Arriva all'Onu Ali Treki, il diplomatico di Gheddafi che ignora i migranti e odia i gay

Ali Abdussalam Treki è, dal 15 settembre, il nuovo presidente dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Per anni ministro degli Esteri della dittatura militare libica, ha pronunciato parole molto toccanti davanti all'Assemblea: "Dobbiamo porre fine alle guerre, alle loro cause e alle loro conseguenze. Il dialogo e la comprensione reciproca sono gli strumenti per risolvere i nostri problemi. Gli embarghi e i blocchi sono inutili: esacerbano antagonismo e ribellione, minando, allo stesso tempo, il rispetto per la comunità internazionale" [New York Times].

Belle parole, a cui però non se n'è aggiunta neppure una sul trattamento dei migranti clandestini respinti dal governo italiano e spediti nei lager libici. Durante una conferenza stampa, invece, il neo-presidente dell'Assemblea Generale dell'Onu ha invece proposto il suo illuminato pensiero sulla risoluzione per la depenalizzazione universale dell'omosessualità.

"E' una questione molto sensibile, molto incerta" ha detto Ali Treki: "Da musulmano, io non sono favorevole... Essa non è accettata dalla maggior parte dei paesi. Credo che non possa davvero essere accettata dalla nostra religione, dalla nostra tradizione. [...] Non è accettabile nella gran parte del mondo. E ci sono alcuni paesi che la permettono, pensando che sia una forma di democrazia... Io non credo che lo sia" [On Top].

Pace nel mondo, rispetto dei diritti umani dei migranti, depenalizzazione planetaria dell'omosessualità: siamo sicuri che questi argomenti siano scollegati tra loro? E' questo un punto su cui il governo italiano, collaborazionista con i lager libici, e il Vaticano, capofila contro la risoluzione Onu che vorrebbe impedire che gay e lesbiche vengano impiccati o incarcerati, dovrebbero provare a riflettere. Sempre se gliene fregasse qualcosa...

Little Prince(ss)

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1 commento:

  1. la questione della depenlalizzazione dell'omosessualità è abbastanza complessa, perché depenalizzare l'omosessualità può divetnare una strada per criminalizzare chi non ritiene l'omosessualità una scelta di vita in linea con la propria etica o religione

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Il grande colibrì