In India l'Alta Corte elimina il reato di omosessualità. E in Italia il movimento *qtlgb...

Tortuosa, tortuosissima vicenda quella della depenalizzazione dell'omosessualità in India, con un ministro della Sanità che annuncia pubblicamente a tutto il mondo la volontà del governo federale di abrogare il reato di "atti sessuali innaturali", per essere smentito il giorno dopo dai colleghi.

La questione è stata finalmente risolta dall'Alta Corte di Nuova Delhi. Nonostante fortissime pressioni per decidere in base ai valori etici e religiosi della tradizione, la Corte ha sempre ribadito di voler mantenere come propria guida solo i dati scientifici e la necessità di rispettare diritti umani e principi costituzionali democratici.

E allora, seguendo questa strada di linearità laica, la decisione finale non sorprende: da oggi è abrogato l'articolo 377 del codice penale indiano, che, appunto, puniva con il carcere tutti gli atti sessuali considerati "innaturali", omosessualità compresa. Nonostante l'articolo fosse praticamente inapplicato, si tratta di una vittoria importantissima per gay, lesbiche e transgender, ma anche di un passo fondamentale per iniziare serie campagne di prevenzione contro la diffusione dell'HIV [Repubblica].

Intanto il movimento arcobaleno italiano, come ogni anno, discute animatamente su questioni come la necessità di rendere i Pride più festaioli o più "politici" o di realizzare il Pride nazionale sempre a Roma o cambiando ogni anno città. In gioco delicati equilibri politici tra associazioni nazionali e locali, personalismi, vendette, ricatti, boicottaggi... Ma vale la pena scannarsi un anno su come rendere più efficace (?) la manifestazione di un giorno, sapendo che comunque ognuno farà come vorrà? Meno male che i protagonisti dei Pride sono davvero le persone che vi partecipano...

Little Prince(ss)

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Il grande colibrì