Non appendete l'anello nuziale arcobaleno al chiodo: intervista a Sergio Rovasio (Certi Diritti)

E' innegabile che in Italia esistano discriminazioni molto più brutali rispetto a quella subita dalle coppie dello stesso sesso biologico che non possono sposarsi. E' altrettanto innegabile che quest'ultima discriminazione non si limita a drammatici effetti tangibili sulla vita delle persone (impossibilità di visitare il partner in ospedale, problemi di eredità, esclusione dal godimento di diritti sociali, ecc...), ma rappresenta un feroce tentativo simbolico di disconoscere tutta la vita affettiva e relazionale dell'individuo omosessuale.

E' infine innegabile che si tratta dell'unico ambito in cui le sabbie mobili italiane, grazie alla caparbietà dell'Associazione Radicale Certi Diritti, alla bravura degli avvocati di Rete Lenford e al coraggio di alcune coppie, rischiano di trasformare il paese da fanalino di coda dell'Europa a realtà decisamente progredita.

E allora vale la pena ritornare a parlare della sentenza della Corte Costituzionale di aprile, che abbiamo già commentato con la costituzionalista Barbara Pezzini. Rimandando anche all'ampia inchiesta sui matrimoni gay che abbiamo pubblicato qualche mese fa, discutiamo di passato, presente e futuro della battaglia per l'uguaglianza nel diritto a sposarsi con il segretario di Certi Diritti, Sergio Rovasio.

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E' già passato qualche mese dal pronunciamento della Corte Costituzionale sui matrimoni tra persone dello stesso sesso: vogliamo ricordare, in poche parole, come si è conclusa la vicenda?

Grazie ad un lavoro straordinario che ha visto il coinvolgimento dell’Associazione Radicale Certi Diritti, Avvocatura Lgbt – Rete Lenford e una trentina di coppie, per la prima volta la Corte Costituzionale si è espressa sulla richiesta di vedere riconosciuto il matrimonio gay anche in Italia. La sentenza, rispetto al nulla in cui ci troviamo su questo fronte, è stata positiva perché ha dato tre indicazioni molto chiare:
1) le unioni gay, come stabili convivenze, sono formazioni sociali degne di garanzie costituzionali perché espressione fondamentale di vivere liberamente una condizione di coppia;
2) eventuali leggi che riconoscano i diritti delle coppie omosessuali, anche il matrimonio, non sono in contrasto con l’articolo 29 della Costituzione;
3) se il Parlamento non legifera in tal senso, si può ricorrere alla Corte per vedersi riconosciuti alcuni specifici diritti.


Qualcuno, anche all'interno del movimento qtlgb* ha parlato della scelta di rivolgersi alla Corte come di un azzardo finito male...

Mi pare che la Corte Costituzionale comprenda la necessità di adeguare anche l’Italia a quanto ci chiede l’Unione Europea, altro che "azzardo finito male"!


E ora cosa succede? Quali prospettive si aprono per il futuro e come si muoverà Certi Diritti?

Dopo un periodo di riflessione e confronto con i giuristi, che più di altri sono stati coinvolti in questa iniziativa, stiamo rilanciando la campagna di Affermazione Civile che prevede di richiedere, da parte delle coppie, le pubblicazioni per il matrimonio nel loro Comune. Apriremo altri due o tre fronti:
1) una campagna per il riconoscimento in Italia delle coppie gay italiane e non che si sono sposate all’estero;
2) iniziative legali contro l’Italia per l’evidente discriminazione continua che si manifesta contro una parte dei suoi cittadini nonostante quanto indicato in modo tassativo e vincolante dalle Direttive europee e dai Trattati di Nizza e di Lisbona, in particolare nei punti che trattano la libera circolazione all’interno dell’Ue e in quelli contro le discriminazioni;
3) ricorsi nelle varie giurisdizioni internazionali contro l'Italia per i mancati adeguamenti legislativi in tema di diritti civili.


La battaglia per l'uguaglianza nel diritto di sposarsi riguarda ciascuno di noi, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale. Non basta certo aderire a un gruppo su Facebook (neppure al nostro), servono invece azioni concrete. Come la tessera di Certi Diritti...

La nostra Associazione Certi Diritti è in crescita, ed è composta solo da volontari in tutta Italia. Abbiamo bisogno di ogni tipo di aiuto. Innanzitutto con l’iscrizione (50 euro oppure per chi è senza reddito 25 euro) e poi con la disponibilità di ciascuno cerchiamo di creare iniziative locali per farci conoscere e per promuovere le nostre lotte per il superamento delle diseguaglianze. Abbiamo tra gli iscritti eterosessuali, gay, transessuali, prostitute, padri di famiglia, figli di nessuno, parlamentari, giornalisti... Tutte persone che credono nella lotta per il superamento delle diseguaglianze

Dobbiamo essere fiduciosi e non arrenderci, avere la forza delle idee e non perdere la speranza di migliorare il nostro paese. Questo si può fare se anche ogni piccolo aiuto va nella direzione degli obiettivi che ogni anno ci diamo al nostro congresso (il prossimo lo vorremmo fare nella sede dell’Ambasciata di Spagna, speriamo ci dicano di si).
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Intanto nel terremoto politico di questi mesi, assistiamo a scene a prima vista paradossali: da una parte le aperture dei finiani al riconoscimento delle coppie di fatto, dall'altra i continui incerti balbettii del Partito Democratico (da ultimo Maurizio Cevenini, candidato sindaco a Bologna, che ha definito i matrimoni gay come "inutili provocazioni"). Da questo immenso caos, secondo te, usciranno buone o cattive notizie sul fronte dei diritti?

Purtroppo non sono bei tempi questi. Su tutti i fronti assistiamo ad una degenerazione partitocratica che di fatto mette in ultimo piano i temi che in altri paesi sono all’ordine del giorno; è una degenerazione anche di tipo ideologico che si alimenta con forti influenze fondamentaliste religiose, che si sia di destra, di sinistra, di sopra o di sotto. Il dialogo, l’attenzione verso il prossimo, l’aiuto ai bisognosi, il superamento di odiosi privilegi... sono temi inesistenti in quasi tutte le forze politiche.

Con i radicali lavoriamo da anni con proposte e azioni per combattere queste degenerazioni, purtroppo però le notizie sulle nostre iniziative sono quasi del tutto censurate dai grandi media. Preferiscono mettere in prima pagina le pernacchie di Bossi o l’ennesimo nuovo libro di Vespa che ci spiega il nulla del degenerato quotidiano politico.


Tra le ultime polemiche, quella riguardante la "sagra del finocchio" (11 settembre, a Carrara). Ci puoi parlare di questa iniziativa?

La "sagra del finocchio" è un appuntamento dove si metteranno a confronto per una intera giornata, in un BarCamp, i temi dei diritti civili, delle campagne di prevenzione sulle malattie sessualmente trasmissibili, delle unioni gay, della condizione delle persone transessuali e molto altro. Sarà una giornata piena di contenuti in un contesto ironico. Già il talebano-clerical-fascista di turno ha chiesto che il vescovo e il Sindaco di Carrara intervengano per impedire la manifestazione. Per questo sabato saremo presenti, perché le idee e i confronti su questi temi sono fondamentali per migliorare il mondo in cui viviamo, anche con ironia.

Chiederemo in quella occasione che il vescovo si pronunci per chiedere scusa a tutti gli omosessuali bruciati nei roghi nel corso dei secoli: è bene ricordare che la parola finocchio, rivolta alle persone omosessuali, deriva dal fatto che i semi di questa verdura venivano usati per nascondere la puzza della carne umana bruciata nelle piazze!


Little Prince(ss)

Ti interessa il matrimonio gay? Segui questo ___fil rose___!

Leggi anche:
* Barbara Pezzini: "La sentenza sui matrimoni gay: alcune aperture, ma manca l'uguaglianza"
* Matrimonio gay: le motivazioni della sentenza della Corte Costituzionale
* Matrimonio gay? Sì, lo voglio! (intro + 8 interviste)

2 commenti:

  1. Molto bene per tutto questo instancabile lavoro di CD. Sono venezuelano con partner italiano da 13 anni. Vogliamo partecipare alla campagna di AC chiedendo il mio soggiorno. Vedremo.

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Il grande colibrì