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Care concittadine, cari concittadini,
l’articolo 32 della nostra Costituzione, alla quale bisogna guardare per fare le Leggi, parla chiaro: noi abbiamo due diritti fondamentali: il diritto alla salute ed il diritto all’autodeterminazione, il diritto cioè di accettare o rifiutare qualunque terapia anche se salvavita. Nessuno può obbligarci a delle terapie se non per salvaguardare il diritto alla salute degli altri. Questo è quanto afferma la nostra Costituzione, ma per rivendicare il rispetto di questo Diritto c’è voluto il coraggio di eroi del nostro tempo come Welby, come Beppino Englaro. Ci sono volute sentenze e decreti della Magistratura.
Per non dover ricorrere ai Giudici volevamo una Legge sul Testamento Biologico che ci consentisse l’esercizio di questo nostro diritto anche oggi per domani in previsione di una nostra possibile incapacità di intendere e di volere o semplicemente di comunicare. Ora, al contrario, questo Governo e questo Parlamento ci vogliono imporre una Legge che se approvata ci obbligherebbe a terapie anche contro la nostra esplicita volontà, prolungando di fatto artificialmente la nostra agonia od obbligandoci a sopravvivere incoscienti attaccati ad un sondino di Stato.
Sono ben note le statistiche da cui risulta che il 76% di noi vuole che le Dichiarazioni anticipate di volontà (Testamento Biologico) siano vincolati per il medico e che in esse si possa, se lo si vuole, dichiarare di non volere essere mantenuti in vita in uno stato di incoscienza grazie alla nutrizione e all’idratazione artificiali. Per veder rispettata questa nostra volontà abbiamo lavorato in questi ultimi due anni affinché venissero istituiti tanti Registri Comunali dei Testamenti Biologici.
Meglio nessuna legge che questa cattiva legge. Ma se Legge sarà, nascerà già terminale perché noi cittadine/i sapremo agire per smantellarla, abrogarla e sostituirla con una rispettosa dell’autonomia della Persona e della Costituzione.
Maria Laura Cattinari
Care concittadine, cari concittadini,
per noi medici nella cura è fondamentale l’alleanza terapeutica con la persona assistita alla quale abbiamo il dovere di spiegare le patologie delle quali soffrono e le possibili terapie con i loro rischi. La decisione finale spetta comunque alla persona, anche quando non è più cosciente ma ha espresso in modo certo e consapevole le sue volontà. E’ tutto scritto nel nostro codice deontologico, oltre che nella Costituzione. Questo vale anche per l’idratazione e la nutrizione artificiale che per la comunità scientifica nazionale ed internazionale sono trattamenti medici, senza alcun dubbio.
Per queste ragioni abbiamo lanciato l’appello proprio dei medici e degli operatori sanitari “io non costringo curo” con il sito www.fpcgil.it/iononcostrigocuro nel quale si può aderire, vedere i nostri video spot e leggere norme e documenti scientifici sul biotestamento. E poi, anche se non condividete il nostro pensiero, perché una legge deve obbligare contro le sua volontà una persona con patologie irreversibili e senza vita normale di relazione a sopravvivere anni attaccata a macchinari ? Per alcuni questa è una scelta di vita, per altri no. Ma nessuno sia obbligato.
Massimo Cozza
Cara concittadina, caro concittadino,
la morte mi fa paura. Tanta paura. Ma ancora di più mi spaventa l’incertezza di uno stato intermedio, una vita-non vita, un limbo immobile e statico, quel limbo che si chiama coma irreversibile. Rispetto e ammiro chi vuole stare in vita fino all’ultimo, chi ha il coraggio di affrontare ogni avversità, perfino quella del coma. Ammiro davvero queste persone. Però...
Però non voglio che mi impongano di fare altrettanto. Voglio decidere per me stesso. Voglio poter dire sì o no, voglio poter decidere fino a che punto i medici siano autorizzati a invadere il mio corpo con trattamenti artificiali, fino a che punto possano trattenermi qui. Voglio poter decidere se affrontare il limbo della vita-non vita o se evitarlo, rifuggirlo. Tutto qui. È tanto complicato da comprendere? È tanto difficile capire il diritto di esercitare la propria volontà? È tanto difficile non imporre la propria visione a tutti, anche a coloro che non la condividono?
Enrico Proserpio
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