi che ogni pia coppia cattolica debba essere richiamata alla necessità di accertarsi, prima di sposarsi, che entrambi i componenti siano potenzialmente in grado di generare prole, al fine di evitare di utilizzare un sacramento senza che si possano produrre le finalità per le quali esso è concepito. Insomma, è importante accertarsi con adeguata sicurezza della fertilità dei promessi sposi. E questo si può fare con semplici esami clinici.

Ora, io non sono né un teologo né un medico, ma mi sembra che una grande minaccia si profili all'orizzonte. O forse sono io a sbagliarmi (e quindi ringrazio tutt* coloro che saranno così gentili da segnalare nei commenti ogni tipo di errore o di imprecisione presente in questo post).

Dicevo... Io di come la teologia affronta il tema delle analisi sulle cellule uova non so praticamente nulla. So qualcosina di più sui “cugini” spermatozoi. E proprio attorno a questi birichini nasce l'intoppo.

Per determinare clinicamente la fertilità del maschio biologico, a quanto ne so, non si può fare a meno della “materia prima”: lo sperma. Sostanza producibile con semplicità e in abbondanza, di solito. Ma i cattolici (quelli che davvero seguono i dettami della Chiesa Cattolica Romana, non quelli che vanno a messa e pregano Padre Pio per hobby) sono abbastanza “insoliti”. E per loro raccogliere quella minima quantità di sostanza bianca utile alle analisi è decisamente complesso.

La soluzione più semplice, la masturbazione, è ovviamente esclusa: è peccato grave e rende ciechi (e poi non si potrebbero più ammirare le splendide scarpette trendy di S.S. Ratzinger?).

L'eiaculazione cattolica può avvenire solo durante una penetrazione pene-vagina. In questo caso, come consigliano i medici cattolici, è possibile raccogliere cattolicamente lo sperma all'interno di preservativi cattolicamente bucati... e che i buchi siano abbastanza larghi, mi raccomando (non è uno scherzo: http://www.zenit.org/article-11294?l=italian).

Tutto bene? Non proprio. Perché l'eiaculazione cattolica può avvenire solo all'interno della coppia sposata.

Ricapitolando: il maschietto della coppia cattolica può produrre (e poi raccogliere) sperma solo attraverso una pratica permessa esclusivamente tra persone sposate. Il problema è che a lui serve raccogliere lo sperma prima di sposarsi!

Non gli rimangono che tre strade:

1) commettere peccato masturbandosi o, peggio, con il sesso pre-matrimoniale;

2) sposarsi senza sapere se si è fertili, quindi rischiando di concludere un matrimonio che va contro alle sue sacre finalità;

3) rinunciare al matrimonio (e con esso al sesso e alla procreazione).

Personalmente, non mi piace pensar male di nessuno. E quindi sono sicuro che tutte le coppie cattoliche siano così pie, coerenti e devote ai dettami della Santa Chiesa da rinunziare alla tentazione offerta dalle prime due alternative. Sicuramente sceglieranno la terza strada, accettando la croce che con amore il Signore offre loro.

E così i cattolici non procreeranno più. Sarà la loro grande estinzione. Dispiace un po', in fondo in fondo. Però questo è il destino di tutti i dinosauri.

Little Prince(ss)

Aggiornamento del 10 giugno:

Don Giuseppe Curri, il parroco di Santa Maria di Grotticello (Viterbo), dichiara a Vittorio Capuano, su "Metro": "Il vescovo ha solo applicato la legge. Ci si dovrebbe indignare con lui se non l'avesse fatto. Il diritto canonico stabilisce questo, lui si è limitato ad applicarlo. In caso contrario, sarebbe stato come se un vigile ti ferma mentre sei senza cintura e poi ti dice: 'Non le faccio la multa'."

A parte il fatto che una disabilità viene paragonata ad un'infrazione (!!), questa dichiarazione fa un po' ridere in bocca a chi dovrebbe applicare, in linea teorica, solo la legge del "ama il prossimo tuo come te stesso". Fa un po' piangere, invece, se si pensa che quel "ha solo applicato la legge" ricorda eventi tragici che hanno avuto come vittime anche le persone diversamente abili.

Il grande colibrì