Miss Italia, le trans e il mercato della paura: le lacrime di Alessia Mancini non sono un'offesa

"Hanno detto che sono una trans. Che di per sé non è una cosa brutta, massimo rispetto per loro, ma io non lo sono!". E' questo il concetto espresso al Corriere della Sera da Alessia Mancini, la giovane concorrente di Miss Italia "additata" come transessuale da certa stampa scandalistica. Le stesse cose le aveva già dette in diretta tv, scoppiando a piangere: "Io rispetto le trans, ma io non lo sono".

Parole e lacrime che ora dovrà pagare care: una parte della comunità glbt, con alcuni suoi rappresentanti in testa, ora addita Alessia come transfoba. Ci vanno giù pesante, con accuse gravi, toni astiosi e offese a tutto spiano: "cretina", "poveretta", "oca", "stronza", persino "travona" (viva la coerenza!)... Se la ragazza piange e vive come un trauma l'essere finita sulle prime pagine dei giornali perché "presunta transessuale" - è il ragionamento - lo fa perché disprezza le persone transessuali. "Io piangerei se mi dessero del mafioso o dell'assassino, non della transessuale" dicono in molti.

Evidentemente pretendono che una ragazza qualsiasi sia pronta a diventare la Giovanna d'Arco del transessualismo, l'ideologa in diretta del movimento *qtlgb. Così, all'istante, bidibi bidibi bu, come per magia. Dimenticando che persino nei film americani alla "In & Out" certe scene si vedono solo prima dei titoli di coda... E poi chissà quanti di questi giudici all'età di Alessia vivevano orgogliosamente e apertamente la propria sessualità e sarebbero stati pronti a farlo anche sotto i riflettori di televisioni, giornali e siti internet - e in quel caso si sarebbe trattato del proprio orientamento, non di un'identità sessuale altrui...

Il sale di quelle lacrime di ragazza non ha il sapore del disprezzo, dell'odio o della condanna per le persone transessuali, ha più il sapore della tensione da sovraesposizione mediatica. E anche della paura. Una paura neppure campata per aria, viste le pesanti discriminazioni che in questo paese si abbattono sulle trans. E allora, pur inconsapevolmente - ma Alessia appunto non è un'ideologa dell'identità di genere né lo poteva diventare in 5 minuti -, quelle lacrime sanno di verità e di denuncia: c'è prova migliore dell'esistenza della transfobia dell'angoscia provocata dal semplice essere additata come "presunta trans"?

Ma in tanti, in troppi, hanno puntato il dito contro Alessia. Hanno puntato il dito contro di lei, contro le sue lacrime stressate, non contro il tritacarne mediatico che ha schiacciato lei e le persone transessuali riproponendo lo squallore del "tototrans" (e poco importa che in un mondo ideale essere indicate come transessuali non dovrebbe essere un problema: in questo caso è evidente come si volesse creare l'ennesimo scandalo sulla pelle di Alessia).

In tanti, in troppi, ribattono all'omofobia e alla transfobia con una sorta di "omomania" e di "transmania", dimenticando che l'orgoglio *qtlgb alla fine dei conti è semplicemente l'orgoglio di essere quel che si è e non quello che vogliono gli altri: non è quello che ha fatto Alessia, in fondo? O la regola vale solo a senso unico, come a senso unico vengono giudicate le oscillazioni nei desideri affettivi e sessuali e Luca da etero può diventare gay, ma il contrario è inconcepibile?

C'è una rincorsa al vittimismo che fa paura, se anche nel pianto stressato e preoccupato di una ventenne si scorge il germe dell'odio, dell'offesa, del male. E se persino un'aspirante Miss Italia, che dice "Io rispetto le trans, ma non lo sono", deve essere imbarcata sul bastimento del nemico.

E' una rincorsa tutta inquadrata in un mercato della paura costantemente alimentato da un ceto politico-intellettuale che suona incessantemente le campane dell'allarme omofobia: "persino le aspiranti Miss Italia ci odiano, tutti ci vogliono discriminare, magari anche picchiare, a Roma non si può girare, a Padova neppure, abbiamo bisogno delle guardie del corpo anche per andare a scopare dietro i cespugli!" - per poi ammettere, lontano dai megafoni, che ci sono gravi episodi, ma l'allarme non c'è, tutto scorre maledettamente come prima...

Questo mercato della paura, che nel paese di Bossi ha sicuro successo, sta servendo solo a creare un senso di accerchiamento, a giustificare un indietreggiare dalla luce del sole, ad alimentare le lacrime di paura di chi si vede additato come omosessuale o transessuale, a far proliferare, con rare eccezioni, proposte di assistenzialismo invece che di reale trasformazione culturale e sociale.

In questo mercato della paura il movimento *qtlgb rischia di morire: diventando cupo, conservatore, persino repressivo e dogmatico, parte del movimento sta già seguendo, con mesta fierezza, il corteo funebre della regressione italiana.

Little Prince(ss)

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5 commenti:

  1. Non conosco abbastanza il movimento per immaginarne le sorti future, ma sul discorso generale sono assolutamente d'accordo con te. C'è qualcosa nell'animo dell'essere umano che rischia di trasformare qualsiasi gruppo dalle 3 persone in su in fascista.

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  2. Sì, è plausibile questo tuo punto di vista. Anche se è proprio nelle sue lacrime che si è materializzato il dolore di chi lo +è davvero.

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  3. Scusa posso fare la riflessione più superficiale del mondo?
    Questa poveretta sta partecipando a Miss Italia e le dicono che è una trans cioè, anche io mi sarei messo a piangere!
    Nel senso, ci sono un sacco di trans bellissime e questo lo dico così il movimento transessuale non si offende, però mi stai sempre dicendo che ho delle proporzioni, diciamo così, quantomeno mascoline e per me che aspiro a diventare la più bella d'Italia è una bella botta, no?
    Insomma, secondo me non voleva dire nulla di male, che poi l'emozione e tutto il carrozzone non le abbiano permesso un pensiero chiaro, forse è vero pure questo, ma lasciamola in pace, suvvia!

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  4. "l'orgoglio di essere quel che si è e non quello che vogliono gli altri: non è quello che ha fatto Alessia, in fondo?"
    direi che questa frase riassume perfettamente tutto il concetto. orgoglio gay, orgoglio trans, ma anche orgoglio uomo e orgoglio donna.
    il resto del mio pensiero lo ha già espresso totalmente lord.

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  5. Perfettamente d'accordo. Ma hai notato che lorsignori prima puntano il dito e poi nascondono la mano? E magari parlano di rispetto e responsabilità...

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Il grande colibrì