"Qualcuno il razzismo proprio lo vuole. Ma per fortuna per ora non è un male italiano. Di fronte all'ennesimo tragico episodio di violenza non ci si interroga sulle cause di disagi reali e si evita di affrontarli: meglio strumentalmente gridare 'razzismo!'. Fino a che prima o poi la situazione precipiterà". Scrive così Osvaldo Baldacci su Metro, a proposito dell'assassinio di Abdul Salam Guibre.
Osvaldo Baldacci è bianco. Uomo. E, tiriamo a indovinare, eterosessuale. Nulla di male, sia ben chiaro. Non ha conosciuto il razzismo sulla propria pelle, probabilmente. E ora scrive cose superficiali. Manichee.
Perché, a quanto sembra, il razzismo si ha solo se uno scrive il "Manifesto della razza" o se approva le leggi fascistissime (che anche un difensore del fascismo come Gianni Alemanno non fatica ormai a definire come "il male assoluto"). Al di là di queste cose, per Baldacci e non solo per lui, il razzismo non esiste.
Ma vallo a chiedere ai neri d'Italia cos'è il razzismo, dov'è il razzismo. Ti racconteranno che il razzismo lo leggi negli sguardi più che nelle parole, lo leggi in certi gesti, in certe paure, in certe esitazioni. Lo leggi nelle persone che, di notte e di giorno, cambiano marciapiede al tuo passaggio. Persone che non vanno in giro con il cappuccio del Ku Klux Klan, ma che giustificano ogni comportamento e ogni pensiero con la paura.
E interpretare tutto solo con la chiave di lettura del "disagio" (che certo esiste, ma che altrettanto certamente è alimentato da politica, stampa e tv) non aiuta certo, in sé, a combattere la paura. Anzi, nel vuoto delle false risposte e delle false coscienze, la paura trova solo una risposta, trova solo un rifugio: l'odio. Un odio alimentato e giustificato da politica, stampa e tv.
Si ammazza un diciannovenne nero a Milano: colpa del disagio. Si pesta una lesbica a Roma: colpa del disagio. Si brucia un campo rom a Napoli: colpa del disagio. Il razzismo non c'entra mai.
C'è solo "disagio". Ci sono solo sguardi e gesti e gente che cambia marciapiede. Ci sono solo paure e odii. Ci sono solo spranghe e incendi. Ma di razzismo, per favore, è meglio non parlare. Prima che la situazione precipiti. Perché ora, a quanto pare, si sta invece così tranquilli.
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* L'Italia non è razzista. Hanno solo ucciso un ragazzo nero di 19 anni
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Osvaldo Baldacci è bianco. Uomo. E, tiriamo a indovinare, eterosessuale. Nulla di male, sia ben chiaro. Non ha conosciuto il razzismo sulla propria pelle, probabilmente. E ora scrive cose superficiali. Manichee.
Perché, a quanto sembra, il razzismo si ha solo se uno scrive il "Manifesto della razza" o se approva le leggi fascistissime (che anche un difensore del fascismo come Gianni Alemanno non fatica ormai a definire come "il male assoluto"). Al di là di queste cose, per Baldacci e non solo per lui, il razzismo non esiste.
Ma vallo a chiedere ai neri d'Italia cos'è il razzismo, dov'è il razzismo. Ti racconteranno che il razzismo lo leggi negli sguardi più che nelle parole, lo leggi in certi gesti, in certe paure, in certe esitazioni. Lo leggi nelle persone che, di notte e di giorno, cambiano marciapiede al tuo passaggio. Persone che non vanno in giro con il cappuccio del Ku Klux Klan, ma che giustificano ogni comportamento e ogni pensiero con la paura.
E interpretare tutto solo con la chiave di lettura del "disagio" (che certo esiste, ma che altrettanto certamente è alimentato da politica, stampa e tv) non aiuta certo, in sé, a combattere la paura. Anzi, nel vuoto delle false risposte e delle false coscienze, la paura trova solo una risposta, trova solo un rifugio: l'odio. Un odio alimentato e giustificato da politica, stampa e tv.
Si ammazza un diciannovenne nero a Milano: colpa del disagio. Si pesta una lesbica a Roma: colpa del disagio. Si brucia un campo rom a Napoli: colpa del disagio. Il razzismo non c'entra mai.
C'è solo "disagio". Ci sono solo sguardi e gesti e gente che cambia marciapiede. Ci sono solo paure e odii. Ci sono solo spranghe e incendi. Ma di razzismo, per favore, è meglio non parlare. Prima che la situazione precipiti. Perché ora, a quanto pare, si sta invece così tranquilli.
Little Prince(ss)
* "Emanuel negro": i vigili di Parma pestano un ragazzo. E l'assessore si complimenta
* L'Italia non è razzista. Hanno solo ucciso un ragazzo nero di 19 anni
* Sicurezza o sicurezze? Forse insicurezze
Pero' il nero (e il suo gruppo di campioni del Leoncavallo) aveva rubato ..... questo forse lo hai dimenticato !
RispondiElimina@ Anonimo:
RispondiEliminaSull'accusa di furto ho già scritto nel post precedente. Rimane per ora un'accusa, e non una certezza... questo forse lo hai dimenticato!
E anche se fosse vero, non capisco come questo fatto possa non dico giustificare, ma anche solo attenuare la gravità del fatto. Lo hanno inseguito e ucciso per una scatola di biscotti che (forse) aveva rubato, nella convinzione che, essendo nero, avesse rubato anche dei soldi.
Chiamala paura, chiamalo disagio, chiamalo come vuoi. Ma la puzza di razzismo, mi spiace, continua a riempirmi le narici.
che dire, sono sconcertata, provo nausea nei confronti di chi mette sullo stesso piano il furto di una cosa materiale, con la vita, interrotta, di un ragazzo di 19 anni.
RispondiEliminanon vedo colore negli occhi degli esseri umani,
solo il colore rosso dell'odio che acceca le persone,
un padre e un figlio, che uccidono a sprangate un ragazzo, con il loro odio, hanno generato odio,
non vedo vie di uscita.
Ma per carità! Per vendere più copie i giornali non fomentano l'odio, ma inventano episodi di razzismo dove il razzismo non c'è.
RispondiEliminaciao. credo che sia *anche* fenomeno di razzismo. e' automatico, non ce ne accorgiamo, probabilmente, ma abbiamo atteggiamenti razzisti. forse se fossero stati tutti bianchi quelli a fare la ragazzata, non ci sarebbe stato lo stesso esito. vedi un nero (o "negro di merda", come la gente è solita amorevolmente apostrofare i neri), un rom (o "zingaro di merda"), un gay ("frocio, checca, culattone") e ti senti meno colpevole. diamoci una regolata. i fenomeni di questo tipo sono sempre più frequenti. molto molto più frequenti. saluti, ventopiumoso
RispondiEliminaps: e comunque pare che i due venditori abbiano rincorso i ragazzi urlando "negro di merda"
Anche il razzismo attualmente è un'accusa (anzi, se le cose non sono cambiate, il capo d'accusa dovrebbe essere "omicidio colposo aggravato da futili motivi", senza citare il razzismo che resta solo nelle dichiarazioni degli amici del ragazzo).
RispondiEliminaIn ogni caso (anche se venisse confermato il movente razzista), il fatto che un ragazzo di colore sia stato ucciso non significa che ci sia un emergenza razzismo diffusa sul territorio.