Se il vicino fa schiamazzi chiama Olindo e Rosa Bazzi. Se il bambino rompe i coglioni chiama la Franzoni.
Molto spesso, il posto dove poter incontrare l'anima vera, quella che coinvolge e rappresenta un determinato luogo è il suo bagno. Da come è tenuto si capiscono molte cose. E' come un portafoglio, pieno di sorprese, scontrini da buttare che possono magari mettere nei guai. Lo stesso dicasi per i cessi, specie quelli pubblici. Diventano lo specchio delle persone che li frequentano.
Si trova ogni cosa. Dai pippaioli che sniffano i grammi di coca comprati sottobanco nel locale ai segaioli minorenni che hanno appena rubato una rivista porno dall'edicola all'angolo; dagli studenti alle prese con canne da fumare fuori dai cancelli della scuola a liquidi seminali di qualche discotecaro ubriaco.
Ovviamente, esistono anche bagni più puliti, dove non occorre per forza entrarci come se si partecipasse alla gara di corsa agli ostacoli delle Olimpiadi, evitando chiazze poco identificabili o, anche, assorbenti usati mal ripiegati.
Ma, oltre a tutto questo, ciò che fa di un bagno pubblico un luogo dove poter confrontarsi direttamente con lo spirito del luogo in cui è ospitato sono le scritte sui muri, le robe più classiche. Dagli annunci ai numeri di telefono di persone sfigate messi per scherzo. Scritte politiche o battute irriverenti. Tolta la maschera e sigillate al sicuro della porta con catena, le persone si lasciano andare alla loro più fervida immaginazione, rispecchiandosi nell'animo del luogo.
Per questo, occorrerebbe domandarsi il futuro di un luogo simbolo di Milano quale è la Biblioteca Sormani. Se è vero che il cesso rappresenta l'anima in quanto libera il volto dei suoi ospiti, ci sarebbe da preoccuparsi nel leggere i commenti di morte che strabordano, senza scherzi o doppi sensi, dai muri dei bagni di questa biblioteca. Non solo commenti come quello all'inizio dell'articolo, e nemmeno scritte più buffone come W il papa o pompini col culo. Di democrazia nei vari commenti se ne è già parlato ed è questo ciò che è diventato il cesso maschile della biblioteca: il cesso della democrazia stessa. Da riempiamo le mani di spranghe e andiamo a picchiare gli zingari; Mao-metto la nuova religione comunislamismo; ti stupro A... e tante altre, correlate di immagini vagamente raffiguranti vagine peggio che al liceo. Un'orgia di cazzate che supera il comun denominatore delle scritte nei bagni, ossia il vago senso di umorismo molto grezzo, per arrivare alla presunta conoscenza di una verità superiore.
Democrazia ad uso del pennarello indelebile. Specchio dell'utenza di una biblioteca di Milano. Quale che sia la cultura dei libri. Nella storia dei periodi bui, si sa, i volumi stampati non fanno mai una bella fine. Si tira lo sciacquone e tutto viene cancellato.
Milesmood
grande, grande articolo!!!
RispondiEliminagrandissimo!
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