Io, Enrico Oliari, presidente di GayLib, vi dico che il futuro dei diritti civili è a destra...

Domani, a Milano, si celebra il congresso di GayLib, l'associazione degli omosessuali ideologicamente vicini alla destra che vorrebbero dare vita a nuovo centrodestra moderato, liberale e laico, pronto a farsi carico dei diritti della popolazione *QTLGB. Una prospettiva che oggi appare lontana in Italia, anche se il trionfo in Germania dei liberali guidati dal gay Guido Westerwelle fa sperare molti. Facciamo il punto con Enrico Oliari, presidente e fondatore di GayLib.

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Domani, a Milano, GayLib celebrerà il suo congresso. Ma quali sono le ragioni dell'esistenza della vostra associazione?

GayLib è l'associazione nazionale dei gay di centrodestra: nasce per dare una casa ai gay che si riconoscono in quest'area politica, per completare il panorama politico del movimento omosessuale e soprattutto per sensibilizzare i nostri partiti ad un'apertura sui diritti civili dei gay e delle lesbiche italiani. E' un'associazione che si occupa solo di cultura e di politica, non di autoaiuto o di gestione di locali: chi si avvicina a GayLib è fiero di essere gay e fiero di essere di centrodestra.


GayLib appare decisamente minoritaria nel panorama del movimento *QTLGB italiano. Alcune posizioni (come il rifiuto delle adozioni gay, le critiche ai Pride, la voglia di "normalizzazione"...) sono ferocemente avversate dalle associazioni più grandi...

Vi sono differenze di vedute: c'è chi vorrebbe i gay una specie protetta e chi, come noi, li vuole "normali", cioè "uguali" agli altri. Sì, siamo un'associazione minoritaria, eppure dal 1997 combattiamo anche dietro le quinte con caparbietà e sono convinto che grazie anche al nostro impegno si debbano certe aperture nel centrodestra che il centrosinistra non ha saputo dimostrare, nonostante i numeri più pesanti dei nostri "colleghi".

La questione delle adozioni è complicata: basterebbe considerare i diritti del bambino e non gli egoismi della coppia ed i conti tornerebbero. I Pride hanno fatto il loro tempo: rappresentano un metodo di comunicazione sbagliato e di urto verso una società con cui bisognerebbe dialogare pacatamente; dicono che siano delle "feste", ma davvero non vedo cosa ci sia da festeggiare in una Nazione dove mancano i diritti!


Ma ha senso essere militanti gay di destra?

Di certo non rinunciamo al nostro orientamento affettivo e sessuale per il fatto di essere di destra e non rinunciamo al fatto di essere di destra perchè gay.


La militanza gay di destra, sostengono in molti, non "paga": GayLib ha pochi iscritti (ed a proposito, quanti siete?), non ottiene risultati, viene ignorata dai partiti di riferimento, che continuano a sostenere posizioni omofobe e contrarie ai diritti degli omosessuali...

A molti dà fastidio che vi sia chi rappresenti la fine del monopolio delle sinistre sull'omosessualità, quasi l'amore avesse un colore politico. Noi - che siamo circa in 400 e che non ci tesseriamo a GayLib per entrare nelle saune o nei pub, ma solo perchè ci crediamo - non ci sentiamo per nulla ignorati e le nostre attività fatte fino ad oggi parlano chiaro.

Ed ancor più non facciamo politica gay nella speranza di ricavarne personalismi: è impossibile arrivare ai diritti delle persone omoaffettive senza il voto del centrodestra moderato e laico e non mi sembra che i nostri partiti in Parlamento siano la minoranza. Chiediamoci invece perchè proprio le associazioni più grandi hanno fatto sparire la coppia gay dal loro vocabolario... "Omofobia", "spazi per i gay village"... non si parla d'altro.

Perché, ad esempio, i gruppi "big" hanno volutamente boicottato importanti battaglie come quella promossa dalla radicale Certi Diritti e dalla rete Lendford sull'impugnatura dei diniegi alle pubblicazioni matrimoniali, tanto che io e il mio compagno siamo una delle tre coppie che ora ha il proprio caso in Corte Costituzionale? Neanche venti coppie in tutto il Paese hanno tentato la via giuridica per il diritto al matrimonio, a fronte di centinaia di migliaia di iscritti ostentati da questa o da quella associazione...


Il cammino di Gianfranco Fini verso una nuova destra più laica e aperta, in riferimento anche ai diritti dei migranti, è solo un'operazione di facciata, secondo Lei?

Secondo me non si tratta di facciata: Fini vuole realmente costruire una destra moderna ed europea. Vede, attualmente i nostri politici prima di intervenire sui temi etici, come l'eutanasia, le coppie gay o la pillola abortiva, ascoltano le dichiarazioni di Bagnasco. E' centrodestra liberale questo? E' "Popolo delle Libertà"? Una destra di baciapile è lo zimbello d'Europa e Fini, che sa vedere lontano, vuole fare un'operazione radicale di modernizzazione della nostra parte politica.


Intanto tutto il mondo parla di Silvio Berlusconi e del giro di prostitute di cui era "utilizzatore finale": è la solita destra che predica bene e razzola male?

Guardi, è proprio il caso di dire che chi è senza peccato scagli la prima pietra. Di certo mi preoccupa un centrosinistra che per fare opposizione guarda con chi va a letto il Presidente del Consiglio. Che sia rimasto senza argomenti?


Tornando a questioni *QTLGB, come giudicate la situazione italiana?

La situazione dei gay italiani è rimasta invariata dai tempi in cui era presidente del consiglio Antonio Starrabba di Rudinì e ministro guardasigilli Giuseppe Zanardelli: dalla fine Ottocento i gay non sono perseguitati legalmente né esistono in quanto latori di diritti, ultimi in Europa.


Quindi l'allarme omofobia è giustificato?

No, non credo si possa parlare di un allarme "omofobia" in atto, per quanto continuino ad essere radicate nella società forme varie di discriminazione. Si tratta di un allarme ingiustificato, al quale il movimento gay risponde con la richiesta insistente di un'inutile legge anti-omofobia: solo grazie alla percezione sociale degli omosessuali quali persone "normali" possiamo prevenire l'odio o la repulsione per i gay e a questo risultato possiamo arrivare solo con il riconoscimento dei diritti civili, come il riconoscimento della coppia omoaffettiva.

Di certo la classe dirigente della Nazione darebbe senza problema una legge anti-omofobia, perché non costerebbe nulla in termini politici... tuttavia si tratterebbe di una cura meramente palliativa e tutti sappiamo che il ladro ruba lo stesso, che corra il rischio di beccarsi tanto un anno quanto due!


Intanto i principali siti di informazione gay sono concentrati nell'attaccare Arcigay...

Arcigay ha ricercato un'autonomia dalla politica tardiva, dopo che per anni ha fatto l'interesse dei partiti: per lungo tempo ai gay italiani era stato promesso che la salvezza sarebbe venuta dal centrosinistra ed il sistema è entrato in crisi nel momento in cui si è reso lampante il tradimento di quella parte politica in nome del voto cattolico. Consideri che mentre in Italia si parlava di "riconoscimento della coppia di fatto" (come "due nonnine che vivono insieme", ci dissero), nella cattolicissima Spagna di Zapatero venivano varati i matrimoni gay!


Ma, di fronte alle polemiche contro Arcigay, voi come vi ponete? Quali effetti pensate che possano avere questi attacchi?

Pur non condividendo il metodo di Arcigay, preferisco non entrare nel merito dell'apparato direttivo di un'associazione che non è la mia, ma certamente è necessario sia distribuire diversamente i carichi di responsabilità, sia considerare la molteplicità di un movimento omosessuale fatto anche da Arcigay, ma non solo da Arcigay. Ad esempio è stato deciso in modo del tutto autonomo di organizzare una manifestazione del movimento per domani a Roma, nonostante da mesi fosse organizzato proprio per il 10 ottobre il congresso della nostra associazione a Milano!


Little Prince(ss)

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3 commenti:

  1. Avrei voluto sapere come pensa di ottenere quei diritti da una destra laica alleata con la Lega..

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  2. Ahahahah! Troppo bella quest'intervista! Con rispetto e gentilezza, fai emergere tutta l'inconsistenza del personaggio e delle sue idee!

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Il grande colibrì