Nella costruzione della centrale Enel di Torrevaldaliga Nord (Civitavecchia) Michele Cozzolino, 36 anni, è stato schiacciato da un tubo staccatosi da ponteggi aerei. E' morto. Nella costruzione della centrale Enel di Torrevaldaliga Nord (Civitavecchia) Ivan Ciffary, 24 anni, è precipitato da una piattaforma. E' morto anche lui.
"Dopo tanti sacrifici, anni di lavoro e qualche vita umana si è costruita questa modernissima centrale dove tutto è controllato e tutto è sicuro" dice Claudio Scajola, ministro dello Sviluppo Economico, a Torrevaldaliga Nord (Civitavecchia) [Repubblica].
Certo, è costata "qualche vita umana". Qualche, aggettivo indefinito. Non vale certo la pena ricordare chi era quel "qualche". Che so, aggiungere qualcosa, magari anche solo pronunciare i nomi, tanto per dire. Ah no, si è giustificato il ministro, i nomi li aveva già ricordati prima l'amministratore dell'Enel: più che sufficiente, no?
E allora bastano quelle tre parole. "Qualche vita umana". Rimaniamo sull'indefinito. Tanto si tratta di due operai (di cui uno slovacco, figuratevi voi!). Tanto ora "tutto è controllato e tutto è sicuro". Prima non lo era affatto, ma chi se ne frega, no?
Dite che faceva meglio a dire parole rispettose e a prendere impegni seri contro le morti sul lavoro? O che poteva almeno starsene zitto? Ma dai, guardate il lato positivo: almeno questa volta non ha detto che sono morti due rompicoglioni, come definì Marco Biagi, ucciso dalle Br...
pessimismo e fastidio.
RispondiEliminasempre più spesso a leggere le notizie, mi viene in mente questo binomio. quasi sempre su notizie italiane.
:(