Incesto tra gemelli? Guarda e taci! Solo il porno ha diritto di parola (e di silenzio) sul sesso?

Raccontare questa storia, la storia vera di una casa di produzione pornografica e di due gemelli incestuosi, è un tentativo di riflettere in modo né dogmatico né moralistico sul monopolio della pornografia nella rappresentazione della sessualità - un monopolio "irresponsabile", nel senso che sembra non dover rendere conto a nessuno delle proprie scelte, giustificabili o inammissibili che siano.

Questo post, seguendo lo spirito di questo blog, non vuole necessariamente sollecitare né fastidio né sostegno né indignazione né eccitazione né altro specifico effetto, come non vuole neppure necessariamente evitare fastidi, sostegni, indignazioni, eccitazioni o altri specifici effetti: ogni differente reazione emotiva, che potrete liberamente documentare e discutere aggiungendo un commento al post, è comunque utile alla riflessione.

La casa di produzione cinematografica di cui voglio parlarvi si chiama BelAmi ed è una delle più famose al mondo nell'ambito della pornografia gay. E' nata nel 1993, a Bratislava, nella neonata Repubblica Slovacca, paese che offriva un alto numero di aitanti giovani ragazzi disposti a girare scene di sesso per compensi decisamente inferiori rispetto a quelli richiesti dai coetanei dell'Europa occidentale. BelAmi, così, è riuscita a conquistare un vasto pubblico, grazie alla giovane età degli attori (dai 18 ai 21 anni), alle atmosfere romantiche e ad una certa attenzione anche alla qualità tecnica delle produzioni.

Poi il mercato della pornografia è cambiato, con l'arrembaggio di alcune piccole imprese, come la Treasure Island Media, che con pochissimi soldi, nessuna tecnica e scene sempre più estreme (barebacking in testa), hanno conquistato enormi fette di pubblico. Rincorrere l'estremo e fare scandalo è diventata una priorità assoluta per far soldi. BelAmi ha così ceduto al sesso bareback, senza preservativo - e poco importa che ci tenga a precisare, con tanta ipocrisia e poca fondatezza sanitaria, che sottopone preliminarmente i suoi attori al test Hiv: e se questi hanno avuto rapporti non protetti durante il "periodo finestra"?

Poi neppure il barebacking è bastato più. Il mercato continua a correre a testa bassa verso le gang bang, il bukkake, lo snowballing... Pratiche che giocano in genere sull'umiliazione e sulla degradazione dell'attore passivo e che quindi mal si conciliavano con le atmosfere romantiche che hanno fatto la fortuna di BelAmi. Serviva qualcosa di altrettanto scandaloso, di altrettanto forte, ma che potesse rientrare più facilmente nella tradizione aziendale.

Ecco perché, l'anno scorso, l'arrivo dei gemelli Elijah e Milo Peters [nella foto] ad un casting deve essere apparso come un dono del cielo: erano identici, mostravano fisici scultorei, avevano appena compiuto 18 anni ed erano assolutamente disposti a baciarsi e a masturbarsi reciprocamente davanti alle videocamere, a farsi sodomizzare uno accanto all'altro da altri ragazzi, a penetrare, uno analmente e l'altro oralmente, lo stesso attore. I "Peters Twins" hanno girato due film in pochi mesi, con ottime vendite.

Ma il colpo davvero grosso arriva pochi mesi fa, con quello che nessuno ha avuto remore a definire come il film più scandaloso degli ultimi anni. In tanti, nei blog gay di tutto il mondo, scrivono che "fa schifo", "è un'infamia", "sono sconvolto", "è ignobile", "i Peters Twins si sono spinti troppo in là". Ma "Taboo", questo il titolo dell'opera shock, vende tantissimo e la scena più scaricata dal sito della BelAmi, guarda caso, è quella in cui i gemelli praticano reciprocamente sesso orale e anale (ovviamente senza preservativo...), fino a scaricare il proprio sperma l'uno nell'altro.

Per non rimanere nell'angolo di chi pubblicamente si scandalizza o nell'angolo di chi privatamente si eccita, decido di cercare di capirci qualcosa di più. Contatto quindi BelAmi per poter intervistare i due gemelli. Alla mia e-mail risponde Stuart, per informarmi che la casa è disposta a concedere l'intervista, ma che non saranno ammesse domande sull'incesto, dal momento che "sembra un po' ridondante chiedere a dei fratelli che hanno rapporti sessuali tra loro che cosa pensino dell'incesto". Ovvio, se intervisti la Pausini mica le vorrai fare domande sulla musica, no?

Vi propongo in ogni caso la breve intervista concessa dai gemelli Peters, anche se, appunto, sottoposta a censura preventiva.

* * *

"Taboo" sta scandalizzando molte persone. Cosa fate in questo vostro ultimo film?

E' facile rispondere. Ci divertiamo, tutto qui, e ci auguriamo che gli spettatori si godano il modo in cui giochiamo insieme tanto quanto ce lo siamo goduti noi.


Vi piace girare film porno?

Ci siamo divertiti nel modo più assoluto nel fare ogni cosa e siamo certi che continuerà ad essere così anche in futuro. E' iniziato tutto con il casting e speriamo che non finisca mai!


Cosa vi piace di più nel sesso? Avete diverse preferenze?

Così su due piedi non sapremmo bene cosa rispondere, dal momento che a noi piace davvero ogni cosa... e questo è tutto! Siamo gemelli, identici non solo nell'aspetto, ma anche in ogni altra cosa: ci piacciono sempre le stesse identiche cose.


Come avete scoperto la vostra sessualità?

Abbiamo scoperto la nostra sessualità e l'attrazione che ci lega quando abbiamo iniziato a fare le nostre prime esperienze insieme nella nostra vita privata. Avevamo 15 anni all'epoca.


Quale sentimento vi lega? Affetto fraterno, attrazione sessuale, amore romantico...?

Una combinazione di tutti questi, ma soprattutto l'amore.

* * *

Ho provato ad avvicinarmi al nucleo della questione, ma più di così Stuart non ha permesso. Ritento con una proposta di intervista al regista del film, Lukas Ridgeston, che ha iniziato a lavorare per BelAmi come attore. L'intervista può essere fatta, mi annuncia in un primo momento Stuart, ma quando specifico che a lui un paio di domande sul tema dell'incesto vorrei proprio farle, la disponibilità, chissà come mai, cade ed ogni tentativo di contatto con la casa cinematografica rimane senza risposta.

Ora mi si dirà che non si può pretendere che il mondo della pornografia sia intellettualmente in grado di discutere di certi argomenti (neppure quando i produttori porno si atteggiano a ideologi, come Paul Morris). Ma questa è un'obiezione che non accetto, non solo perché la grandissima capacità di strategia commerciale dimostrata dalle case cinematografiche testimonia che ci si trova davanti persone tutt'altro che stupide, ma soprattutto perché non trovo accettabile che chi fa soldi vendendo un prodotto accetti di discutere di tutto, tranne del prodotto che vende.

BelAmi ha deciso di vendere incesto e ha adottato come efficacissima strategia di marketing lo scandalo. Non si capisce perché, però, ora non sia disponibile a discutere del proprio prodotto, ad iniziare un dibattito in cui presentare le proprie ragioni, condivisibili o meno che possano essere. Non sarà che, come per il barebacking, lo scandalo dei demonizzatori aiuta a vendere, mentre il ragionamento di chi vuole capire senza preconcetti, data la distanza di questo approccio dalle logiche commerciali, potrebbe essere un grande rischio per il portafoglio...?

Resta il fatto che il silenzio di BelAmi sul tema lucroso dell'incesto, impressionante gemello del silenzio della Treasure Island sul barebacking, passa come ovvio, scontato: "Quelli fanno i porno, cosa ti aspettavi?". Resta il fatto che se il panettiere sotto casa mia esponesse il cartello "Qui si usa solo farina di grano OGM" per andare su StudioAperto e poi si rifiutasse di fornire un'opinione personale sugli organismi geneticamente modificati ben pochi direbbero: "Quello fa il pane, cosa ti aspettavi?".

E' pur vero che il panettiere non ha monopolio di parola sull'alimentazione, mentre la pornografia ha questo monopolio sulla sessualità. E così davanti a un panettiere tutti alzerebbero la cresta, mentre davanti al porno, abbassando gli occhi e arrossendo pudichi, preferiamo il silenzio.

Little Prince(ss)

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3 commenti:

  1. E' una realtà, quella del monopolio della pornografia nella rappresentazione della sessualità, che non avevo mai considerato.Probabilmente perchè l'approccio alla pornografia è confinato nell'intimità personale e non valutato nel suo risvolto sociale, di mercato ma anche di condizionamento culturale.Concordo che non è accettabile il silenzio opposto sull'argomento incesto dalla Casa di produzione. E'l' implicita ammissione che la scelta è motivata esclusivamente da ragioni di mercato appunto e concorrenza.Il sesso è ridotto a prodotto da commercializzare, in linea con la prassi consumista della società.Pretendere un pensiero forte o anche solo opinabile, di qualunque tipo,a sostegno delle scelte di mercato equivale a mettere in crisi l'intero sistema. Così come chiedere al fruitore cosa lo ecciti nelle scene di incesto metterebbe in crisi, forse,il suo stesso equilibrio psico-sociale.
    La tua giusta riflessione inquieta non poco.

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  2. Noi siamo per il rispetto della sessualità più aperta in quanto riconosciamo il diritto di ognuno di noi di esprimersi come gli pare o come può. Sul fatto della pornografia crediamo che il livello di mercificazione raggiunto non abbia nulla a che vedere con questo principio.
    Un saluto

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  3. Forse non ne vogliono parlare proprio perchè lo scandalo come trategia di marketing solo per i fruitore dei loro film mentre uno scandalo più esteso sarebbe controproducente.

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Il grande colibrì