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E invece no. Ciotta denuncia la misoginia di un regista che in realtà prende in giro uomini e donne (ma le donne con molto più amore), confonde lo humor frocio ("Sei avvocato, ma non è per questo che ti chiamano principe del foro!") per "barzellette berlusconiane", inorridisce dinnanzi a ragazzi che "checcheggiano" (e qui, appunto, arrivava il "Tutto questo dovrebbe aprire nuovi varchi di tolleranza nel pubblico omofobico?"). Giudizi sorprendenti su un giornale "aperto" come il Manifesto nel 2010. "Appunto, non siamo più nel 2000", si ricorda amaramente nel film.
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Con le solite ossessioni (le terrazze intavolate, la famiglia allargata agli amici, il passato segreto di amori impossibili, i pasticcini...), personaggi splendidi (tutti sopra le righe, senza mai essere trasformati in macchiette o in semplici allegorie), musiche sempre azzeccatissime, frasi memorabili perfettamente inserite, Ozpetek fa quello che deve fare: non insegna, ma emoziona. E poi chissà, saranno forse le emozioni dello spettatore a fargli imparare qualcosa (se c'è davvero qualcosa da imparare).
Little Prince(ss)
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, piacevoli risate condite anche da toccante commozione in alcuni momenti..bei dialoghi, film vivo!
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