Finita la parentesi per ricordarsi che esistono altri sport più interessanti e avvincenti, come il basket, ecco ancora il pallone bianco e nero. Quest'anno si è cominciato subito bene, con tutta la fiumana di tifosi del Napoli fare disastri di qua e di là. Come al solito, invece di fare qualcosa di veramente concreto per arginare il fenomeno degli ultras, si è pensato bene di posticipare il tutto a data da definirsi. Ciò non è sorprendente da parte di un Governo che ha fatto del posticipo la sua bandiera: i rifiuti, l'Alitalia, magari a breve l'Unicredit.
E pare passato un secolo da quando si infiammavano le discussioni sull'adesione a Forza Nuova di buona parte della tifoseria della Lazio e del suo principale giocatore, Di Canio, solito festeggiare i gol col saluto romano. Adesso sembra sia diventata un'abitudine il vedere svastiche o immagini di Mussolini sugli spalti, sentire inneggiare insulti razzisti verso giocatori romeni o di altre nazionalità.
Ora, l'outing più famoso tra i calciatori è quello dell'adesione a idee fasciste. Ultimamente, vari giocatori hanno iniziato a rendere pubbliche le loro posizioni. De Rossi, Aquilani, Abbiati, altri ancora. La tifoseria naturalmente impazza. Comunque, quello che sottolineano è che a loro piace il fascismo prima del '38.
Con tutto quello cui si può pensare, o non pensare, certo è che uscite così fanno rimanere secchi. Non ci vuole un genio per vedere che l'emergenza tifoseria, con tutto quello che ne consegue fra feriti e morti, non c'entra niente con lo sport. E' abbastanza palese di come la mafia o le organizzazioni di destra stiano dietro determinate azioni. Queste uscite dei calciatori diventano abbastanza destabilizzanti ancora di più.
Ormai il mondo del calcio è andato, ma già da parecchio tempo. Ormai non lo è più uno sport: non a caso si sta pensando di toglierlo dalle Olimpiadi (polemiche a parte pure su di loro). Fra truffe, violenze, milioni spesi e altro. Ed è comunque ironico il fatto che sia lo sport più seguito e giocato dagli italiani.
Specchio, specchio delle mie brame...
Milesmood
l’articolo di repubblica -o per meglio dire il suo estensore- resuscita un fatto che già al debutto fu da ululare, ma vederlo riproposto oggidí pari pari senza alcun ripensamento -riflessione critica- licantropizza proprio: riferimento al numero 88 di buffòn: la spiegazione ch’egli diede era una borata -sí- comunque assolutamente esaustiva (il numero con piú palle di tutti) e ragion vuole che fosse spiegato -da chi ha un po’ piú di capoccia- che i numeri non fanno politica, non hanno memoria, non sono proprietà esclusiva significante di nessuno né una clava da brandire (borse escluse); ché allora perché no bandire anche tutte le cifre formate da m/b k/d a/e j/g h/g r/h a/h j/m j/r a/s…; qui non si tratta di ultraortodossía si sfocia nella mania pura, nel fondamentalismo cieco e furibondo e sia di matrice ebraica musulmana cristiana o degli adoratori della dea cali dovrebbe non fregare niente a nessuno: rifiutato, ricacciato nel buio della notte dei tempi punto e basta
RispondiEliminadi nero non si tinge solo il calcio...
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