Gay, lesbiche, trans e queer di tutto il mondo, unitevi! Ma anche no...

Il Pride è finito e a Bologna i coriandoli sono già stati spazzati via. Dalle strade, non certo dai cuori. Nei cuori rimarranno ancora a lungo i baci e i sorrisi, le borchie sadomaso e le pailettes, la felicità del trenino delle Famiglie Arcobaleno e la libertà degli slip attillatissimi, la meraviglia dei trampolieri e i colori delle piume, le coppie lesbo, etero, gay e indefinibili, le amiche e gli amici, le tette con e senza reggiseno...

No, per chi l'ha visto e vissuto davvero non è possibile parlar male del Pride. Il che, ovviamente, non significa che sia tutto perfetto (ci mancherebbe altro!). Comunque, quello che risulta meno perfetto, almeno secondo me (ma per fortuna qualcuno dissentirà), è proprio ciò che più segue il sentiero del pensiero comune della cultura dominante nella nostra società. Insomma, ciò che è meno "diverso".

Prendete ad esempio certi slogan "anti", che spesso adottano le stesse identiche logiche delle entità contro cui vengono lanciati. Ad esempio, che senso ha arrivare a un Pride solo per dire che i preti sono pedofili? Si tratta di una semplificazione cretina che serve solo a dire che "loro" sono peggio di "noi". Di più non si dice. Per non parlare delle prese di posizione contro la Carfagna, bersagliata per i calendari osé di qualche anno fa con slogan insignificanti o anche machisti. A cosa servono? A dire che "lei" è più "puttana" (sic...) di noi? Ma ha senso in un Pride indicare come sostanzialmente immorali certi comportamenti legati alla sessualità (e/o all'onanismo)? Dire che, in fondo, "loro" sono peggio di "noi", a mio modo di vedere, non mi rende granché orgoglioso. Nè mi pare molto costruttivo.

La logica non è certo nuova: chi non ha una propria identità, cerca di rimediare costruendosi una pseudo-identità contro. Crolla il comunismo e diventiamo anti-berlusconiani, scompare la cultura locale e diventiamo anti-stranieri, evapora il cattolicesimo e (ri)diventiamo anti-gay.... E quando, per sensi di colpa o chissà che altro, non abbiamo un'identità propria, diventa facile sfogarci ricordando al mondo che "loro" sono peggio di "noi", appunto, facendo nostri i loro criteri di giudizio, facendo di "loro" il centro dei nostri interessi. Sia chiaro: va bene tutto, tutti sono e devono essere liberi di vivere il Pride come meglio desiderano, anche solo per sfogare le proprie frustrazioni.

Insomma, ognuno segua la sua strada... Ma così l'unità del movimento *qtblg dove va a finire? Beh, forse è il caso di riflettere seriamente anche su questo punto, anche per evitare la noia annuale delle lamentele sempre uguali perchè "non esiste una vera comunità" e delle invocazioni sempre identiche alla santa "unità".

Diciamolo, unità è una parola che piace molto, che va parecchio di moda: unità del movimento arcobaleno, unità della Sinistra Arcobaleno, unità dei cristiani, unità nazionale, unità della razza contro l'invasore... Ma per essere uniti (nelle lotte, nelle strategie, negli intenti...) partendo da una situazione di profonda differenza, è necessario un minimo di omologazione e di "normalizzazione". È necessario trovare una linea comune e rispettarla. E farla rispettare.

Ma tutto questo è davvero concepibile in un movimento, come quello *qtblg, che ha come proprio principale motivo d'esistere il raggiungimento del rispetto nei confronti della diversità, se non addirittura l'esaltazione della diversità? E allora forse non solo il pluralismo, ma anche la stessa disunità (quando non è motivata da odi razzistici, da semplici interessi personali o da micro-orgogli secessionistici) potrebbe essere considerato un elemento di valore per il movimento *qtblg. Disunità nel senso di esaltazione della propria irriducibile unicità, di massima libertà di espressione di sé, di resistenza alle spinte di chiusura nelle comunità che percorrono questi anni tristi.

L'unico elemento di unità, secondo me, dovrebbe essere il rispetto della libertà di autodeterminazione, con il Pride inteso come festa in cui dare massima visibilità a tale libertà. Chi vive questo rispetto, si troverà bene; chi non lo vive (vedi certe femministe transfobe...), semplicemente si sentirà un pochetto a disagio.

Ovviamente tanti di voi non saranno d'accordo con quello che ho scritto. Non posso che esserne felice.

Little Prince(ss)


P.S.: leggete bene il cartello della foto ("Amici, siamo dalla vostra parte, ma se cambiate idea, siamo qui che vi aspettiamo! Le amiche etero"). La condivisione, l'amicizia, il sovvertimento dei ruoli, l'ironia, il desiderio: c'era forse un cartello più bello (e, in fondo, più rivoluzionariamente politico) di questo?

Leggi anche:
* Mara Carfagna, Silvio Berlusconi ed il macho che c'è dentro di noi
* Erik Uffredi: "Al Pride per esserci"
* Mamma Ileana Minnoia: "Che emozione il Pride con mio figlio!"
* Adriano Disabella: "Car* *qtblg, Dio ci ama e ci vuole liberi"
* Marco Volante: "Al Pride per esprimere liberamente sé stessi"

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5 commenti:

  1. Sono d'accordo sull'idea alla base del tuo ragionamento. Non ha molto senso fare del moralismo sui nostri detrattori visto che ci battiamo per la libertà di tutti. D'altro canto non ha molte possibilità di riuscita nemmeno una sorta di uniformismo libertario. Voglio dire, paradossalmente anche chi fa del moralismo un po' fuori sintonia è una voce nel coro, come quelli che vorrebbero sfilare in tailleur e foulard e tutti quelli che si ostinano a vestire D&G anche se i nostri sono tutto tranne che eroi della causa. Semmai qualche perplessità me l'hanno stimolata certi personaggi che non hanno esitato a menare le mani sul palco di un Pride, ma quello è un altro capitolo...
    Baci orgogliosi a tutt*
    Marco Volante

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  2. Ho sempre fatto fatica a far convivere la mia indole con il fatto che lavoro in un'agenzia di modelle, forse uno dei lavori più maschilistici e patriarcali del panorama. Una cosa però ora sono in grado di riconoscerle...le tendenze, le mode...e il mio fiuto non sbaglia quando sente che la cosa più fashion al giorno d'oggi è senza ombra di dubbio il "capro espiatorio"...dovunque ti giri c'è un capro espiatorio pronto a farsi sacrificare per la causa...ma la causa di chi? quale fine c'è dietro questa deviazione del reale colpevole? comodità? paura? irresponsabilità? assenza di fantasia o di perspicacia? sinceramente io ho vissuto questo pride con un pò di disagio per gli stessi motivi di Pier. Prendersela con la Carfagna è come prendersela con Emilio Fede, è come prendersela con i rom, è come prendersela con i gay. Quando sento che ci sono femministe che discriminano le trans, quando sento che ci sono gay razzisti, è lì che sento che il puzzo culturale non è solo italiano, ma è tranquillamente estendibile al movimento GLBT.
    Il mio professore di storia quando parlava dell'atteggiamento dei tedeschi nei confronti degli ebrei deportati durante il nazismo ci spiegava indignato: "L'errore è stato e sempre sarà che gli uomini rimangono tranquilli finché le discriminazioni colpiscono gli altri...ma è l'idea di discriminazione che va estirpata perché domani potrebbe toccare a chiunque e quando succederà a te sarà troppo tardi.." Però un conto è fare questo discorso a etero cattolici, un conto è farli a chi nelle discriminazioni ci sguazza...dovrebbero essere discorsi scontati e banali, però non è così perché è più difficile di quanto si crede uscire dalle logiche del mainstream, come tanti laici che ragionano in maniera cattolica..poi è vero, è una vita difficile quella omosessuale. ma paradossalmente è scontato ed eroico allo stesso tempo riuscire a vivere senza scaricare sugli altri le proprie frustrazioni e i propri problemi.
    E poi un'altra cosa...si parla tanto di amore, di popolo dell'amore, del pride dell'amore.. e poi a queste parole non solo non seguono i fatti, ma neanche parole coerenti visto che un minuto dopo si offende e insulta...che poi scusate ma la Carfagna a me sta anche un pò simpatica...è la più ingenua di tutte...insultarla è cadere nel tranello di Berlusconi...oh come se la ride Berlusconi quando sente queste cose. dice "ci sono cascati in pieno hahahaha." è lo stesso principio di quelle ragazze che vanno a cuccare con l'amica brutta per apparire più belle. Berlusconi fa lo stesso, mette delle ministre veline perché l'odio possa essere deviato verso di loro e lui possa apparire ancora più brillante di quello che già non è. e non ci si può cascare così...proprio non si può.

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  3. Sono d'accordissimo (ahimé :-) Feanor

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  4. Mi sa mi sa che sono pienamente d'accordo con te! Posso? ^_^

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  5. Io concludevo: "Ovviamente tanti di voi non saranno d'accordo con quello che ho scritto. Non posso che esserne felice."
    E invece mi dite tutti di essere d'accordo. A parte il fatto che evidentemente mi volete triste, ma mo' me tocca pure cambia' opinione...

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Il grande colibrì