Raro come neve d'Arabia: l'amore senza nome di Englaro. E una sentenza chiamata giustizia

Nevica in cima al monte Al-Jees, negli Emirati Arabi Uniti (la Repubblica). Venti centimetri di una sostanza così rara che nel dialetto locale non esiste una parola per indicarla. Sì, esistono ancora cose così rare da non avere un nome.

Come chiamare, ad esempio, il coraggio, la costanza e l'amore (un amore triste, doloroso, straziante, ma profondo e cristallino) di Beppino Englaro? Come chiamare il suo comportamento, talmente umano da sembrare quasi inumano? Come chiamare il suo esempio di civismo?

C'è invece una parola molto semplice, "giustizia", per chiamare la sentenza del Tar della Lombardia con cui si ribadiscono le conclusioni della Corte d'appello di Milano ("Il diritto costituzionale di rifiutare le cure, come descritto dalla suprema corte, è un diritto di libertà assoluto, il cui dovere di rispetto s'impone erga omnes") e nega l'esistenza di un diritto all'obiezione di coscienza che diventa imposizione coatta di una "vita non-vita" (la Repubblica).

Nevica negli Emirati Uniti. Fiocchi soffici che ovattano ogni rumore. Prevedono neve anche in Italia, in questi giorni: saremo capaci di smetterla con le urla e gli strepiti e lasciare parlare solo il dolore che accompagna la morte, chiusura naturale di ogni vita?

Little Prince(ss)

Leggi anche:
* Testamento biologico: gli aspetti pratici e legali spiegati da Giuliana Michelini
* Quando il papa vuole imporre la prospettiva religiosa nella dimensione dei diritti umani...
* Eluana Englaro e la vita come libertà di essere sé stessa in ogni momento

Nessun commento:

Posta un commento

Il grande colibrì