Penso al mio culo - al mio bel culo -, a quelli a cui fa perdere la testa, a quelli per i quali è solo fonte di scandalo - a quelli, cioè, che il culo vorrebbero rompermelo, ma non nel modo che piace a me - mentre vedo lo spot del ministero per le Pari Opportunità contro l'omofobia. E non perché sia uno spot fatto col culo - col culo si possono fare cose indimenticabili, capolavori che innalzano il corpo, la mente e l'anima, ve lo assicuro.
Lasciamo stare l'ambientazione nel pronto soccorso (ma sempre e solo gli ospedali sono pieni di froci e lesbiche, poco importa se con una coltellata in pancia o col camice verde?). Lasciamo stare la neutralizzazione della carica eversiva dell'omosessualità (paragonata al numero di scarpa, elemento non sempre di così scarsa importanza). Lasciamo stare la solita assenza della denuncia contro la transfobia (prossimamente su questi schermi, fa sapere Carfagna...). Lasciamo stare che pure Bossi ha fatto spallucce quando lo doveva operare un baluba (ma questo non lo rende meno razzista).
Quello che trovo davvero volgare è lo slogan finale: "Non essere tu quello diverso". Perché quello slogan sputa su di me, sputa sul mio essere queer, che è un modo di essere ontologicamente e necessariamente diverso (ma è davvero possibile altrimenti?). Un essere fatto sì di occhi parole pensieri capezzoli dita passi emozioni naso... ma anche di culo - ma solo di culo, per chi, omofobo, è ossessionato dal culo e maledice il culo. Il buco del culo, inutile girarci intorno, è il centro della mia diversità. E quello slogan denigra la mia diversità e, quindi, sputa sul mio culo. E io pretendo rispetto per il mio culo: ci possono sputare sopra solo per lubrificarlo.
Little Prince(ss)
Il video:
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grande!
RispondiElimina:-) Semplicememte grandioso
RispondiEliminaNo, davvero: questo post è meraviglioso.
RispondiElimina"alcuni anche grossi" MA MAGARI!!! un si trova più no straccio d'omo a giro. Più ce l'hanno grosso e più so passivi... Beh conclusa la parentesi sulla mia vita sessuale, entriamo nel merito della discussione.
RispondiElimina1) questo spot contro l'omofobia fa cagare.
2) l'estensore chi è? La Carfagna. Bene, questo è come i manifesti dell'UDC siciliana in cui Cuffaro diceva "Mi fa schifo la mafia".
3)Il tuo post lo condivido al 100%
Una domanda: come funziona una democrazia, sul fronte di uguaglianza e diversità (cioè sul fronte sul quale dovrebbe battersi Mara Carfagna)?
RispondiEliminaLa risposta è semplice:
1) garantisce uguaglianza sul fronte dei diritti;
2) tutela la diversità sul fronte della pluralità individuale, delle culture, dei valori, ecc...
Cosa fa Mara Carfagna?
La risposta è altrettanto semplice:
1) nega uguaglianza sul fronte dei diritti (no matrimoni, no Pacs, no adozioni, ecc...);
2) nega la diversità sul fronte della pluralità individuale, delle culture, dei valori, ecc..., appiattendo la diversità e addirittura denigrandola ("non essere tu quello diverso" è lo slogan decisamente imbarazzante...).
Insomma, fa esattamente l'opposto di quello che si dovrebbe fare in un sistema democratico.
Ora, in Italia siamo messi così male che esultiamo per un atto piccolo piccolo che finge di dare qualcosa agli omosessuali quando in realtà toglie loro identità e rispetto?
Arrivo qui tramite link di altro blog. Ho letto solo questo post e lo trovo geniale.. Appena posso approfondisco la tua conoscenza! Ciao
RispondiElimina@ Massi:
RispondiElimina"Appena posso approfondisco la tua conoscenza": ah, vedo che l'elogio è stato convincente!
Sono in parte d'accordo con ciò che scrivi e in parte proprio no. Concordo sul fatto che il claim appiattisca le diversità riducendole all'omologazione (diversità=male, omologazione=bene) ed è una cosa che non dovrebbe mai essere fatta (nonostante lo spot cerchi comunque di mettere sullo stesso piano tramite un paragone le preferenze sessuali e altre caratteristiche irrilevanti, come credo sia giusto e ora ti spiego perchè). La diversità va rappresentata e legittimata perchè siamo tutti diversi tra noi, nessuno è uguale all'altro, e questo è un bene. Concordo sulle opinioni in merito alla Carfagna perché Dio ce ne scampi, ma non concordo assolutamente sulla tua affermazione riguardo a cosa ti renda diverso, a cosa ti renda queer. La tua diversità non è legata al buco del tuo culo, ai capezzoli, non è perchè siamo gay che siamo diversi. Così non fai altro che omologarti da solo alla categoria, ma non esistono categorie naturali, gay, lesbica, bisex, trans ecc. sono solo aggettivi, guai a trasformarli in sostantivi perchè così appiattiamo tutta la complessità che ci rende "persone" ad un solo aspetto del nostro essere. Quindi tu sei un ragazzo gay, io sono un ragazzo gay, non sei "un gay", io non sono "un gay", gay non è ciò che sei e ti rappresenta, è solo una delle caratteristiche che ti rendono un essere umano particolare, con le tue caratteristiche che ti rendono unico. Complimenti comunque per l'ottimo spunto di riflessione. Marco
RispondiEliminaconcordo sul rischio di appiattire quella che non è una categorizzazione naturale. In questo spot e nelle critiche mosse, ci si basa su un modello culturale assunto a modello naturale.
RispondiEliminaVisto che la società autorappresenta non una ragazza lesbica ma le lesbiche in un determinato modo, si assume a categoria naturale che LE LESBICHE sono così.
Prima viene la persona in quanto tale, poi la si può aggettivare sessualmente nella sua umana diversità.
Concordo anche io sulla volontà di omologazione ( non vorrei essere omologata alla carfagna) ma spogliare dell'individualità una persona, per costruirne un fantoccio bianco, che prima è gay e poi è una persona...beh, è un po' fare lo stesso gioco dello spot..
cmq, cm al solto, ottimo spunto di riflessione;)
@ Marco e Valentina:
RispondiEliminaNon è un caso se scrivo di essere non "un gay", ma "queer" (senza articolo), utilizzando un aggettivo che è legato più a una corrente culturale che a un'identità - anzi, un aggettivo che mette in dubbio proprio la possibilità dell'identità. Nella nebulosa queer è davvero difficile ipotizzare omologazioni, dal momento che non esiste una reale categoria o un reale modello a cui omologarsi - e forse non esiste neppure l'oggetto (la propria identità) da omologare.
Quello su cui non concordo è un altro punto. Credo che la diversità derivi dal lasciare che abbiano voce tutti gli elementi del proprio corpo e della propria mente (ho citato culo occhi parole pensieri capezzoli dita passi emozioni naso... ma la lista potrebbe essere ovviamente molto più lunga). Togliere voce (e quindi rispetto e centralità) a qualcosa di se stessi, invece, è lo strumento per diventare uguali. E schiavi. Per questo chi ha orrore della diversità attacca la nostra libertà; e chi ha orrore della libertà attacca la nostra diversità. In ogni caso, la prima cosa che vorrebbero "mettere a tacere" è proprio il nostro buco del culo.
Per questo il rispetto della mia persona da parte degli omofobi passa imprescindibilmente prima di tutto dal rispetto del mio buco del culo, esattamente come il rispetto della mia persona da parte dei razzisti passa prima di tutto dal rispetto per il colore della mia pelle. Senza che questo significhi presentarmi prima come "gay" (o queer) che come persona. Al contrario, sto chiedendo agli intolleranti rispetto per tutta la mia persona, compresi quegli elementi che loro peggio tollerano.
Secondo la me prendete troppo sul personale! lo spot secondo me ha in sè stesso troppi errori comunicativi...è vero, fa cagare, si esprime male...la parte finale è il messaggio importante: rifiutare la paura di chi non è nello standard nazionale (cioè bianco e etero)...ricordiamoci che dopo tutto l'essere gay, sentirsi gay e comportarsi come tale non rientra in un assioma! è un concetto che per lungo tempo è stato tenuto nascosto e visto come una cosa sporca...quindi rientra nella "normalità" identificare la comunità gay come un concetto di diversità...è impossibile in questo mondo esprimersi con concetti assoluti...già mi vergogno per come mi sono espresso su questo post...è difficile trovare parole neutre...in fin dei conti lo spot mira a rendere popolare, e direi quasi normale, l'identità di certe persone che troppo spesso vengono discriminate...è difficile fare entrare idee nuove ed innovative in uno stato!
RispondiElimina"rifiuta l'omofobia, non essere tu quello diverso" come lo traducete? io lo traduco: rifiuta la paura di chi è diverso da te (dal tuo modo di pensare e di essere), e non essere quello diverso, non da chi è omosessuale, ma diverso da chi è omofobo...forse la mia traduzione è troppo positiva? o forse non ho proprio capito niente io?
RispondiElimina@ anonimo:
RispondiEliminaSecondo me è proprio quello uno dei difetti dello spot: voler rendere normali, rifiutare la diversità. Perché i gay (e le lesbiche, e i/le trans*, e le/i bisessuali, e le persone queer...) sono portatori di diversità.
p.s.: da dove nasce l'esigenza di usare "parole neutre"?
"parole neutre" "neutrali" vedi te quale termine usare..."parole neutre" per non offendere la sensibilità di nessuno...la mia stessa paura di dire qualcosa che possa essere frainteso da ciò che voglio dire realmente...non siamo DIVERSI...siamo PERSONE...come tali ognuna ha le proprie diversità intrinseche...ciò che voglio dire è: la diversità è giusta, rende migliori le persone perchè insegna a tollerare chi è diverso fisicamente e mentalmente...
RispondiElimina"voler rendere normali, rifiutare la diversità", come dici tu, è un modo di rendere omogeneo il pensiero delle persone, cioè rendere normale ciò che è visto da tutti diversamente...capisci che intendo? non voglio dire "rendere normale chi è diverso", ma "rendere normale il pensiero della stessa diversità", che la diversità entri nel quotidiano, che sia accettata...che diventi fonte normale di conversazione senza sentirsi schifati...
io la diversità la sento un tema importante della mia vita...tema che potrebbe essere un argomento di discussione normale come il calcio...o la moda...
RispondiEliminalo spot dice questo: non rifiutare la diversità in quanto tale, soprattutto dal punto di vista concettuale e fisico, ma non rifiutare il concetto di diversità...ok che qui si parla di omofobia, ma può essere esteso a grandi concetti...quest'anno va di moda l'essere gay, ma anni fa andava di moda essere neri...essere ricchi o poveri...o quant'altro...il messaggio di rendere normale la diversità è molto ampio, soprattutto per ragionamenti filosofici: rendere normale ciò che da tutti è considerato uno scandalo (essere trans) o schifo (farselo dare nel culo)...capisci? è brutto vedere la gente che per strada, fissando una persona, dica "che schifo si è fatto tagliare l'uccello"...è brutto vedere gente che picchia due uomini che si baciano (le lesniche che si baciano non fanno schifo a nessuno)...avere certi atteggiamenti per strada, dovrebbe essere naturale...NORMALE...tutto qui
io, se fossi gay, non sentirei offeso...anzi, privilegiato ad avere qualcuno che difenda i miei diritti...poter essere libero di esprimermi e dire quello che voglio, anche se rientra nel "diverso"...sai che bello non venire insultati con le solite frasi "gay di merda" oppure picchiato perchè ho solo espresso la mia opinione...attenzione a non confondere "salviamo la diversità" con "aboliamo la diversità"...attendo con ansia una tua risposta ;-)
RispondiElimina@ anonimo:
RispondiEliminaCapisco quello che vuoi dire. Certamente concordo nel non volere che le persone *qtlgb (queer, transgender, lesbiche, gay e bisessuali) vengano picchiate, derise, ecc... a causa di una parte della loro personalità che è diversa da quella della maggioranza.
Credo che la discordanza tra noi sia soprattutto sulle parole e non sulla sostanza.
Credo che quello che vuoi dire (dimmi se sbaglio!) è che tutte le persone meritano un trattamento ugualmente rispettoso. O, se vogliamo usare altre parole, che a tutti vengano riconosciuti gli stessi diritti (di non essere picchiati, insultati, ecc...).
Su questo concordo in pieno. Ma invece di usare un'espressione come "normalizzare la diversità" (che sembra implicare una diminuzione di diversità, un movimento verso l'omologazione) perché non diciamo "rispettare la diversità"?
Rispettare la diversità, però, significa non avere paura di mostrare la diversità delle persone (magari nascondendola dietro il rassicurante costume di un chirurgo) e stare attenti a non denigrare la diversità ("non essere tu quello diverso" è una frase in cui la diversità non è presentata come un fattore molto positivo...).
Bravo! hai capito pienamente cosa io intendessi dire...è difficile accordarsi e trovare le parole giuste senza creare un po' di scompiglio ;-)
RispondiEliminaperò vedi...se tu dici "rispettare la diversità", c'è anche chi potrebbe dire che anche la "diversità deve rispettare la normalità"...ci vorrebbe un certo equilibrio e parole giuste per potersi esprimere al meglio, ma "ahi me!" non è così...a questo punto ne converrai che è un circolo vizioso che non potrà mai avere un fine...non c'è termine corretto senza che le parti si sentano chiamate in causa, chi più e chi meno...
sicuramente se fossi *qtlgb mi sentirei colpito, costernato, offeso dallo spot in questione, non lo nego...ma ecco che qui dovrebbe entrare di scena il mio grillo parlante che dice di cercare di capire cosa in realtà è nascosto dietro al messaggio (sempre che ci sia nascosto qualcosa...e si spera sia così)
Mi ha fatto davvero piacere potermi esprimere liberamente e ti ringrazio di questo confronto ;-)
spero che altre persone decidano di risponderci o dare la loro opinione...alla prox ;-)
PS = "non essere tu quello diverso"...spero che all'origine della frase ci stia dietro tutto il nostro percorso compiuto insieme in queste ultime ore...e quindi non vederla come un'offesa, ma anzi, ripensa a tutto il nostro discorso fatto fino adesso (difficoltà di linguaggio, di comunicazione, la nostra tanto declamata diversità di persone, ecc)...
RispondiEliminacerto che però è difficile esprimersi al giorno d'oggi senza, ripeto, colpire qualcuno...senza risultare, e sottolineo risultare/apparire, come un Erode...al di là che tutto nasce dalle idee politiche, è chiaro chi è di dx e di sin si possa sempre e cmq sentire tirato in mezzo...ma è insito nella natura umana direi trovare il pelo nell'uovo ;-) sennò non saremmo tali!
@NoirPink:
RispondiEliminatu dici "Perché i gay (e le lesbiche, e i/le trans*, e le/i bisessuali, e le persone queer...) sono portatori di diversità."
io dico: ma chi lo dice? non è assolutamente così, accidenti, non è perchè sei gay che sei diverso, diverso da chi?? Non è perchè ti piacciono gli uomini che sei diverso, non è una caratteristica così unica! Essere gay ti rende diverso da una persona etero, ma anche da una persona gay a con i capelli biondi (ammesso che tu sia boh, moro) o da un bisex a cui piace il golf (ammesso che a te non piaccia). Capisci cosa intendo? io pure sono gay ma io e te siamo diversi! Gay non è uguale a portatore di diversità, BASTA darsi così tanta importanza santo cielo, non è quello che sei che ti rende unico ma quello che fai!
@Anonimo: non capisco il passaggio "però vedi...se tu dici "rispettare la diversità", c'è anche chi potrebbe dire che anche la "diversità deve rispettare la normalità" "
RispondiEliminaCosa significa?! sembra che tu intenda che diversità e normalità sono due soggetti che devono rispettarsi a vicenda per convivere serenamente. Ma non sono due entità in lotta, sono due concetti totalmente separati e non in conflitto fra loro. Non è che "o c'è la normalità o c'è la diversità, uno solo dei due sopravviverà". Ma piuttosto, la normalità è nella diversità e la diversità è normalità. Riflettiamo solo su cosa è che rende certe persone diverse. La diversità non è assoluta, ma la cosa più relativa che c'è... come anche la normalità, no?
@ Marco:
RispondiEliminaSono perfettamente d'accordo che a renderci unici non è quello che siamo ma quello che facciamo. Talmente d'accordo che non ho mai detto di essere gay né ho mai difeso l'identità gay (o di altro tipo), ma sono partito da qualcosa che faccio (prenderlo in culo) e ho parlato del mio corpo e della mia mente, non della mia (?) "identità".
Perché sono divers*? Perché la diversità è la condizione naturale dell'essere umano, dal momento che ogni persona ha il proprio corpo, la propria mente, i propri bisogni, i propri desideri, la propria cultura, i propri valori, ecc... La normalità, al contrario, è una condizione imposta, normativa dell'essere umano, dal momento che è chiaro che quando si parla di normalità ci si riferisce a una norma che non è "moda statistica", ma è regola di comportamento e modello morale-culturale.
Normalizzare la diversità implica il far trionfare una norma (che è necessariamente imposizione) sulla diversità (che è la libera espressione della persona).
Lesbiche, trans*, bisessuali, gay, persone queer violano la norma, che prevede solamente l'eterosessualità (il colore dei capelli, almeno oggi, e l'amore per il golf, invece, non violano alcuna norma). Questa violazione della norma ha in sé una carica rivoluzionaria di libertà molto forte, di cui le persone *qtlgb possono essere o non essere coscienti. Per questo normalizzare la diversità è un tentativo violento di limitare le libertà di tutti.
@NoirPink:
RispondiEliminaQuello che dici ha senso, ma io continuo a pensare che ormai, 2009, essere gay, o prenderlo in culo se preferisci, non sia più così tanto rivoluzionario o sovversivo: lo fanno talmente in tanti ;-) battute a parte (ma è vero) arrivati a questo punto non è più essere fieramente gay a violare la norma, come poteva essere negli anni 70, ma piuttosto il non considerarlo come una discriminante (gay?etero?bi? CHISSENE). Credo che la vera rivoluzione non stia nei locali gay, ma ci sarà quando i locali gay spariranno perchè non ce ne sarà più bisogno, perchè tutti i locali saranno misti. Questo è solo un esempio, utopistico mi rendo conto, perchè in fondo a noi gay piace un pochino autosegregarci e sentirci "speciali", ma credo che l'esempio spieghi bene ciò che intendo. Secondo me siamo già alla fase successiva rispetto a quella che dici tu (gay=viola la norma), secondo me in molti posti ormai essere gay non basta più per violarla, ed è un bene: se devo sperare di essere considerato diverso, e lo spero, spero che sia per qualcosa che faccio (ma non qualcosa che faccio nel mio privato, tipo prenderlo in culo, come suggerivi), ma per qualcosa di un po' più socialmente rilevante. O interessante, quantomeno.
A marco: scrivendo che sia normalità che diversità devono rispettarsi, volevo spiegare il mio punto di vista a NoirPink, ovvero che se lui mi dice "rispettare la diversità", c'è chi poi potrà rispondere "rispettare la normalità...e così c'è un cerchio vizioso" (leggi meglio il mio passaggio dopo la sua affermazione). Io non voglio assolutamente intendere "che diversità e normalità sono due soggetti che devono rispettarsi a vicenda per convivere serenamente". Anzi, nel contrasto che hanno credo che debbano entrambi fare parte della vita quotidiana, ma venire trattati come argomenti "generici" (diciamo così, non so trovare il termine adatto), come se parlassimo appunto di squadre di calcio o di moda. Credo anch'io come te che "non sono due entità in lotta, sono due concetti totalmente separati e non in conflitto fra loro". Cerca di tradurre il mio punto di vista quando cerco di dire che il "discorso diversità" deve rientrare nella "normalità", e in questo caso non intendo la "normalità" accusata fino ad ora. Diversità è un paradigma come la normalità in questione; due concetti che dissimili per definizioni e contrasti. Due argomenti che secondo me possono convivere proprio per la loro peculiarità, e fare in modo che possano aprire discussioni come le nostre, far sfoggio delle loro caratteristiche. quando tu dici "La diversità non è assoluta, ma la cosa più relativa che c'è... come anche la normalità, no?" è proprio quello che intendo: sono concetti che, presi da soli, hanno significati assoluti, ma che confrontati sono relativi...non è come dire mano destra e mano sinistra, che ad ogni modo sono assoluti; ma è come dire quella macchina è blu, oppure no è blu scusa, oppure no è blu tendente al verde acqua...capisci? Stiamo dicendo la stessa cosa espressa in modi diversi. Io ho criticato NoirPink perchè secondo me non se la deve prendere a male per lo spot, non deve sentirsi chiamato in causa perchè personalmente vuole condurre una guerra che di fatto non esiste...Gli ho semplicemente detto che lo spot ha usato un livello di comunicazione sbagliato per esprimere quello che (forse e secondo me) voleva dire.
RispondiEliminacredo che il legittimo sospetto di NoirPink sia che il termine "diverso" sia utilizzato palesemente nella accezione "negativa" che mostra le carenze culturali della Carfagna e della destra al governo
RispondiEliminaperaltro NoirPink, forse involontariamente, mette il dito in una delle piaghe che coinvolgono tutti i movimenti culturali (in senso lato): mantenere la carica eversiva anche nel momento in cui, con la progressiva accetazione delle proprie istanze, il confine della "normalità" si allarga ad inglobare quella che prima era innovazione (e "diversità", e segno distintivo)
@ la Volpe:
RispondiEliminaIl confine della normalità si allarga quel minimo che basta per non metterne a rischio il nucleo: ogni apertura, diversamente da quel che appare a prima vista, ha una funzione puramente difensiva.
E a proposito di confini... La normalità pone confini grazie ai quali individui chi sta dentro e vince e chi sta fuori e perde. La diversità non pone alcun confine. La normalità esclude, la diversità no.
@NoirPink
RispondiEliminasono assolutamente d'accordo con te; pensavo, quando scrivevo, per esempio, al progressivo allargarsi di quello che è "accettabile" nel mondo musicale - la "normalizzazione" del rock, in particolare (apparentemente qualcosa di frivolo, ma se ci si pensa non solo): Elvis è passato dal far sognare le donne americane coi suoi movimenti di bacino al fare squallidi film hawaiiani; i rivoluzionari di Woodstock si sono venduti al corporativismo musicale; e i confini si allargano e inglobano in maniera sempre culturalmente sbagliata
il problema che sottolineavo era che poi questa normalizzazione affligge anche gli oggetti stessi della normalizzazione: l'omosessuale, per esempio, che crede che nella personale conquista di uno spazio in cui vivere (uno spazio di "normalità") si esaurisca la necessità di battaglia per i diritti negati ad altri, e i tentativi di costruire "piccoli muri" (es. ok agli omosessuali ma non ai transessuali, e così via).
è poi la tecnica che usano i lupi quando attaccano il gregge: isolare gli animali più deboli.
come fare a spiegare che un movimento culturale la carica di eversione la porta in dono all'individuo al di là dell'esaurimento della spinta propulsiva che gli aveva dato luogo? il dadaismo non è usare i cessi per fare arte, ma è il percorso mentale, è l'idea che porta a farlo. il "movimento" TLGB o quello femminista si fanno (o si sono fatti) anche carico di istanze INDIVIDUALI che non esito a definire UNIVERSALI. queste sono le questioni che devono essere studiate, apprese e portate avanti, di pari passo con la crescita dei diritti. altrimenti l'unica cosa che si ottiene è il "rientro nella normalità" di alcune istanze che, per quanto importantissime, sono contingenti.
@ la Volpe:
RispondiEliminaScusami, ma non avevo capito pienamente quello che volevi dire. Condivido assolutamente tutto: sono le idee per le quali mi batto da anni.
Un bacio.
Nel caso non l'avessi capito si è in ospedale perchè prende come esempio una delle poche categorie di persone da cui, nel momento della difficoltà, dipende la tua vita. Il termine "diverso" è stato introdotto in quanto inflazionatissimo e portatore, volendo, di un messaggio sano. Sarebbe da leggere: Non essere tu quello "diverso". Detto questo mi sarei stupito di una reazione diversa. Manca lo spot, Italia retrograda. Fanno lo spot ma vi offende. Mi verrebbe da dire andate a farvi fottere, ma sarebbe un augurio. Vorrei mandarvi a fare nel culo, ma probabilmente avrete già anticipato il mio invito. Allora vi dico semplicemente ciao.
RispondiEliminaP.S.: un'ultima cosa per Volpe: dire che viene usata (secondo te) la parola "diverso" in accezione negativa e che questo dimostri le carenze culturali della Carfagna e quindi della destra al governo ha la medesima attinenza culturale del dire, bevendo del latte dal sapore orribile, che questo è indice della malvagità delle mucche, pertanto di tutti i bovini esistenti.