Niente sotto il mantello splendente: rifiutare il privilegio anche quando sembra convenirci

Scusi se mi intrometto, ma il signore ha ragione: in stazione di obliteratrici non ne funziona neppure una - spiego al capotreno che vorrebbe verbalizzare una multa a un tizio che ha un biglietto non obliterato. "Ah, ma anche se funzionavano questo qui non obliterava". In assenza di macchinette e con le macchinette rotte il regolamento permette di obliterare sul treno, quindi applichi il regolamento e non faccia supposizioni psicologiche che lasciano il tempo che trovano.

La discussione prosegue un po', coinvolgendo anche una ragazza e una checca attempata, le uniche due persone che reagiscono all'evidente ingiustizia che si sta svolgendo sotto i nostri occhi. "Ma voi che volete, siete i suoi avvocati?" chiede tra l'irato e lo sbigottito il capotreno. Siamo cittadini, gli rispondo. "Ma questo qui sarà pure clandestino!". Ecco il problema: il signore con il biglietto non obliterato ha la pelle scura e non parla un italiano fluente. Non sarà mica razzista, chiede la ragazza, signor capotreno? "Assolutamente no! Comunque se avete problemi nell'altra carrozza c'è un poliziotto amico mio".

* * *

Salve, devo riconsegnare questo libro. "E' in ritardo di qualche giorno...". Non me ne ero accorto, mi scusi. Fino a quando avrò il prestito sospeso? "Nessuna sospensione, quella vale solo per gli studenti". Non ho capito: se uno studente consegna in ritardo un libro viene sospesa la possibilità di accedere al prestito, mentre se lo faccio io, solo perché frequento un dottorato, non c'è alcuna conseguenza? "Sì, esatto". Ma non ha molto senso, non è giusto! "Io faccio solo quello che mi dicono di fare...". Sì, certo, non me la sto prendendo con lei, ma è una regola ingiusta... "Beh, però le conviene, no?". Sì, però...

* * *

Però il punto è un altro. Il punto è che vivo con preoccupazione e anche con umiliazione la rilettura dei miei diritti (compreso quello di obliterare il biglietto sul treno quando le obliteratrici sono guaste) e dei miei doveri (compreso quello di riportare un libro in università entro la data prevista) sotto il segno del privilegio. Sono un essere umano, ecco, e voglio continuare ad essere solo questo, preferisco questa veste sobria e sicura alla veste scintillante di favorito del re.

E vivo con sorpresa la sorpresa altrui che si manifesta quando esprimo queste convinzioni, quando difendo i diritti e non solo i miei diritti, quando rifiuto i privilegi a partire dai miei privilegi. Vivo con sofferenza quando l'imprenditore di Adro, che ha pagato la mensa scolastica ai bambini figli di genitori morosi, viene dipinto come un traditore o, all'opposto, come un santo: quell'uomo ha difeso il nostro abito di esseri umani (un abito di diritti e doveri che tutti quanti ci veste) di fronte all'illusorio splendore del mantello del privilegiato, che veste alcuni e lascia nudi gli altri, secondo l'arbitrario volere del re.

Little Prince(ss)


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4 commenti:

  1. :)

    be', mi fa piacere che qualcuno ci provi, a essere una brava persona e un bravo cittadino (civis, nel senso romano del termine, insomma)

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  2. sono in parte d'accordo.
    uno degli errori più facili da compiere per l'utopista è perseguire un eccessivo egualitarismo.
    il comunismo non funziona perchè ognuno vuol'essere diverso dagli altri e possedere cose diverse dagli altri.
    meglio l'anarchia.
    anche sui privilegi è lo stesso.
    ognuno di noi ha piccoli e grandi privilegi.
    se sei figlio del fornaio magni la pizza gratis.
    se sei bella ti fanno entrare in discoteca senza fare la fila.
    se sei un cane non entri in chiesa ma i gatti ti rispettano.
    se sei balotelli puoi gettare a terra la maglia dell'inter, fai incazzare moratti e maroni, e te ne sbatti i co....
    se sei hilary puoi prendere per il culo totti in tv e ti pagano pure.
    insomma ognuno ha i suoi privilegi.
    se l'extracomunitario che non aveva pagato il biglietto passa di notte per certe zone vicino la stazione termini non gli succede niente, il bigliettaio invece avrebbe dei problemi.
    insomma ognuno gode i suoi privilegi. alcuni sono commisurati al nostro modo di essere, altri alla fortuna o al caso.
    tutti questi privilegi sono però legati a un denominatore comune: le regole.
    abbiamo regole per tutto. e ogni regola da un privilegio.
    pensa a quanti privilegi hanno magistrati e politici, e ogni privilegio nasce da una precisa regola.
    e dall'interpretazione delle regole.
    mentre l'extracomunitario dovrà faticosamente dimostrare che non ha potuto fare il biglietto per colpa delle infrastrutture ferroviarie inefficienti, e forse non ci riuscirà per colpa di regole di vaga interpretazioni, le regole che riguardano i potenti, sono sempre facilmente interpretabili e precise.
    il punto è dunque questo.
    le leggi sono fatte per i potenti e i prepotenti, per quelli che hanno l'avvocato sempre pronto.
    ma finchè ci saranno regole sarà sempre così.
    meglio sarebbe allora un mondo con meno regole e più chiare, solo allora si avrebbe giustizia e pace.
    ma in un mondo dove si produce il doppio del cibo che serve e nonostante ciò un sesto della gente muore di fame, che giustizia e pace vuoi che ci siano???

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  3. Buon 25 aprile, se fra quelli ai quali ho fatto gli auguri non mi fossi ricordato di te sarebbe stato da denuncia!

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  4. Stessa musica sulle Ferrovie Nord. Se a non avere il biglietto è un tizio dalla pelle un po’ scura il controllore di solito fa sfoggio di tutta la sua intransigenza. Se sprovvisto del biglietto è un giovanotto padano che dice di non aver avuto tempo di fare la coda alla biglietteria, il biglietto sul treno viene serenamente rilasciato senza sovrapprezzo in barba al regolamento.
    Perché? Un po’ per razzismo, un po’ perché a qualche controllore piace ergersi a ultimo baluardo contro la società multietnica, ma soprattutto perché se il viaggiatore truffaldino è scuro il controllore sente dietro di sé il sostegno di tutta la carrozza che commenta “Facile la vita per questi qui! Noi lavoriamo tutto il giorno e paghiamo fino all’ultimo centesimo, loro credono invece di venir qui a fare la bella vita! Non pagano il biglietto e poi chissà che telefonini si comprano!” (questo è uno dei capisaldi del filoleghista-pensiero, alla base tra l’altro delle polemiche sul “benefattore” di Adro nonché di moltissimi provvedimenti locali presi dalle giunte lumbard).

    Ciao e buon 25 aprile!

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Il grande colibrì