I picchiatori li armiamo noi? Pordenone e Roma: aggrediti un gay disabile e due albanesi

Mostrare la forza muscolare, i denti, le unghie per dimostrare la propria superiorità. L'uso della violenza è ovvio, essenziale, inevitabile come strumento di confronto e di scontro per moltissime specie animali. Lì dove vige la "legge della giungla" è giusto che si riconosca la superiorità di chi meglio interpreta quella legge.

Altre specie, come l'homo sapiens sapiens, hanno invece dimostrato come la loro mente sia dotata di un potere creatore e distruttore incomparabilmente superiore al loro corpo. Per queste specie, per dimostrare superiorità l'uso della forza diventa semplicemente obsoleto (anche nelle discipline sportive, in cui pure assume spesso un ruolo centrale la forza fisica, quest'ultima è strettamente regolata da una serie di norme che rendono gli sport attività tanto fisiche quanto mentali).

Ciononostante, gli esseri umani hanno sviluppato anche codici di onore che giustificano il ricorso alla violenza fisica e che, in alcuni casi, lo richiedono. Nessun codice d'onore, comunque, è capace di giustificare uno scontro tre contro uno, né, tanto meno, l'assalto di trenta individui contro due, soprattutto se i trenta sono armati e i due indifesi...

Caso diverso dai codici di onore sono quelle forme di regolazione sociale in cui nello scontro non si vuole dimostrare la propria superiorità o il proprio onore, ma in cui, invece, persone dotate di un mandato collettivo sono semplicemente chiamate a difendere la collettività dai suoi nemici. Nessuno si scandalizza se, contro uno scippatore, si mobilitano in tre poliziotti e nessuno definirebbe codardi i trenta carabinieri che circondano due boss mafiosi...

E allora come interpretare i due fatti di cronaca di oggi? Come interpretare l'agguato dei tre uomini di Pordenone ai danni di un gay disabile (per "dare una lezione ai froci") [la Repubblica]? E come interpretare la denuncia (ancora tutta da verificare, ma che ricalca fatti già accertati) di due albanesi che sarebbero stati aggrediti da trenta italiani armati di mazze, bastoni e pistole che vagavano a caccia di rumeni [la Repubblica]?

Come vogliamo interpretare questi uomini violenti? Come degli smidollati, dei "senza palle", applicando schemi di giudizio propri dei codici di onore violenti e liquidando quanto avvenuto come semplici fattacci? O vogliamo andare più a fondo, capendo che questi picchiatori ritengono di possedere un mandato collettivo e di stare agendo in nome e per conto di (quasi) tutti noi?

E allora è compito di ciascuno di noi fare di tutto per togliere loro quel mandato che si vedono ogni giorno riconfermato dalla politica, dalla Chiesa, dai mezzi di informazione e dai nostri silenzi omertosi.



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6 commenti:

  1. Non credo che abbiano bisogno di alcun mandato ne tanto meno che qualcuno glielo abbia dato. Loro agiscono convinti della loro superiorità e onnipotenza, i presunti mandanti sono semplicemente pavidi e indifferenti (benchè nel loro intimo gioscano del fatto che qualcuno faccia quello che loro si limitano a pensare).
    Il problema non è il mandato collettivo ma la legittimazione politica data a queste azioni scellerate da qualche frangia estremista (benchè spesso governativa).
    Ciao

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  2. Articolo ineccepibile.

    Solo l'ultima frase mi lascia perplesso.

    Di ogni fattaccio...
    Di ogni problema...
    Di ogni orrore...
    Di ogni cosa spiacevole che capita...
    Di ogni bassezza umana...

    ... MA PUO' ESSERE COLPEVOLIZZATA SEMPRE LA CHIESA???

    psicopatie

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  3. @ visione distaccata:
    Dimmi tu chi altri incita contro le persone omosessuali un giorno sì e l'altro pure...

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  4. Ineccepibile sotto ogni punto di vista, compreso il riferimento alla chiesa, che ha una responsabilità pesantissima in merito.
    Ciò che non è forse sotto gli occhi di tutti, perchè si è poco focalizzata l'attenzione sulla questione, anche perchè il governo fa di tutto per glissare, è quello dei finanziamenti.
    Maroni, l'altra sera ospite di , otto e mezzo su la 7, ha detto che non comprende il clamore sulle ronde, visto che in fondo si tratta dello stesso meccanismo, utilizzato dai cittadini - sentinella, in citta con giunte di sinistra.
    Omette sapientemente il buon Maroni, che nel decreto ronde si tratta del loro finanziamento, che potendo essere privato, significa solo che chiunque potrebbe costruirsi un esercito personale.
    E' ovvio poi che così legittimate, quelle che Costa Gavras, intervistato da Fabio Fazio, ha definito "milizie" , fingendo elegantemente una difficoltà di scelta lessicale, possono oltre che segnalare, anche vessare, picchiare, bruciare....
    Questo è il sudamerica? no, peggio...questa è l'italietta.
    Marina

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  5. efesto, io invece concordo che pensano di avere un mandato collettivo, basta che guardano la tv o leggono i giornali o ascoltano le chiacchiere al bar

    dobbiamo avere più voce, non aver paura di difendere tutti, anche quelli che stanno a tutti sul gozzo

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Il grande colibrì