* 1° parte - Un, due, tre... si parte!
La cosa più bella del viaggiare è il sentirsi liberi. Entrare in contatto con realtà diverse dalla propria, infatti, è come guardare attraverso una porta a vetri nuove occasioni, nuove possibilità, nuovi percorsi da far intraprendere alla propria vita... e scoprire che la porta a vetri è aperta, spalancata, può essere varcata davvero e non solo nei sogni. Il viaggio, allora, o è un inutile e dispendioso spostamento del proprio corpo in un luogo dove replicare la propria vita quotidiana o simulare forme stereotipate di libertà o è uno straordinario spostamento della propria mente in un un luogo dove sperimentare cose nuove.
Sperimentare cose nuove significa anche sperimentare nuovi modi di vivere e, quindi, anche nuove regole. Partire significa già rompere i confini del proprio spazio quotidiano e allora non c'è nulla di male - anzi! - nel vivere una vacanza come momento in cui abbandonare le proprie routine, i propri schemi, le proprie inibizioni... Jeff confessa: "Oserei qualcosa in più... Se viaggio, mi faccio più esperienze... perché il tempo stringe". Ovviamente solo gli sciocchi e gli schiavi pensano che la vera libertà e la vera responsabilità siano concetti antitetici...
Tra le routine che possono essere accantonate durante un viaggio ci sono anche le routine sessuali. Il viaggio può diventare l'occasione per sperimentare pratiche nuove, nuovi modi di approccio, posti nuovi. Basil, ad esempio, approfitta delle vacanze per frequentare quei locali gay che non ci sono nel suo paese: "Mi piace andare a Londra per il sesso, i bar e tutte queste cose: trovi dark room dappertutto. Anche a Parigi e in Spagna e in altri posti in cui sono stato, sai, non è difficile trovare bar con la dark room: mi piacciono troppo!".
Da questo punto di vista, l'anonimato garantito dal ritrovarsi in luoghi dove nessuno ci conosce, in presenza di persone che, con ogni probabilità, non incontreremo mai più, abbassa l'influenza inibente del giudizio altrui. E così, ad esempio, molti uomini omosessuali frequentano saune e sex club solo quando sono in viaggio, per vacanza o per lavoro, comunque lontano da casa.
La paura di essere visti, riconosciuti, giudicati come omosessuali - o come omosessuali che cercano sesso occasionale in locali per soli adulti - può essere molto forte nella propria città, ma perde le proprie motivazioni quando ci si trova in un'altra regione o in un altro stato. Greg racconta: "Non ero mai andato in una sauna prima di andare all'estero, né ci sono andato una volta tornato qui, ma quello che ho provato è stato elettrizzante. E' stato qualcosa a cui non avevo mai neppure pensato".
Chi invece frequenta normalmente i locali gay anche "in patria" può essere inizialmente spiazzato dalle modalità di approccio che incontra in altre culture e in altri paesi. Abituati ai lunghi balletti di sguardi, spesso inconcludenti, delle saune della Penisola, alcuni omosessuali italiani restano basiti nel constatare come in Germania, di solito, l'approccio sia molto più diretto: hai solo pochissimi minuti per decidere se il manzo che ti fissa è di tuo gradimento o no!
Howard è contento che i gusti all'estero siano diversi da quelli con cui si trova a scontrarsi tutti i giorni in Australia: "In Giappone, per esempio, e in altri paesi asiatici, faccio più sesso di quanto non ne faccio qui. Non è raro che un uomo più maturo se ne torni a casa da un luogo di battuage con il tipo più figo".
Stesso discorso vale per i preservativi: se i sex club italiani spesso non offrono un accesso facile e gratuito ai condom e ai lubrificanti, nei locali degli altri paesi europei, di solito, si trovano profilattici, gel, guanti in lattice e fazzolettini a volontà. Al contrario, in altri paesi, specialmente in quelli più poveri, recuperare tutto questo materiale può essere assai difficile. Richard ricorda: "La prima volta che sono andato in sauna... niente preservativi! Ho chiesto: 'Dove sono i preservativi?' e mi hanno risposto: 'Cosa?!'. Per fortuna che ne avevo portato qualcuno con me!".
Ecco, portare sempre con sé condom e lubrificante è una buona idea dovunque si vada, perché non esiste angolo del mondo immune alle malattie sessualmente trasmissibili. Ken è organizzatissimo: "Ho sempre una scorta di preservativi, li tengo in una borsa con tante tasche. Non partirei neppure per un week-end senza quella borsa, sai, e i preservativi e le altre cose del genere sono sempre dentro". Se si viaggia via cielo, il lubrificante deve essere inserito in un contenitore dalla capacità massima di 100 millilitri per poter passare i controlli di sicurezza aeroportuali.
Ma di tutto quello che riguarda il sesso sicuro in viaggio parleremo più approfonditamente nel terzo capitolo di questa inchiesta. Ora conviene fare una piccola, magari un po' banale, osservazione: stiamo parlando solo di sesso occasionale perché è senza dubbio la forma di incontro più frequente, ma nulla esclude la possibilità di stringere amicizie o quella, seppur ben più remota, di trovare l'amore.
Basta non farsi troppe illusioni, come spiega Alessio: "La maggior parte delle volte la gente non vuole altro, non vuole sentir parlare di vedersi a pranzo il giorno dopo, non vuole iniziare a fare conoscenza". E Peter aggiunge: "Ci si prova e, se ci si riesce, si incontra qualcuno di interessante, ma per il resto è solo - come dire... - divertimento momentaneo".
Little Prince(ss)
I prossimi capitoli:
* 3° parte - La prevenzione le ferie non le fa mai
* 4° parte - Con un virus nel bagaglio a mano
Questa inchiesta è realizzata in collaborazione con AFAO (Australian Federation of AIDS Organisations), la più importante associazione australiana in tema di Aids. Tutti gli interventi virgolettati sono tratti dalla pubblicazione "At Home... Away" e riprodotti per gentile concessione di AFAO, che ne detiene i diritti d'autore.
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* La malattia e i suoi nemici - Inchiesta in 4 parti
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