Sesso e pornografia: quello che i bambini di oggi sanno, ma che nessun adulto vuole spiegare loro

Ma davvero "c'è un'intera generazione di giovani che pensa che il sesso finisca con una sborrata (money shot) in faccia", come sostiene Eric Spitznagel nel suo interessante - e sboccatissimo - articolo su Style.com? La risposta forse la dà Cody, 22 anni, quando così descrive la prima volta in cui ha eiaculato sul viso di una ragazza: "E' stato il momento più felice della mia giovane vita. Ci sono ben poche cose che ti fanno sentire un uomo come schizzare sulla faccia di una tipa".

Lo scandalo nato dalla scoperta che tra le 10 parole-chiave più usate dai bambini nei motori di ricerca figurano anche "sesso" e "porno" dimostra quando poco gli adulti riescano a vedere - e soprattutto vogliano vedere - del rapporto dei più piccoli con la sessualità e la pornografia. Eppure esistono innumerevoli indagini che offrono un'immagine inequivocabile ed univoca.

"Il 90% di chi ha dagli 8 ai 16 anni ha visto pornografia online", comprese scene di "zoofilia, bevute di piscia (piss-drinking), pompini profondi (throat-fucking), gang bang e bukkake, triple penetrazioni anali". Il 20% dei teenager ha inviato propri video o fotografie pornografici ad amici o li ha pubblicati sul web. Il 25% delle ragazze tra i 15 e i 19 anni vorrebbe diventare una lap dancer professionista.

Nei forum non moderati, i più piccoli dimostrano conoscenze sulle pratiche sessuali e sulla cinematografia porno che i loro genitori neppure si sognano. Ed i registi porno si meravigliano di come non occorra più dare istruzioni ad attori e attrici di 18-19 anni: sanno già perfettamente come comportarsi, dal momento che hanno imparato a fare sesso proprio dai film pornografici.

Il fenomeno è talmente vasto che non è davvero possibile sostenere che i genitori non si accorgano di nulla: non vogliono accorgersene. E così, pur di non sostenere la sfida (senza dubbio complessa e imbarazzante) di parlare di sesso con i propri figli, i genitori preferiscono fingere di aver generato piccoli angeli asessuati, delegando, tacitamente e ipocritamente, la loro educazione sessuale ai siti pornografici.

Non che, a questo punto, i bambini possano davvero vivere in una campana di vetro impermeabile alla pornografia: se non la guardano sul proprio computer di casa, la guarderanno sul pc di un amichetto, su riviste rubate da un compagno di classe al fratello o ai genitori, su qualche dvd scaricato con Emule...

Cosa fare, allora? Fingere di vivere nella tranquilla fattoria del Mulino Bianco, lasciando soli i bambini pur di sentirsi il cuore in pace, o affrontare la realtà e cercare di aiutare i più piccoli nella scoperta della sessualità? Fingere che i ragazzi non sappiano nulla o aiutarli a interpretare le loro vastissime conoscenze? Tacere o spiegare che il sesso vero non è tutto come quello che vedono nei porno (le persone sono persone e non solo buchi, la meccanicità di certi comportamenti limita il piacere, alcune pratiche sono rischiose, una coccola a volte può essere molto più soddisfacente di un pompino, ecc...)?

L'enorme mole di informazioni che i ragazzi ricevono sul sesso da parte della pornografia diventa rischiosa quando mancano gli strumenti per raffrontarsi con essa. Questi strumenti dovrebbero essere forniti dal mondo degli adulti (genitori, scuole, consultori...), i quali, superati imbarazzi e paure, potrebbero perfino pragmaticamente scoprire, in questa realtà a prima vista inquietante, un'opportunità: quella di educare i bambini a vivere una sessualità più consapevole, serena, sicura, ricca e piacevole.

Little Prince(ss)

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1 commento:

  1. E' proprio questo il rischio di una latitante educazione sessuale, che i giovani pensino che il fare sesso sia quello e soltanto quello che si vede nella pornografia.
    Generando una serie di falsi miti e informazioni incomplete se non il più delle volte sbagliate.

    24 agosto 2009 11.46

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Il grande colibrì