Omosessuali e bisessuali sono pochissimi, dice l'ultima stima. E allora, cambia qualcosa?

Sono concentrati soprattutto nelle fasce d'età più giovani e nella popolazione di pelle bianca, sono più istruiti, godono di una salute migliore (anche se fumano più frequentamente), sono molto più raramente in coppia e soprattutto sono pochi, davvero pochi: è questo il dato più sorprendente sugli omosessuali del Regno Unito che emerge dall'Integrated Household Survey, una ricerca annuale condotta dall'Office for National Statistics inglese.

Se alla fine degli anni Quaranta Alfred Kinsey aveva stimato che il 5% della popolazione sarebbe omosessuale (stima adottata oggi anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità), i nuovi dati, invece, sembrano dare ragione a Magnus Hirschfeld, il quale, a inizio Novecento, ipotizzò il dato dell'1%.

Infatti, come riporta il recentissimo studio inglese, mentre il 94,8% degli intervistati si definisce eterosessuale, solo l'1% ha dichiarato un orientamento omosessuale. A questi, occorre aggiungere uno 0,5% di bisessuali e un altro mezzo punto percentuale di persone che hanno un "altro", non specificato, orientamento sessuale. Infine, il 2,8% del campione sarebbe talmente incerto da non sapere proprio indicare a quale categoria appartiene.

La distribuzione sul territorio degli orientamenti sessuali è tutt'altro che uniforme, con Londra che sarebbe abitata da una popolazione per il 2,2% omo o bisessuale, mentre appena lo 0,9% degli abitanti dell'Irlanda del Nord si descrive come gay, lesbica o bisex. La regione di Belfast, a dire il vero, presenta al tempo stesso la minore presenza lgb e una delle minori percentuali di eterosessuali, poco più del 92%; l'apparente paradosso è spiegato da un altissimo dato (5,3%) di persone dalla sessualità incerta.

I dati hanno suscitato un certo clamore nel Regno Unito. I gruppi per la famiglia cosiddetta tradizionale accusano abbastanza esplicitamente governo e movimento arcobaleno di aver messo in piedi una truffa decennale: "Ora che abbiamo una visione più chiara delle cifre reali dobbiamo iniziare a porci alcune serie domande sulle ingenti somme di denaro dei contribuenti che sono state spese per una minoranza così piccola e sulla quantità sproporzionata di attenzione che i gay ricevono da parte sia del governo che dei media" dichiara ad esempio Norman Wells del Family Education al Sun.

Di fronte a queste conclusioni, le associazioni *qtlgb reagiscono mettendo in dubbio la plausibilità dei dati statistici. Si sottolinea, ad esempio, come il sondaggio sia stato effettuato tramite intervista faccia a faccia o telefoniche e che quindi gli intervistati potrebbero essersi dichiarati eterosessuali solo per imbarazzo, paura, mancanza di fiducia... Inoltre, si fa notare, non ci sarebbe l'abitudine a considerare l'orientamento sessuale come un dato statistico e quindi qualcuno potrebbe essere stato colto di sorpresa.

L'ufficio statistico di Sua Maestà, però, difende la qualità della propria ricerca, giudicando la metodologia adottata come altamente affidabile e rimarcando il fatto di avere utilizzato un campione vastissimo, costituito da oltre 450mila persone.

Chissà chi ha ragione. C'è da chiedersi, però, se la reazione delle associazioni, tutte prese a cercare di convincere l'opinione pubblica che i dati sono distorti e che gay e lesbiche sono molti di più di quanto stimato dall'Office for National Statistics, sia davvero così condivisibile. Forse sarebbe opportuno sottolineare come i familisti omofobi abbiano doppiamente torto, sui numeri (forse) e soprattutto sui concetti, dal momento che i diritti degli appartenenti a maggioranze o a minoranze non si basano certo sulla maggiore o minore incidenza numerica.

E forse sarebbe opportuno anche soffermarsi su quella fetta di popolazione che tutti stanno snobbando, su quel quasi 3% di individui dall'orientamento sessuale incerto e non dichiarato. Si tratta davvero di un caso che questa percentuale schizzi in alto all'interno delle minoranze etniche, tra i fedeli di qualche religione, nelle fasce sociali più povere e meno istruite? Che queste persone siano attratte dalle donne, dagli uomini o da entrambi i sessi, quali riflessioni possiamo sviluppare sul fatto che quasi un milione e mezzo di inglesi vive un amore che non sa dire il suo nome?

Little Prince(ss)

Leggi anche:
* Il Torino Pride 2010 con la TorinoSambaBand: balla, suona e vivi la libertà a ritmo di musica
* Travestiti resistenti e fascisti illuminati: quel che resta delle graziose di Fabrizio De Andrè
* Dammi tre parole... Un gioco su sesso biologico, identità di genere e orientamento sessuale

10 commenti:

  1. Vedi, uno legge una statistica del genere e sarebbe portato a dargli anche un minimo di credibilità.
    Poi legge com'è stata fatta, inoltre se non vive rintanato in una cripta vede semplicemente l'andazzo intorno a sè e conclude: ma i soldi spesi per fare quella statistica non era meglio se venivano spesi per incrementare il consumo di torta di ceci?

    RispondiElimina
  2. "A prescindere da quante persone si dichiarino lesbiche, gay o bisessuali, questo governo è impegnato a proteggere i loro diritti, e assicurare che siano trattati equamente nella nostra società" ha dichiarato una portavoce dell’ufficio governativo per l’uguaglianza, secondo quanto riporta GayPrider. Sarebbe bello se su questa linea si attestassero anche le associazioni *qtlgb...

    RispondiElimina
  3. anche i premi Nobel sono un'infima minoranza della popolazione.
    e allora?

    ho appena finito di leggere il romanzo di P. Markaris "La balia", e ci sono delle pagine bellissime sull'essere minoranza.

    RispondiElimina
  4. Il 5% di sessualità incerta non è poco.
    Non commento la stupidata che "non vanno finanziati perchè sono pochi".
    Gli ultraottantenni in Italia sono il 5%... anche loro sono pochi e possiamo togliere pensione e diritti vari?

    RispondiElimina
  5. 5%??? Non penso proprio...
    Poi dove mettiamo tutte le persone che non si dichiarano?!?! Io ho 26 anni e ho iniziato a fare coming out poco fa. Tutti gli sposati che vanno a caccia di uomini la sera e online dove li lasciamo??
    Una statistica VERA dovrebbe battere tutti i possibili sentieri...

    RispondiElimina
  6. Ma chi se ne frega dei numeri, per me non esiste differenza tra un etero ed un omo. Tutti e due sono rappresentanti degni, a pieno titolo, della nostra Società.

    RispondiElimina
  7. tipico ragionamento antidemocratico "sono pochi, quindi non ha senso occuparsene". ragionamento discriminatorio ed erroneo, tanto più che fior di filosofi (Arendt, Huxley) hanno evidenziato come siano le eccezioni a segnare un epoca, tanto più che l'idea di democrazia serve a tutelare le minoranze e le diversità.
    ragionamento stupido dire che si son spesi troppi soldi: sono troppi perchè spesi male, se si fossero consesse subito le unioni civili tanti problemi sarebbero stati risolti prima e meglio...

    RispondiElimina
  8. L'ufficio statistico di Sua Maestà capirà molto di statistica ma non capisce una minchia di psicologia. Se chiedi faccia a faccia l'orientamento sessuale di una persona, è difficile che ti dica la verità. Spesso i gay non la dicono ai propri amici, parenti e neppure a loro stessi, figurarsi a un intervistatore qualsiasi che ha fretta di completare il numero di cartelle per cui è pagato...

    Diciamo che l'1% è la percentuale di gay dichiarati.

    I modi per effettuare una ricerca sul numero reale dei gay ci sarebbero, ma sono estremamente complicati e costosi.l si fa prima a studiare i bonobo... È un po' come col tradimento e i clienti delle prostitute: quando mai le statistiche dicono una cifra attendibile?

    RispondiElimina
  9. Credo a questa stima come hai sondaggi snocciolati dal nostro Premier. Andiamo... l'1%???

    RispondiElimina
  10. introduciamo pure qui la percentuale di sbarramento come per i partiti? ma che conclusione è che se son pochi non si devono investire soldi...

    RispondiElimina

Il grande colibrì